XIX Congresso dell’IEA
Dal 7 allâ11 agosto di questâanno, si è svolto a Edimburgo il XIX Congresso dellâInternational Epidemiological Association (IEA), al quale hanno partecipato oltre 1 400 ricercatori di 83 Paesi. Numerosissimi gli inglesi, ma anche i brasiliani, i giapponesi, gli statunitensi. Solo 13 gli italiani.
Molti gli argomenti trattati che hanno ruotato intorno al tema della salute globale, dellâevoluzione delle condizioni di salute nelle varie regioni del mondo, dei principali fattori di rischio, delle ridotte differenze nel profilo di malattia tra le diverse popolazioni.
Si è parlato del ruolo dellâepidemiologia, disciplina che può fornire, a livello di gruppo, quelle risposte sui determinanti di malattia che non possono essere date a livello individuale. Ne ha parlato, allâapertura del congresso, George D. Smith nella brillante John Snow Lecture: Epidemiology and the âGloomy Prospectâ rilevando come lâepidemiologia mantenga un ruolo importante nellâera del genoma.
Molte sessioni sono state dedicate agli aspetti metodologici, ai nuovi approcci nel disegno degli studi sullâinterazione geni-ambiente, a come operare per ridurre gli errori nellâanalisi dei dati. Greenland, fra gli altri, ha esposto le difficoltà e i limiti dellâinferenzialità che, sempre, comporta un inevitabile errore.
Si è parlato del contributo dei life course studies allo studio dellâinvecchiamento, del contributo delle coorti di nascita negli studi longitudinali. A David Barker è stato consegnato il âRichard Doll Prizeâ per il suo lavoro e la âBarker Hypothesisâ in base alla quale il peso alla nascita è un determinante di salute (in particolare, ma non solo, del rischio di malattie cardio-circolatorie) come risposta a cattive condizioni e malnutrizione nei primi anni di vita.
Le sessioni tematiche hanno affrontato i problemi ambientali, i rischi connessi alla diffusione del fumo di tabacco, allâalcol, al sovrappeso, sempre con quellâottica globale che ha fatto da colonna sonora a tutto il congresso e che ha permesso confronti tra Paesi e valutazione di strategie preventive.
Diversi simposi e workshop hanno arricchito il programma. Di particolare interesse, per la regione europea, il workshop sulla legislazione dellâEU sulla protezione dei dati individuali, coordinato da Rodolfo Saracci. Il rischio che la protezione dei diritti individuali confligga con la tutela della salute della collettività , e la necessità di azioni di âlobbyâ con i legislatori sono stati i temi delle relazioni e del vivace dibattito che ne è seguito
I temi dellâingiustizia sociale, la sfida per lâequità nella salute, la ricerca sono stati trattati sia per quanto riguarda aspetti metodologici sia aspetti operativi. Sono stati presentati progetti su come trasferire le conoscenze in politiche per la salute da parte di ricercatori europei, statunitensi e anche di Paesi con medio e basso livello economico.
Di salute globale e health policy ha parlato, nella sessione conclusiva, il presidente della IEA, Cesar Victora il quale ha affermato, fra le altre cose, che è compito e impegno della IEA sviluppare idee, azioni, multidisciplinarità .
Atmosfera molto cordiale, molti giovani anche di Paesi che si stanno affacciando di recente allâepidemiologia.
Il congresso si è concluso con il suono della cornamusa del giovane figlio di Ray Bophal, chair del congresso.
Adele Seniori Costantini
Valeria Fano