Attualità
11/08/2017

Una post-verità sui tumori infantili in Italia

Ventotto ricercatori e operatori della salute pubblica italiani attivi in venti prestigiose istituzioni (dall’Università di Napoli all’Istituto europeo della ricerca su cancro e ambiente, dal Consiglio nazionale delle ricerche alla Queen Mary University di Londra) hanno condotto presso l’Istituto scientifico biomedico euromediterraneo (ISBEM) lo studio Epikit, Epidemiologia del Kancro in Italia.1 Questa prima pubblicazione vuole stimare il cancer burden nelle età 0-19 e 20-39 nelle province e regioni italiane. Il testo insiste sulla necessità di integrare l’incompleta copertura dell’Italia da parte dei registri tumori. L’indicatore utilizzato è il tasso standardizzato di ospedalizzazione per cancro (standardized hospitalization rate, SHR) nel 2007-2011. Il numeratore dei tassi è quello dei primi ricoveri per tumore identificati attraverso le schede di dimissione ospedaliera (SDO): i ricoveri successivi, a parità di codice fiscale, sono stati esclusi.
Il destino ha voluto che Epikit uscisse contemporaneamente alla presentazione, nel maggio scorso, del Registro tumori infantili promosso dalla Regione Campania, attivo presso l’Ospedale Santobono. Il Registro – accreditato dall’Associazione italiana dei registri tumori (AIRTUM) – ha identificato un numero di casi incidenti in età 0-19 inferiore di oltre il 40% rispetto a quello di Epikit. La platea e i giornali, di fronte al contrasto, si sono schierati con Epikit. L’Avvenire, per esempio, ha scritto che «i dati del Santobono (non suffragati da alcuna pubblicazione scientifica) sono sconfessati dalla pubblicazione fresca di pochi giorni […] di un lavoro realizzato da alcuni accademici attraverso il quale viene fuori che i casi certificati di malattie oncologiche in età pediatrica sono […] più o meno duemila in più rispetto a quelli citati dalle istituzioni campane».
Eppure, questa volta pare che gli accademici abbiano torto (e che la loro pubblicazione scientifica abbia suffragato dati errati). Nel giro di pochi giorni, il professor Alessandro Distante, presidente e direttore scientifico dell’ISBEM, in un comunicato stampa ha smentito una premessa dello studio di cui è coautore: la qualità delle schede di dimissione ospedalierea (SDO), già descritta come «molto alta e certificata dal Ministero della salute», viene ridimensionata, in quanto affetta da un errore del 28% (sic!). Il presidente dell’ISBEM aggiunge che è al Registro della Regione Campania «che va fatto riferimento per la definizione dei dati di incidenza oncologica […] per la fascia di età 0-19».
Epikit, quindi, erra in eccesso in Campania, ma anche nelle province e regioni italiane per le quali è possibile confrontare il numero di casi incidenti tra Epikit e registro tumori. Ragionevolmente, quindi, erra anche per le provincie e regioni prive di un registro. Il professor Distante non spiega le cause dell’errore: probabilmente consiste in imperfezioni nell’aggregare ricoveri della stessa persona non coincidenti nella quarta cifra del codice ICD.
A prima vista, i valori degli HSR in età 0-19 di Epikit sorprendono. Gli HSR dovrebbero essere un’approssimazione ai tassi di incidenza, magari un po’ sovrastimati al numeratore. Invece, sono circa un quinto dei tassi di incidenza di AIRTUM.2 Gli statistici addetti alla stima dei tassi mi hanno chiarito che al denominatore dei tassi non è stata posta la popolazione di età 0-19, bensì quella di età 0-99. Non sono un purista della metodologia epidemiologica: credo si tratti di una procedura lecita, ma inconsueta, e che avrebbe dovuto essere stata resa chiara al lettore.
Ma gli aspetti curiosi della pubblicazione non finiscono qui. Il testo attribuisce al Dizionario enciclopedico Treccani, edizione 1954, la seguente definizione di “tumore”: «una malattia occupazionale dei lavoratori dell’industria chimica». Non ricordo di avere udito questa definizione in quegli anni, in cui studiavo medicina. Se la citazione è corretta, il massimo dizionario italiano avrebbe recepito con lodevole tempestività i risultati dei seminali studi di Robert Case sulle coorti di lavoratori inglesi esposti a 2-naftilamina e altre amine aromatiche cancerogene, pubblicati proprio nel 1954.
Epikit stima che il numero di bambini e adolescenti italiani che si ammalano di tumore ogni anno sia «about 11,800 new cases per year over a 5-year period (which) are consistent with AIRTUM projections». Da dove salti fuori la cifra di 11.800 non è chiaro: secondo la fatidica tabella 2, fino al 2012 il numero medio annuo di primi ricoveri per tumori in Italia in età 0-19 era 4.303 (1.494, 1.015 e 1.794 rispettivamente in Italia settentrionale, centrale e meridionale). Non si capisce su quale base si prevede una triplicazione nel giro di pochi anni. La coerenza con AIRTUM sembra poi piuttosto ballerina: è ben vero che per il periodo 2016-2020 AIRTUM ha previsto 10.877 casi,2 ma non si tratta di casi annuali, bensì quinquennali.
È difficile orientarsi nella giungla di acronimi con la quale l’articolo1 spiega la genesi di Epikit, per alcuni dei quali la decodificazione richiede troppo spazio: COHEIRS, European Union’s “Europe for Citizens” Program, ALDA, Consiglio europeo. Epikit è stato realizzato nell’ambito della European Civic Observers for Health and Environment: Initiative of Responsibility and Sustainability (COHEIRS), un ente avviato in Italia da parte di ISBEM e Associazione medici per l’ambiente (ISDE). Curiosamente, tra i 5 autori che hanno o hanno avuto un ruolo negli organi direttivi di ISDE Italia, nessuno si qualifica come esponente dell’ISDE.
La paternità di Epikit crea l’immagine di un fronte di ricercatori intesi a fornire dati “scientificamente validi” su un argomento che suscita molta emozione nell’opinione pubblica. In realtà, piuttosto che di validità scientifica, almeno a chi scrive queste note, sembra di riconoscere una post-verità. Da parte dell’Oxford Dictionary, questo termine (parola dell’anno nel 2016) viene definito come «un aggettivo relativo a circostanze in cui – nella costruzione dell’opinione pubblica – i fatti oggettivi hanno meno influenza di richiami alle emozioni e a credenze individuali».
Lo studio dei ventotto preoccupa perché affetto da sviste ed errori sistematici, ma questo può capitare a chiunque. Quello che lascia senza parole è il fatto che le une e gli altri abbiano superato i filtri dell’editoria scientifica internazionale.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia

  1. Piscitelli P, Marino I, Falco A et al. Hospitalizations in Pediatric and Adult Patients for All Cancer Type in Italy: The EPIKIT Study under the E.U. COHEIRS Project on Environment and Health. Int J Environ Res Public Health 2017;14(5): pii: e495.
  2. AIRTUM Working Group. I tumori in Italia – Rapporto 2012. I tumori dei bambini e degli adolescenti. Epidemiol Prev 2013;37(1):1-225.
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