Attualità
25/10/2012

Un laboratorio per superare la babele degli archivi sanitari elettronici

, , , , ,

A livello nazionale e internazionale i processi di integrazione delle fonti di dati correnti per progetti di sorveglianza sanitaria ricevono un’attenzione sempre maggiore mano amano che maturano gli strumenti informatici e concettuali che ne costituiscono la base. Cresce, quindi, la necessità che le diverse esperienze finora condotte a livello centrale, regionale e periferico siano rese comparabili, sviluppando una cultura orientata alla costruzione di sistemi “intelligenti”.

Il laboratorio dei sistemi di babele

Il Laboratorio dei Sistemi di Babele è nato con lo scopo di riunire in una sorta di fucina di nuove idee persone con un’esperienza significativa su questi temi, anche in riferimento a precedenti importanti iniziative, quali il progetto CCM(«Sviluppo di sistemi di sorveglianza epidemiologica basati sull’utilizzo degli archivi elettronici sanitari in ambito di sanità pubblica: uno studio pilota in alcune ASL selezionate») e l’attività del gruppo di lavoro dell’AIE/SISMEC, relativa all’utilizzo epidemiologico di archivi sanitari elettronici correnti1 allo scopo di favorire il confronto delle esperienze in atto nelle varie regioni e a livello nazionale, che spesso hanno origini e sviluppi indipendenti pur coinvolgendo spesso gli stessi soggetti. Rispetto alla precedente esperienza AIE-SISMEC, che si concentrava sulla messa a punto di algoritmi di integrazione tra flussi informativi, il Laboratorio Babele intende approfondire la genesi di questi sistemi e le loro architetture, riflettendo su se e come le informazioni siano esportabili/integrabili. Il Laboratorio affronta diverse dimensioni del tema:

  • la qualità dei dati che alimentano questi sistemi;
  • l’accessibilità dei sistemi, che comporta una riflessione in merito all’architettura degli stessi e gli aspetti etici collegati (non solo individuali ma anche di sistema);
  • le modalità di utilizzo, vale a dire il complesso delle istruzioni-algoritmi al quale si ricorre per ottenere i risultati desiderati.

Le attività

Il Laboratorio Babele ha trovato una sua prima visibilità all’interno di Epicentro, il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica italiana,2 con l’obiettivo di mettere a disposizione le diverse esperienze di coloro che stanno progettando e costruendo sistemi di monitoraggio epidemiologico basati su archivi sanitari elettronici correnti. Attualmente si sta lavorando alla progettazione di un repository nel quale trovare, con un formato di documentazione standardizzato tale da permetterne la riproducibilità, sia gli algoritmi utilizzati in esperienze concrete sia la letteratura di validazione a essi relativa.

Gli incontri

Attorno a questi temi sono stati organizzati due workshop. Il primo, svoltosi presso l’ISS a Roma nell’ottobre 2011,3 si è sviluppato attraverso diversi interventi e una discussione plenaria che ha, per un verso, aiutato a identificare ulteriori temi da approfondire in seminari tematici successivi, e per un altro ha fatto emergere l’esigenza di mantenere uno spazio di condivisione di idee aperto a tutti i contributi, fuori da specifiche logiche legate a problematiche di finanziamento di progetti. Il secondo workshop, svoltosi a Firenze nel maggio 2012, ha riguardato l’architettura dei sistemi di integrazione, attraverso il confronto tra esperienze presenti in diverse regioni.4

Al Convegno di primavera dell’AIE (ISS, maggio 2012) è stato presentato un intervento a nome del Laboratorio, dal titolo «Quando i registri nascono dall’uso integrato dei sistemi informativi sanitari: quali strumenti per garantire qualità?».5 È stata illustrata l’esperienza canadese, identificata come un modello di qualità per la costruzione di un registro nazionale italiano di patologie croniche.

Note dalworkhop sull’architettura di sistemi di integrazione

Sono stati presentati i sistemi di integrazione di flussi informativi di cinque Regioni (Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte, Lazio), di gruppi di aziende sanitarie (Sistema epidemiologico integrato – SEI) e di un’esperienza locale (ASL di Firenze).

Nelle cinque Regioni la disponibilità all’integrazione del dato per studi epidemiologici è profondamente diversa nelle dimensioni di:

  • integrazione tra fruitore e generatore del dato;
  • presenza e accessibilità di un’anagrafe unica con identificativo anonimo;
  • esistenza di un soggetto o più soggetti deputati dalla Regione a svolgere studi epidemiologici sul dato regionale integrato.

In Friuli Venezia Giulia il soggetto che raccoglie il dato è lo stesso che lo mette a disposizione in forma integrata alle strutture e ai ricercatori regionali. Questa vicinanza ha permesso il perfezionamento di sistemi di controllo della qualità del dato, tra tutti quello anagrafico.

In Emilia-Romagna è attivo un sistema informativo regionale per la sanità e le politiche sanitarie.6 Il Servizio che gestisce il sistema informativo tratta i dati sanitari e sociosanitari come previsto dal regolamento sulla privacy, sostituendo i dati anagrafici con un codice tramite una procedura «unica centralizzata», che permette di avere un identificativo univoco comune a tutti gli archivi. I dati sono resi disponibili ai soggetti del SSR (Aziende sanitarie, Agenzia sanitaria e sociale regionale eccetera) in forma anonima, mediante una piattaforma SAS, a fini di analisi valutative ed epidemiologiche.

In Toscana esiste un’anagrafe unica regionale anonimizzata, alla quale i soggetti che integrano dati per studi epidemiologici possono fare riferimento per creare dataset a livello regionale. Tra questi soggetti vi è l’Agenzia regionale di sanità, che riceve annualmente copia anonimizzata di tutti i flussi e possiede un sistema di interrogazione a cui accedono tutti i ricercatori e i gruppi di lavoro.

Il Lazio sconta una situazione normativa ancora immatura per quanto riguarda l’anonimizzazione dell’identificativo sull’anagrafe, ciononostante il Dipartimento di epidemiologia del Lazio, similmente all’ARS Toscana, possiede copia dei flussi regionali.

Il Piemonte, infine, non ha un soggetto istituzionale unico che produce ricerca epidemiologica, bensì una rete di soggetti cui vengono attribuite diverse funzioni epidemiologiche; l’accesso al dato avviene attraverso una struttura regionale intermedia.

L’organizzazione e la replicabilità di un Sistema integrato epidemiologico sono stati affrontati da un progetto CCM del 2009, il cui rapporto finale è accessibile attraverso il sito2 al quale si rimanda per gli aspetti dettagliati del modello.

Questo approccio individua le ASL come luogo preferenziale per le operazioni di record-linkage fra le fonti informative e l’anagrafe sanitaria in considerazione di un’accessibilità non vincolata ai dati nominativi e, successivamente, applica algoritmi di definizione di malattie utilizzando essenzialmente i prodotti da precedenti esperienze.

I risultati possono successivamente venire aggregati a livelli superiori (per esempio Regione). L’esperienza è stata condotta nelle ASL di Venezia, Rovigo, Modena e Perugia. Infine, l’esperienza della ASL di Firenze ha mostrato l’agilità di analisi possibile a livello aziendale, dove non esistono vincoli normativi al data linkage e le piccole dimensioni consentono soluzioni tecnologiche semplici.

Nel corso del workshop di Firenze, l’attenzione si è rivolta anche agli sviluppi tecnologici futuri a cui hanno contribuito un’ampia presentazione del CNR sul fascicolo sanitario elettronico e una descrizione del software The Matrix del progetto MATTONI/MATRICE dell’Agenas.

Per quanto ricco, l’incontro di Firenze non ha potuto essere esaustivo, infatti non sono state passate in rassegna le esperienze in atto sul territorio nazionale nelle quali sono impegnate anche entità a funzionamento privato, come per esempio i consorzi Mario Negri Sud e Cineca.

Prossimamente

L’attività futura riguarderà la progettazione degli algoritmi e i problemi etico-legali in casi di studio. Per la presentazione dei primi risultati di questo gruppo di lavoro si dà appuntamento ai lettori al workshop organizzato all’interno del prossimo Convegno AIE di Bari il 29-31 ottobre 2012.

Bibliografia

  1. http://www.epidemiologiaeprevenzione.it/cms/?q=node/46
  2. http://www.epicentro.iss.it/babele/
  3. http://www.epicentro.iss.it/babele/workshop/17ott2011.asp
  4. http://www.epicentro.iss.it/babele/workshop/23maggio2012.asp
  5. http://www.epicentro.iss.it/focus/aie/aiePrimavera2012.asp
  6. https://siseps.regione.emilia-romagna.it/flussi
Approfondisci su epiprev.it Vai all'articolo su epiprev.it Versione Google AMP