Quale contributo per l’epidemiologia dall’intelligenza artificiale? Le risposte del Convegno autunnale AI-Epidemiologia
Il Convegno autunnale dell’AIE, organizzato come tradizione dal gruppo AIE giovani, ha offerto riflessioni sul potenziale contributo dell’intelligenza artificiale (IA) a metodi e studi epidemiologici. Il razionale del Convegno è derivato dalla constatazione di come la diffusione del termine IA spesso non sia accompagnata da una comprensione altrettanto approfondita dei suoi impieghi e impatti. Da qui è scaturito il desiderio di mettere in luce, con chiarezza e concretezza, i molteplici utilizzi dell’IA, con il duplice obiettivo di identificare:
1. le potenzialità dell’IA nell’integrare o innovare le metodologie oggi utilizzate nella ricerca epidemiologica;
2. come l’IA sia stata utilizzata finora nei lavori e studi epidemiologici.
Questa impostazione è stata dunque rispecchiata nell’organizzazione dell’evento, in cui si è cercato di dare spazio al maggior numero di contesti possibile.
Il programma
La prima giornata è iniziata con due workshop pre-congressuali dedicati all’utilizzo di ChatGPT e dell’explainable artificial intelligence per lo studio esplorativo di dati epidemiologici. Ad essi è seguita la prima sessione plenaria del Convegno, dove è stata fornita una panoramica sulla storia dell’IA e su esempi concreti di integrazione nei metodi epidemiologici, con una serie di approfondimenti che hanno spaziato dall’ambito delle revisioni sistematiche a quello dell’inferenza causale e dellostudio delle malattie infettive.
Durante la seconda giornata, le esperienze proposte e presentate da esponenti dei numerosi gruppi di lavoro AIE e altri esperti ed esperte del settore hanno messo in luce l’applicazione di diversi metodi di IA in alcuni contesti epidemiologici, quali il settore materno-infantile, l’epidemiologia ambientale e la prevenzione. L’approccio favorito dal programma del Convegno ha permesso, infine, di esplorare alcune importanti sfide connesse all’IA durante uno spazio dedicato alle riflessioni sulla sicurezza dei dati, sull’etica e sul concetto di digital health. Qui, l’attenzione si è focalizzata sui limiti e sulla vulnerabilità dei diversi strumenti dell’IA, la delicatezza dell’uso di informazioni sensibili legate alla salute e il relativo dibattito sul GDPR.
Premio Ventura
La premiazione del Premio Ventura, interessato al tema IA fin dalla sua prima edizione, è stata un’ulteriore occasione per mettere a confronto l’utilizzo di metodologie nuove e tradizionali in epidemiologia. In particolare, sono stati presentati i risultati ottenuti da uno studio di confronto tra diversi metodi di machine learning per investigare l'associazione tra assunzione di paracetamolo in gravidanza e wheezing nei bambini e nelle bambine (prima classificata, Chiara Moccia) e da uno studio della predizione del rischio cardiovascolare in giovani donne guarite dal tumore al seno (seconda classificata, Alice Bernasconi).
Entusiasmo
Il primo feedback ricevuto sul convegno è stato quello di un’ondata di entusiasmo, tradottasi prima nelle numerose iscrizioni che hanno fatto sì che l’iscrizione al convegno fosse sold-out in pochi giorni, poi nella partecipazione attiva alle due giornate. La curiosità dei partecipanti è emersa già durante i workshop pre-congressuali ed è proseguita con la partecipazione attiva durante il Convegno tramite domande, commenti e dubbi. A nostro parere, questo entusiasmo ha confermato sia la diffusione e l’interesse generale verso l’IA sia l’esigenza di approfondire il tema. Al termine dei due giorni, i riscontri da parte di colleghe e colleghi sono stati positivi e per noi motivanti. Vari partecipanti hanno manifestato soddisfazione per aver scoperto qualcosa in più su questo nuovo e potente strumento, ma anche di essere rimasti affascinati dai molteplici risvolti dell’IA nella propria professione.
La partecipazione attiva delle persone iscritte, provenienti da discipline e generazioni diverse, ha consolidato l’idea che l’IA sia un argomento di ampia rilevanza e interesse condiviso. In aggiunta, la presenza di relatori e relatrici provenienti da diversi Paesi europei, oltre all’Italia, ha contribuito a offrire una prospettiva internazionale su questo tema.
Consapevolezza
Anche quest’anno scegliamo una parola per racchiudere il principale messaggio che ci portiamo a casa da questa esperienza ed è consapevolezza. Consapevolezza di cosa sia l’IA e di come possa essere inserita nel nostro lavoro, evitando sia la diffidenza sia una fiducia aprioristica. Consapevolezza che riguarda le potenzialità concrete e allo stesso tempo i limiti dello strumento, in termini sia di fallibilità sia di questioni controverse da gestire che richiedono cautela, come la sicurezza dei dati e la loro interpretabilità. Complessivamente, una consapevolezza che invita a sposare un approccio costruttivo confrontando l’IA con i metodi usualmente adottati in modo da poter valutare l’appropriatezza e il vantaggio del suo utilizzo caso per caso.
Consapevolezza anche del bisogno di formazione a diversi livelli, sia per chi li vuole utilizzare in prima persona sia per chi vuole essere capace di dialogare con colleghi e colleghe che usano in prima persona l’IA.
Infine, consapevolezza della ricchezza rappresentata dal supporto della comunità dell’AIE: sempre aperta al confronto, interessata ad approfondire nuove tematiche e disponibile a coinvolgere tanti professionisti esterni all’associazione stessa.
Ci auguriamo che chi ha partecipato al Convegno (dal vivo, in diretta streaming o guardando le registrazioni delle sessioni plenarie disponibili sul sito ufficiale dell’AIE) abbia potuto scoprirvi un’opportunità per riflettere sulle modalità con cui questi strumenti possono avere un impatto migliorativo nel proprio ambito professionale e sulla responsabilità di decidere se e come utilizzarli per rendere il nostro lavoro più efficace nell’interesse della collettività.
Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.
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