Attualità
20/10/2009

Niente di nuovo sotto il sole

Ponz de Leon ritiene che il potere della medicina abbia raggiunto livelli mai conosciuti nel passato mediante il trasferimento del proprio interesse dal malato al soggetto sano per la conservazione del suo stato di salute. Le osservazioni di Ponz sono puntuali e puntualmente sostenute. Le campagne di prevenzione del rischio (obesità, diabete, malattie cardiovascolari) si rivolgono ai soggetti sani suggerendo comportamenti igienici e dietetici che teoricamente, sulla scorta di dati epidemiologici di natura statistica, potrebbero ‘significativamente’ porli al riparo dall’eventuale malattia prevista a futura memoria. Non vi è dubbio che molto sia cambiato nell’atteggiamento del malato e del sano verso la medicina: Ponz de Leon ricorda, giustamente, come sia sempre più frequente vedere soggetti sani che effettuano controlli per valutare l’esistenza o meno di prodromi di malattia. Non vedo perché questo debba meravigliare. Il miglioramento oggettivo delle condizioni di vita ha ridotto l’insorgenza di alcune malattie: da raffreddamento, per esempio, nei periodi invernali (visto che le case sono riscaldate). Non penso che credere che una buona dieta possa aiutare a conservare lo stato di salute o che possa contribuire a ridurre il rischio di malattia fornisca alcun potere aggiuntivo alla medicina. È il potere che ha sempre avuto. È piuttosto la diffusione capillare dell’informazione che porta alla modifica diffusa dei comportamenti. L’esistenza di internet e della continua diffusione di informazioni sanitarie – tramite i più comuni mezzi di informazione che hanno raggiunto quasi ogni plaga del mondo occidentalizzato – hanno contribuito ad accentuare l’ovvio: la ricerca del mantenimento dello stato di benessere tramite comportamenti ritenuti alla propria ragionevole portata. È il normale principio di precauzione del senso comune che dovrebbe ispirare anche il comportamento e i consigli del medico. Se grazie a Jenner si è diffusa la pratica della vaccinazione nei tempi delle malattie, oggi grazie a ricerche che evidenziano situazioni di rischio si tende a evitare o allontanare il rischio vero o presunto. E in questo non mi pare di osservare situazioni di stress. Certo, i ‘consigli’ si ripercuotono sul mercato del cibo, delle vacanze. Ma non solo, anche in quello dei vaccini. Come noto la spesa per questi prodotti è cresciuta esponenzialmente in questi ultimi anni, come anche la spesa per inibitori di pompa e per le statine, tutti operanti nel-l’effetto «allontaniamo il rischio». Per i cattivi consigli spesso interviene il Garante, per i consigli interessati di certi medici spesso interviene l’Ordine dei medici sul controllo dell’informazione (pubblicità) sanitaria. Oltre è difficile andare. In altre parti del globo si muore per malattie da noi debellate (malaria, lebbra, tubercolosi, vaiolo) o si diventa ciechi per tracoma. L’AIDS è ora una malattia cronica a casa nostra, mortale in certi Paesi. La risposta a queste disuguaglianze non può che venire da una politica globale che le affronti. I problemi sono molteplici e sfuggono al potere della medicina. Questa ha soltanto dimostrato che certe malattie sono controllabili e tanti medici lasciano i nostri climi per raggiungere parti del globo dove la loro opera è necessaria. Risposte individuali di grande afflato che meritano ogni riconoscimento. Non credo che in quest’epoca il potere della medicina – se vi è un potere della medicina – sia così diverso da quelle che l’hanno preceduta.

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