Attualità
10/06/2011

Metabolismo del glucosio e tumore della mammella

Vai all' INTERVISTA a Sabina Sieri, prima firmataria dello studio


SCHEDA dello studio

Prospective study on the role of glucose metabolism in breast cancer occurrence

Sabina Sieri, Paola Muti, Claudia Agnoli, Franco Berrino, Valeria Pala, Sara Grioni, Carlo Alberto Abbagnato, Giovanni Blandino, Paolo Contiero, Holger J Schunemann, Vittorio Krogh

International Journal of Cancer 2011; Mar 16. doi: 10.1002/ijc.26071. [Epub ahead of print]

Sintesi

Uno squilibrio del metabolismo del glucosio tale da provocare l’innalzamento delle concentrazioni dello zucchero nel sangue è associato a un aumento del rischio di cancro della mammella. Questo perché le cellule cancerose (come accade per molti tumori solidi) sono caratterizzate da un’alta richiesta di glucosio e da un “fenotipo glicolitico” che consente di resistere a un ambiente povero di ossigeno (ipossico). Da ciò consegue che un ambiente ricco di glucosio favorisce la proliferazione delle cellule tumorali anche in presenza di livelli di ossigeno non ottimali.

Questo studio, condotto su un campione di 10.786 donne, supporta l’ipotesi che alti livelli ematici di glucosio (iperglicemia) e di insulina (iperinsulinemia) siano associati a un aumento del rischio di cancro della mammella. Sulla base di questi risultati si suggerisce di includere il controllo del metabolismo del glucosio nelle strategie di prevenzione del cancro della mammella.

Obiettivi dello studio 

Gli studi condotti finora sulla relazione tra i livelli di glucosio e il rischio di cancro della mammella hanno dato risultati piuttosto contrastanti: alcuni hanno trovato una associazione statisticamente significativa solo per donne di età inferiore a 50 anni, altri, al contrario, solo per donne più anziane.

Il presente studio è stato disegnato per approfondire l’esame di questa relazione attraverso l’analisi di 4 parametri: livelli di glucosio e di insulina a digiuno, indice HOMA-IR (una misura della resistenza all’insulina) e livelli di SHBG (globulina legante l’ormone sessuale, un marcatore della sensibilità all’insulina).

La scelta di questi parametri discende da due ordini di considerazioni:

  1. l’iperglicemia e l’iperinsulinemia sono determinate da una minore efficacia dell’azione dell’insulina a livello cellulare (resistenza all’insulina);
  2. alte concentrazioni di insulina promuovono la crescita tumorale anche indipendentemente dal glucosio, attraverso un meccanismo che comporta l’aumento della secrezione di ormoni sessuali e di fattori di crescita (come l’IGF-I).

Metodologia

l campione analizzato in questo studio prospettico proviene dalla coorte ORDET, comprendente 10.786 donne sane, di età compresa tra 35 e 69 anni, reclutate tra il 1987 e il 1992 nella provincia di Varese. Al momento dell’ingresso nello studio queste donne hanno compilato questionari riguardanti gli stili di vita e le abitudini alimentari, hanno donato un campione di sangue e uno di urina; infine, sono state loro prese le misure antropometriche.

Il follow-up, posto alla fine di dicembre 2003, è stato condotto dal Registro tumori di Varese. Dei 410 casi incidenti di tumore della mammella identificati, il presente lavoro ne ha considerati 356, che sono poi stati analizzati insieme a 1.537 controlli. Ogni caso di tumore è stato confrontato con 4 controlli selezionati in base all’età delle donne, al tempo di conservazione dei campioni biologici e allo stato menopausale al momento dell’ingresso nello studio.

Risultati

Nelle donne colpite da tumore i livelli di glucosio e HOMA-IR (indicatore della resistenza all’insulina) sono più alti che nei controlli; il contrario avviene per il marcatore della sensibilità all’insulina, SHBG, la cui concentrazione è inferiore nei casi rispetto ai controlli. Inoltre, l’associazione tra i livelli di base di glucosio, insulina, HOMA-IR e SHBG e il rischio di cancro della mammella non è influenzata dal fatto che al momento dell’entrata nello studio la donna fosse o meno in menopausa. Neppure lo stato menopausale al momento della diagnosi modifica tale relazione.

Tra i punti di forza di questo studio c’è il disegno prospettico: ciò significa che i dati sulla storia riproduttiva delle donne, così come i campioni sanguigni, sono stati raccolti prima che fosse posta la diagnosi di tumore. Ma ci sono anche alcune limitazioni. La prima è legata al fatto che il sangue su cui sono state eseguite le analisi è stato raccolto una sola volta all’ingresso delle donna nello studio e che i fattori di rischio per il cancro della mammella sono stati misurati una volta sola. Ma questo ridurrebbe semmai la capacità di mettere in luce le associazioni tra i fattori studiati e il rischio di cancro. Un’altra limitazione discende dal fatto che non erano disponibili informazioni sullo stato menopausale delle donne al momento della diagnosi, cosicché i ricercatori hanno dovuto prendere in considerazione l’età: sopra o sotto i 55 anni.

Tenuto conto di queste considerazioni, resta il fatto che i risultati di questo studio, ottenuti dopo 13,5 anni di follow up, sono in linea con i dati ottenuti da diversi studi epidemiologici che  puntano sul ruolo giocato dall’iperglicemia e della resistenza all’insulina nell’aumentare il rischio di cancro della mammella. Quindi, concludono i ricercatori, l’alterazione del metabolismo del glucosio è un fattore di rischio per il cancro della mammella e dovrebbe essere presa in considerazione nelle strategia di prevenzione.


Intervista a SABINA SIERI, prima firmataria dello studio

Esistono livelli soglia di glucosio oltre i quali il rischio di tumore della mammella aumenta?
I livelli di glucosio nella coorte ORDET sono stati misurati su campioni conservati per 15 anni. Dato che le concentrazioni di glucosio in campioni conservati diminuisce con il tempo di conservazione, i livelli che noi abbiamo misurato sono difficilmente estrapolabili alle normali concentrazioni di glucosio nelle donne. Però abbiamo notato che il rischio di tumore della mammella incrementa linearmente con l’aumentare dei livelli di glucosio: non sembra quindi esserci un effetto soglia.

Perché lo stato menopausale non interferisce?  La variazione dei livelli degli ormoni sessuali circolanti non dovrebbe avere un ruolo?
Un alterato metabolismo del glucosio può essere un fattore di rischio sia per le donne in pre-menopausa sia nelle donne in menopausa. La presenza di precoci anomalie biochimiche che riflettono uno stato iniziale di insulino-resistenza possono essere importanti già in pre-menopausa, mentre la progressione di queste alterazioni in menopausa, dominata da una riduzione dei livelli di estrogeni, risulta in un instaurarsi progressivo di un ambiente ormonale dominato dagli androgeni che aumenta

Nell’articolo si dice che l’aggiustamento dei dati per l’indice di massa corporea (IMC) indebolisce le associazioni tra i parametri studiati e il rischio di cancro: perché?
Il sovrappeso e l’obesità sono determinati dell’insulino-resistenza, quindi è atteso che l’aggiustamento, soprattutto nel caso dell’insulina e di HOMA, determini un indebolimento della relazione. Il fatto di aggiustare per l’IMC è comunque da considerarsi un over-aggiustamento in quanto il sovrappeso determina un aumento dei livelli di insulina e di HOMA, quindi si trova all’interno della stessa via metabolica.

Consigli per le donne?
Tenere sotto controllo la glicemia, anche se non si hanno casi di diabete in famiglia. Perché il diabete non è l’unico rischio che si corre quando lo zucchero nel sangue aumenta: quello del cancro della mammella è altrettanto reale.

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