Attualità
05/06/2012

Le linee guida europee sull’uso degli oppioidi, uno strumento per orientare la pratica clinica

L’aumento del consumo di oppiodi in Italia è un dato confortante, ma dal recente articolo di Chinellato si apprende che,bmentre labmorfina è in costante decremento, altrebmolecole, soprattutto ossicodone e fentanyl, sono in crescita, e quindi, dopo avere sostituito il precedente uso dellabmorfina, stanno ora condizionando il panorama clinico dell’analgesia oppioide nel paziente ambulatoriale. Quanto di questo uso, che è comunque distante dalla media europea, sia destinato al paziente con dolore da cancro e quanto ad altri pazienti con dolore cronico non è facile da stabilire. Vista la lenta evoluzione dei consumi in italia ame pare che per ora i pazienti per i quali si faccia più liberamente ricorso agli oppiodi cosiddetti forti, paragonabili allabmorfina, siano i pazienti oncologici.

Un maggiore utilizzo non attesta infatti l’appropriatezza d’uso. Le linee guida appena pubblicate su Lancet Oncology dalla European Association for Palliative Care ONLUS (EAPC),1 riaffermano che morfina e farmaci congeneri (ossicodone, idromorfone e fentanyl) sono tutti egualmente efficaci nel controllo del dolore severo da cancro e vanno preferiti ai sistemi a cerotto per la cessione transdermica di fentanyl e buprenorfina. L’uso contraddice ampiamente la linea guida, con i cerotti di fentanyl sempre primi nei consumi italiani. Di certo la diffusione delle cure palliative e la maggiore consapevolezza del diritto al controllo del dolore hanno migliorato la fama dei farmaci oppioidi senza riabilitare completamente la morfina, che viene sempre vista con un occhio di maggiore sospetto.

Nuove preparazioni di farmaci oppioidi in numero ormai non più esiguo (come il tapendadolo, l’ossicodone in combinazione con il naloxone, i nuovi fentanyl per somministrazione buccale, sublinguale e nasale) richiedono sempre maggiore rispetto di metodi di somministrazione e maggiori competenze specialistiche per far sì che il numero delle opzioni terapeutiche non risulti in terapie incongrue, se non pericolose. Le linee guida EAPC fanno il punto della situazione e danno uno strumento a specialisti e non, e ai responsabili della gestione e amministrazione dei sistemi sanitari regionali e nazionali, per collocare pratiche e indicazioni cliniche nella cornice corretta della evidenza scientifica, vagliata e integrata dal parere di esperti indipendenti da logiche di tipo professionale specialistico, economico o esclusivamente politico.

Bibliografia

  1. Caraceni A, Hanks G, Kaasa S et al. European Palliative Care Research Collaborativ (EPCRC); European Association for Palliative Care (EAPC). Use of opioid analgesics in the treatment of cancer pain: evidence-based recommendations from the EAPC. Lancet Oncol 2012;13(2):e58-68.
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