Attualità
08/07/2019

La letteratura scientifica dall’era di John Snow all’epoca dei social influencer

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Un altro anno è passato e, rispetto all’ultima volta che ci siamo visti sulle pagine di E&P, molte cose sono cambiate. Come avevamo espressamente dichiarato all’inizio di questo lungo e divertente viaggio, il gruppo AIE Giovani avrebbe seguito una sola regola: i membri del gruppo devono avere meno di 35 anni. Ahimè, l’inverno per alcuni di noi è arrivato (momento feeling dovuto alla recente dipartita di una serie tv che ci ha accompagnati negli ultimi 8 anni e che ha battezzato il nostro collettivo; per i non avvezzi, si parla di Game of Thrones) e perciò alcuni ci hanno salutati lasciando spazio a giovani leve desiderose di poter dare un contribuito all’Associazione italiana di epidemiologia (AIE) e non solo. Come tradizione vuole, siamo qui per lasciare una traccia di ciò che abbiamo fatto insieme quest’anno e raccontare quali riflessioni ci ha regalato.

Questa volta, il gruppo AIE Giovani ci ha portato nella terra di Lucio Dalla, dei tortellini (e di tante altre cose buone da mangiare) e della Torre degli Asinelli per discutere tutti insieme di un tema che accompagna la routine lavorativa di ognuno di noi, ovvero la letteratura scientifica. Durante la due giorni congressuale, abbiamo deciso di tracciare una linea temporale e affrontare il restyling che ha portato la letteratura scientifica dall’era di John Snow all’epoca dei social influencer. Questa volta, però, vogliamo dedicare queste poche righe non al contenuto del Convegno, ma alle tre parole che da quei due giorni che sentiamo un po’ più nostre.

Sorrisi

Questo meriterebbe molto più di qualche riga, ma proviamo a spiegarci. Organizzare un convegno che ha visto la più di 200 partecipanti è stato un impegno non semplice da coniugare con la nostra attività lavorativa. Stress, essenzialmente (poi mutato in orgoglio). Comunque, se chiudiamo gli occhi e ripensiamo alla strada che abbiamo percorso per arrivare a Bologna e ai mille e uno intoppi che abbiamo affrontato, quello che vediamo sono tante facce sorridenti che ci hanno trasmesso l’energia per continuare e per affermare: «Ne è valsa la pena».

Collaborazione

Uno dei nostri obiettivi era di poter riunire insieme i tanti giovani che orbitano intorno al mondo dell’epidemiologia. Questo vuol dire interfacciarsi con universi tangenti, a volte considerati diversi solo per questioni semantiche. Bussare alla finestra del vicino ci ha fatto conoscere il mondo dei giovani specializzandi di igiene, che come noi condividono la passione per l’epidemiologia. E da questo Convegno la collaborazione, iniziata ormai tempo fa, è divenuta molto più solida, accantonando distanze che forse non c’erano mai state.

Formazione

Dal nostro primo convegno abbiamo deciso di poter offrire corsi di formazione di un giorno con il supporto di docenti molto validi e disponibili, in assoluto regime gratuito e aperto a tutti. Questo schema, ormai collaudato, si è replicato a Bologna con 4 workshop tematici che hanno visto una grandissima affluenza, spaziando dalla stesura di un articolo scientifico alla farmacoepidemiologia.
Tutti questi elementi, che ci hanno arricchiti un po’ di più e che speriamo abbiano regalato qualcosa anche agli altri partecipanti al Convegno, sono stati il condimento perfetto per un tema come quello della letteratura scientifica. Avevamo anticipato che questa sarebbe stata una “passeggiata” nel corso nella letteratura epidemiologica tra passato, presente e futuro, per coniugare le diverse sfumature dell’epidemiologia tramite il massimo comun divisore: la letteratura scientifica. Una passeggiata che ci ha portati ad ascoltare le parole di scienziati affermati a livello internazionale, come Paolo Vineis, fino ai cosiddetti new researcher, che ci hanno regalato una lettura in chiave attuale di tematiche nate nel passato. Tutto questo è stato poi declinato grazie al supporto di Epidemiologia&Prevenzione, voce dell’epidemiologia italiana, che ospita anche queste nostre riflessioni.

Per la terza volta, il gruppo AIE Giovani ha chiamato in causa tante altre persone, soprattutto giovani, e tutti hanno risposto: «Presente!». Perciò, l’ultima parola, forse la più importante, che ci sentiamo di aver assorbito da questa nuova tappa del nostro viaggio è: grazie.

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