Attualità
11/12/2017

IL SESTANTE. Dieta mediterranea per tutti

“Un’elevata aderenza alla dieta mediterranea è associata a protezione cardiovascolare, ma solo in chi appartiene a classi socioeconomiche elevate” titola il bell’articolo di Bonaccio M et al. appena pubblicato sull’International Journal of Epidemiology. Si tratta di un’analisi sulla mortalità cardiovascolare della coorte Moli-sani (20.000 persone reclutate fra il 2005 e il 2010 in Molise e seguite per 4,3 anni con 256 eventi cardiovascolari).
L’aderenza alla dieta mediterranea è stata valutata classificando i questionari alimentari con un criterio a priori già usato in un altro studio in Grecia. Si è attribuito un punto

  • per ciascuno dei seguenti cibi, a chi sta nella metà della popolazione che ne consuma di più: verdure, legumi, frutta (inclusa frutta a guscio), cereali, pesce;
  • a chi sta sotto la mediana per il consumo dei seguenti cibi: carni rosse, carni bianche e latticini;
  • a chi ha un consumo moderato di alcol (10-50 g per gli uomini e 5-25 g per le donne).

Sono criteri che, pur nella loro grossolanità, hanno dimostrato in altri studi di essere molto efficaci per predire la mortalità totale e l’incidenza di tumori e malattie cardiovascolari. Ma sono grossolani, non tengono conto della differenza fra cereali integrali (che riducono il rischio) e cereali raffinati (che aumentano il rischio), del consumo di olio di oliva (che riduce il rischio) e della varietà delle verdure consumate (che riducono il rischio). La dieta mediterranea tradizionale era caratterizzata da ricchezza di cereali integrali, pasta di grano duro, olio extravergine di oliva e una varietà di verdure coltivate e selvatiche.
Avendo qualche informazione su questi cibi (significativamente più consumati dalle classi sociali superiori), gli autori avrebbero potuto utilizzarle per definire meglio l’aderenza alla dieta mediterranea (ma per pubblicare è utile far riferimento a criteri già pubblicati, i referee criticano sempre le novità!) o almeno controllare queste variabili in analisi. Avrebbero probabilmente scoperto che non c’è differenza fra classi sociali e che la dieta mediterranea protegge tutti.

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