Attualità
10/08/2010

Il Progetto ambiente e salute del CNR

Il Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) ha promosso negli ultimi anni l’avvio di una serie di progetti interdipartimentali per promuovere la ricerca interdisciplinare dei 108 istituti CNR, che in Italia lavorano nell’ampio arco delle discipline di scienze della terra, energia, trasporti, tecnologie della comunicazione, agricoltura, medicina e scienze della vita, scienze sociali, archeologia, storia.

Il Progetto interdipartimentale ambiente e salute (PIAS) ha l’obiettivo di sviluppare le conoscenze sui legami tra fonti di inquinamento ed effetti negativi sulla salute, sugli strumenti e i metodi per l’analisi delle interazioni tra ambiente e salute, sulle modalità di gestione delle situazioni complesse. Le attività sono state identificate dai ricercatori CNR di 37 istituti dei dipartimenti Medicina, Terra e ambiente, Materiali e dispositivi, Scienze della vita, Energia e trasporti, Tecnologie dell’informazione e Agroalimentare.

I progetti messi a punto sono stati raccolti in un libro presentato a Parma durante la V Conferenza interministeriale su ambiente e salute, organizzata dall’Ufficio ambiente e salute dell’OMS lo scorsomarzo: «Proteggere la salute dei bambini in un mondo che cambia». La scadenza rivestiva un particolare significato perché proprio lo stimolo dell’OMS aveva indirizzato gli sforzi dell’Unione europea verso una strategia, e poi un Piano di azione su ambiente e salute, portati alla precedente conferenza interministeriale di Budapest del 2004. Negli anni successivi le nuove priorità alla ricerca del 6° e 7° Programma quadro includevano «ambiente e salute» come tema specifico, così come hanno fatto diverse politiche della Commissione europea.

Le strategie e i programmi sviluppati in tali ambiti sottolineano costantemente la necessità di promuovere e indirizzare azioni di ricerca che aiutino a comprendere i meccanismi di interazione, a monitorare i cambiamenti, a individuare nuovi strumenti tecnologici, a definire modalità per affrontare efficacemente i problemi e, infine, che contribuiscano a comunicare e stimolare la partecipazione pubblica nella presa di decisioni.

La complessità delle scienze ambientali e di quelle mediche cresce ulteriormente quando si studiano le loro interazioni. Lo studio delle relazioni tra ambiente e salute è infatti intrinsecamente problematico, per una serie dimotivi: per le scarse o incerte conoscenze sulla plausibilità biologica dimoltimeccanismi di causazione e interazione; a causa della non univocità del rapporto causa-effetto tra fattori ambientali ed effetti sulla salute; per la presenza di con-cause e co-fattori, ambientali e non, e infine di frequente perché i rischi sono di modeste dimensioni, difficili da evidenziare con metodologie osservazionali e non sperimentali.

Lo sviluppo delle conoscenze sulle relazioni tra ambiente e salute umana è comunque condizione necessaria per definire programmi efficaci di protezione ambientale e di prevenzione delle malattie correlate. Anche l’incertezza delle conoscenze va pesata e modulata per applicare nel modo più efficace il principio di precauzione, come misura temporanea in attesa dell’acquisizione di conoscenze più avanzate.

Il trasferimento delle conoscenze, validate da adeguate sperimentazioni sul campo, in informazioni utili alla innovazione tecnologica e alla comunicazione per i portatori di interessi rappresenta l’altro ramo della sfida attualmente in essere a livello internazionale e su cui l’UE ha posto priorità.

Il progetto PIAS si attua con approfondimenti teorici, sviluppi metodologici e applicazioni sul campo, utilizzando la rete scientifica dei soggetti partecipanti e una rete di siti o aree sulle quali sono già state eseguite, o sono in corso, attività di studio e indagini sul campo. Le aree campione sono rappresentative delle problematiche più rilevanti per l’impatto sulla salute dell’ambiente (aree urbane, rurali, industriali, di trattamento rifiuti, di bonifica eccetera). Il prodotto principale delle attività è la raccolta di progetti pronti per il finanziamento in sedi nazionali e internazionali.

Per il CNR, il percorso interdisciplinare attraverso cui si sono realizzate le attività, che moltiplica le sedi di dialogo e avvicina i linguaggi di discipline abituate a lavorare a grande distanza, è una novità. Questo ha già prodotto un arricchimento del lavoro di ogni istituto e si propone come un effetto a cascata su vari ambiti e in tempi diversi.

L’articolazione del progetto PIAS

Il progetto è articolato su pacchetti di lavoro (WP) e unità organizzativemultidisciplinari (UO), coordinate da ricercatori CNR di diversi dipartimenti, che coinvolgono le altre istituzioni con le quali sono attive collaborazioni (come OMS, ISS, ISPESL, ENEA, APAT, università, Servizio sanitario nazionale, Ministeri dell’ambiente e della salute, alcune ARPA e osservatori epidemiologici regionali). Come illustrato in figura 1, il progetto si compone di due moduli metodologici trasversali finalizzati allo sviluppo delle conoscenze (WP1, WP2), un modulo operativo che rappresenta il “motore” del progetto (WP3), un modulo di interfaccia per il trasferimento dei risultati per l’innovazione tecnologica e lo sviluppo industriale (WP4) e un modulo di interfaccia per il trasferimento dei risultati per la comunicazione, l’informazione e la formazione (WP5).


Figura 1. Articolazione generale del progetto in working package (WP).
Figure 1. Overall project structure and working packages (WP).

Nell’anno di lavoro che ha portato alla pubblicazione del volume sono stati promossi due studi pilota, che si stanno realizzando, su due temimaturi nell’elaborazione scientifica ed ampiamente discussi, pronti a produrre risultati come base a studi più avanzati di ampia portata.

  • Il primo studio pilota si occupa di interferenti endocrini e salute, e prevede: la misurazione di una serie di effetti definiti «precoci» in soggetti esposti a inquinanti ambientali, quali alterazioni della tiroide, endometriosi, disturbi cardiovascolari; la raccolta di risultati di studi in vivo su endometriosi ed effetti riproduttivi e la realizzazione di ulteriori esperimenti; l’analisi sul pescato per il consumo umano, per rilevare la presenza di contaminanti potenzialmente pericolosi.
  • Il secondo studio pilota riguarda il particolato ultrafine dell’aria e gli effetti cardiopolmonari, con particolare riferimento ai bambini. Viene studiata la composizione del particolato e testato il potenziale ossidativo dei composti organici rilevati. Viene pianificata la fattibilità di studi epidemiologici per la valutazione degli effetti a breve termine dell’esposizione a inquinanti in soggetti giàmalati di aritmia cardiaca e in soggetti con malattie polmonari. Tutto questo costruirà le conoscenze di base adeguate alla progettazione di studi integrati sugli effetti cardiaci e polmonari, anche grazie alle competenze disponibili negli istituti del CNR dedicati.

Il PIAS si è realizzato suddividendo le attività in sei gruppi di lavoro (GL), le cui conclusioni ora sono a disposizione per comporre diverse tessere del puzzle del ciclo che parte dall’inquinamento dell’ambiente da diverse fonti e arriva, inmodi e tempi diversi, agli effetti sulla salute delle persone.

  1. Il gruppo di lavoro «destino degli inquinanti» ha esaminato soprattutto gli studi effettuati sulla componente suolo e la sua funzione di veicolo od ostacolo alla circolazione di inquinanti di diversa provenienza. Sede di sperimentazione, in questo come in diversi altri gruppi di lavoro, è stata l’area a rischio di Gela, nella quale un gruppo di lavoro multidiscliplinare ha operato per circa due anni con il coordinamento dell’Istituto di fisiologia clinica del CNR.1
  2. Il gruppo di lavoro «sistemi di monitoraggio per suoli e acque» ha esaminato le conoscenze esistenti e le criticità che emergono nella ricerca, in particolare per nuovi tipi di inquinanti che non sono regolati dalle legislazioni vigenti e potrebbero determinare problemi di salute. Si tratta di nano particelle utilizzate per prodotti agricoli, elettronici, biomedicina, cosmetica; per le loro caratteristiche possono avere comportamenti particolari, diversa reattività chimica, conduttività. Altri composti di interesse sono i perfluorinati (PFOA e PFSO), che sono persistenti, si bioaccumulano e hanno caratteristiche che li rendono potenzialmente pericolosi, compresi gli effetti negativi sul sistema endocrino. Come risultato del lavoro del gruppo si propongono quindi nel dettaglio le modalità di studio nelle acque di tali composti.
  3. Il gruppo di lavoro «inquinamento dell’aria outdoor/ indoor e salute» esamina gli effetti degli inquinanti, e in particolare la relazione tra quelli che si trovano all’aperto e quelli che si trovano nelle case, nei posti di lavoro, nelle auto inmezzo al traffico, che spesso presentano insospettati problemi di accumulo di prodotti potenzialmente tossici.
  4. Il gruppo di lavoro «biomonitoraggio umano» ha raccolto le conoscenze riguardo al monitoraggio per rilevare l’esposizione a inquinanti di comunità che vivono in zone inquinate, ma anche i nuovi ambiti di ricerca promettenti, quali la verifica della presenza dei cosiddetti «marcatori di effetto». Nel saggio contenuto nel volume PIAS si elencano nel dettaglio le competenze e gli approfondimenti in corso di realizzazione.
  5. Il gruppo di lavoro «sistema di sorveglianza ambiente e salute» ha approfondito l’analisi della costruzione di unmodello di sorveglianza capace di mantenere sotto controllo una serie di parametri rilevanti per la sorveglianza, che ha la necessità di essere disegnato in modo specifico per ciascuna area geografica e tipo di insediamento abitativo esistente. In questo ambito si colloca la costruzione di strumenti capaci di dialogare con le comunità che vivono problemi ambientali, con i tecnici responsabili e con i decisori sul territorio.
  6. Il sesto gruppo di lavoro, «monitoraggio di contaminanti ambientali nella catena alimentare ed effetti sulla salute» offre la possibilità di colmare uno dei gap conoscitivi cruciali: quello delle modalità di ingresso degli inquinanti nel corpo, che sembrano essere principalmente attraverso il consumo di alimenti e acqua. Si offre qui la possibilità di portare a sintesi e verificare le conoscenze maturate dagli altri gruppi, anche monitorando la dieta e l’effettiva assunzione di alimenti in specifiche comunità.

La pubblicazione PIAS, che è scaricabile e può essere richiesta in formato stampato, costituisce in sintesi una raccolta delle realizzazioni fatte negli anni recenti e delle ampie potenzialità esistenti nel sistema della ricerca in Italia, nell’ambito ambiente e salute che si rivela un terreno di preoccupazione pubblica sempre molto rilevante, non solo in Italia, e che ha bisogno di risposte strutturate e integrate da parte delle autorità responsabili.

La rete europea

Attraverso le iniziative promosse nell’ambito del PIAS, il CNR partecipa al progetto ERA-EnvHealth (http://www.eraenvhealth.eu), una Coordination Support Action della Commissione europea lanciata all’inizio del 2008 e finanziata dal 7° Programma quadro dell’UE.

Obiettivo dell’azione di rete è fornire ulteriori risorse ai Paesi comunitari, supportando in modo specifico le attività su ambiente e salute, utilizzando fondi resi disponibili su temi mirati. Si realizza con due call for proposals: la prima è già stata realizzata, la prossima è prevista nel 2012.

Oggi si stanno discutendo le tematiche prioritarie, le strategie comuni e le modalità per il prossimo finanziamento.

È stata creata una banca dati di esperti nazionali che supportano la valutazione di progetti, ricevono notizie e possono contribuire con suggerimenti e analisi.

Al progetto partecipano 19 organizzazioni pubbliche di ricerca da 10 Paesi membri. L’Italia è rappresentata dal CNR, in collaborazione con ARPA Toscana e ARPA Emilia-Romagna, e da ISPRA.

Bibliografia

  1. Musmeci L, Bianchi F, CarereM, Cori L. Ambiente e salute a Gela: stato delle conoscenze e prospettive di studio. Epidemiol Prev 2009; 33(3 suppl 1): 1-160.
  2. Bianchi F, Cori L, Moretti PF. CNR Environment and Health Inter-departmental Project: present knowledge and prospects for future research. Consiglio nazionale delle ricerche, Roma 2010.
  3. www.dta.cnr.it
Approfondisci su epiprev.it Vai all'articolo su epiprev.it Versione Google AMP