Attualità
18/01/2024

Il diritto universale alla salute richiede la pace e rifiuta la guerra

Su iniziativa di AIE ed E&P, più di 30 Associazioni scientifiche di ambito sanitario hanno partecipato alla stesura di una dichiarazione di opposizione alla guerra. La pace è riconosciuta come premessa per ogni intervento di sanità pubblica. L'impegno di chi lavora per la salute, quindi, si concretizza anche attraverso l'impegno costante per la costruzione di percorsi di pace. In queste pagine riportiamo il comunicato di presentazione dell'iniziativa e la Dichiarazione delle operatrici e degli operatori sanitari. Sul sito web di E&P trovate la documentazione integrale dei webinar e delle assemblee virtuali che hanno portato alla stesura del documento con l'elenco delle Società scientifiche firmatarie. Consideriamo la Dichiarazione un punto di partenza per un lavoro comune duraturo di promozione della pace.

“I nostri obblighi professionali incentrati sulla tutela e la promozione della salute rendono urgente e necessario esprimerci pubblicamente e congiuntamente a favore della pace e contro la guerra in tutte le aree del pianeta”.

Così si apre l’appello, sostenuto da oltre 30 società scientifiche sanitarie, e pubblicato sul sito dell’Associazione italiana di epidemiologia (Aie) e dalla rivista E&P, Epidemiologia & Prevenzione (epiprev.it/notizie/il-diritto-universale-alla-salute-richiede-la-pace-e-rifiuta-la-guerra).  

Secondo la Carta di Ottawa, di riferimento per la comunità internazionale di promozione della salute, la pace è il primo dei prerequisiti fondamentali per la salute. Gli estensori del documento ritengono  quindi che la comunità scientifica sanitaria debba far sentire la propria voce a favore dell’interruzione di tutte le guerre in atto e della prevenzione di quelle future. Una esigenza resa più urgente di fronte all’aumento dei conflitti armati in tutto il mondo, confermata anche nel 2023 dall’ulteriore spirale di violenza che coinvolge non solo Ucraina e Medio Oriente, ma anche numerosi altri luoghi. La dichiarazione si riferisce a tutti i conflitti armati anche perché dal punto di vista delle conseguenze sanitarie e per quanto riguarda la violazione delle legge umanitarie internazionali, compreso l’obbligo della protezione dei civili, degli operatori e delle strutture sanitarie, tutte le guerre sono ugualmente da contrastare e prevenire. Prevenire e contrastare i conflitti implica sostenere il rafforzamento delle infrastrutture di peacekeeping e peacebuilding delle Nazioni Unite e richiedere la riduzione delle spese militari, reindirizzando le risorse verso obiettivi di benessere sociale, di salute e di promozione dell’universalismo dei sistemi sanitari. Per questo il documento si rivolge ai decisori chiedendo di mettere in atto interventi concreti, quali la protezione del personale, delle strutture e dei servizi dei sistemi sanitari dei paesi colpiti dalla guerra, e l’accoglienza delle persone che fuggono da aree di conflitto. La dichiarazione è il frutto di un lavoro comune avviato da Aie a luglio del 2023 attraverso un email personale di invito rivolto ai presidenti di tutte le associazioni scientifiche sanitarie italiane a partecipare alla stesura condivisa di una dichiarazione di opposizione alla guerra che metta al centro le motivazioni sanitarie e di difesa della salute. Il documento è stato quindi predisposto nel corso di incontri online di discussione e attraverso diverse revisioni per tenere conto delle proposte di integrazione del gruppo di associazioni partecipanti. Sul sito della rivista E&P è reso trasparente l’intero iter di discussione, i webinar e le versioni precedenti del documento.

Il documento rimane aperto alla sottoscrizione anche di altre società scientifiche, riviste, associazioni e fondazioni di area sanitaria che non hanno partecipato alla stesura (attraverso una mail a direzione.aie.ep@inferenze.it) e anche di singoli professionisti che desiderano dare il proprio sostegno ma appartengono a società non firmatarie. Le associazioni firmatarie intendono la pubblicazione della dichiarazione non solo come importante risultato conseguito ma anche come il punto di partenza per un impegno futuro e intendo proseguire il comune lavoro di promozione della pace, attraverso iniziative volte a contribuire alla descrizione quantitativa degli effetti diretti e indiretti della guerra, approfondendo le relazioni complesse che legano la guerra ad altri eventi, quali migrazioni, carestie, alterazioni degli ecosistemi, e a informare e responsabilizzare la popolazione e i decisori sulla necessità di sostenere e implementare efficaci strategie di contrasto alla guerra.

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