Attualità
13/12/2011

I 5 supplementi

Salute e sanità a 150 anni dall’unità d’Italia: più vicini o più lontani?

L’appuntamento dei 150 anni dall’unità d’Italia ha stimolato l‘Associazione italiana di epidemiologia, Osservasalute ed Epidemiologia&Prevenzione a chiedersi quali risultati di salute abbia prodotto questa storia, se questi risultati siano stati equamente distribuiti su tutto il territorio, se la storia della salute sia stata di maggiore o minore successo rispetto alle altre dimensioni del benessere e quale merito abbiano avuto le politiche sanitarie in questa storia.

L’unità d’Italia ha ereditato un Paese che, nel quadro europeo, si collocava agli ultimi posti per arretratezza economica, analfabetismo, malnutrizione, bassa sopravvivenza e oggi lo consegna alle nostre celebrazioni ai primi posti per sopravvivenza, nutrizione e protezione per il rischio della salute, in posizione intermedia per sviluppo economico e capitale umano e in posizione meno favorevole per il livello di disuguaglianze. Purtroppo questo primato nei risultati di salute potrebbe essere minacciato da una tendenza a una nuova divergenza NordSud che si osserva negli ultimi vent’anni, una tendenza che è parallela all’aumento delle disuguaglianze di reddito e di istruzione; queste disuguaglianze, nella misura in cui sono evitabili, suggeriscono una priorità spesso trascurata dall’agenda della programmazione sanitaria e della prevenzione, che considera la salute degli italiani come una media.

Quindi, in occasione dei 150 anni dell’Unità di Italia l’Associazione italiana di epidemiologia, Osservasalute ed Epidemiologia&Prevenzione hanno scelto di pubblicare un compendio di dati epidemiologici storici e attuali che, prendendo spunto dalla storia della sanità pubblica in Italia, procede a una analisi sistematica delle differenze geografiche e temporali nella mortalità, nella salute e nell’uso delle cure, per poi approfondire la situazione di specifiche malattie e fattori di rischio. Sono stati scelti alcuni temi e argomenti sui quali la riflessione è apparsa più urgente e più antica la storia di queste disparità, nella consapevolezza che la conoscenza di oggi unita alla dimensione storica può offrire stimolo alla ricerca e soprattutto all’intervento delle istituzioni e degli operatori. I contributi relativi ai dati di maggior interesse per la sanità pubblica italiana sono stati richiesti ad associazioni, istituti e gruppi epidemiologici che hanno una lunga e importante esperienza di documentazione e ricerca in questi campi e che lavorano da tempo alla comprensione della rilevanza delle diseguaglianze per il raggiungimento di una reale unità del nostro Paese. Ne è risultato un volume ricco di dati, analisi e riflessioni che consigliamo non solo ai professionisti già inseriti da tempo nel Servizio sanitario nazionale, ma anche a giovani e studenti che si avvicinano per la prima volta al mondo dell’epidemiologia e della sanità pubblica. BUONA LETTURA.

Atti del congresso AIE 2011 - Salute e sanità a 150 anni dall’unità d’Italia: più vicini o più lontani?

Gli atti del XXXV congresso annuale dell’Associazione italiana epidemiologia, tenutosi a Torino nei giorni 79 novembre 2011, sono disponibili sul sito della nostra rivista (www.epiprev.it) e su quello dell’Associazione italiana di epidemiologia (www.epidemiologia.it). La raccolta degli abstract e dei poster ha come tema la salute e la sanità a 150 anni dall’unità d’Italia e, come suggerisce il sottotitolo, pone particolare attenzione al tema della disuguaglianza di servizi e strutture nell’Italia di oggi.

SENTIERI

Il Progetto SENTIERI (Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento) riguarda l’analisi della mortalità delle popolazioni residenti in prossimità di una serie di grandi centri industriali attivi o dismessi, o di aree oggetto di smaltimento di rifiuti industriali e/o pericolosi, che presentano un quadro di contaminazione ambientale e di rischio sanitario tale da avere determinato il riconoscimento di “siti di interesse nazionale per le bonifiche” (SIN). Lo studio ha preso in considerazione 44 dei 57 siti oggi compresi nel “Programma nazionale di bonifica”, che coincidono con i maggiori agglomerati industriali nazionali; per ciascuno di essi si è proceduto a una raccolta di dati di caratterizzazione, e successivamente a una loro sintesi.

Rapporto AIRTUM 2011 - La sopravvivenza oncologica in Italia

Il Rapporto AIRTUM 2011 si basa sui dati della Banca Dati AIRTUM e riguarda oltre 1.490.000 casi di incidenza oncologica rilevati dai registri tumori a partire dall’anno di diagnosi 1990 fino al 2007, con aggiornamento dello stato in vita al 31.12.2008. Sono stati condotti tre tipi di analisi:

  • analisi di coorte, riguardante circa 500.0000 casi di cancro diagnosticati nel quinquennio 20002004; l’analisi ha coinvolto 29 registri generali e i registri specializzati della mammella di Palermo, dei mesoteliomi della Liguria e dei tumori infantili del Piemonte e delle Marche;
  • analisi del trend, riguardante i dati di incidenza, circa 1.000.000 di casi, rilevati nel 19902007 e ha interessato 11 registri generali;
  • analisi condizionata, circa 900.000 casi di incidenza, che ha coinvolto 20 registri generali, più il registro dei mesoteliomi della Liguria.

L’aggiornamento di dati e analisi e il confronto con le precedenti monografie dedicate allo stesso argomento pubblicate nel 2001 e nel 2007 consentono di tracciare un vero e proprio percorso di riflessione su elementi importanti dell’impatto delle strategie diagnostiche e terapeutiche in campo oncologico. Lo studio analizza elementi strategici per le scelte di sanità pubblica, dalla sopravvivenza nell’età anziana, alle tendenze dei tumori ad alta e bassa letalità, alle attività di screening organizzato e non organizzato.

9° Rapporto dell’Osservatorio nazionale screening

Il Nono Rapporto dell’Osservatorio nazionale screening (per la prima volta in versione bilingue italiano/ inglese) conferma per il 2009 i risultati positivi raggiunti dai programmi di screening negli anni precedenti, anche se restano irrisolti alcuni problemi, primo fra tutti il divario tra le diverse aree del Paese. Complessivamente nel 2009 oltre nove milioni di persone sono state invitate a un esame di screening (3.547.000 per lo screening cervicale, 2.522.000 e 2.994.000 rispettivamente per lo screening mammografico e colorettale). Tra gli aspetti positivi, il continuo incremento dell’estensione dei programmi di screening colorettale, che oggi raggiungono il 60% della popolazione target al Nord, il 30% nel Centro e il 5% al Sud. Risultati confortanti, se si pensa che 5 anni fa erano attivi solo pochi programmi pilota. Buone anche le performance dello screening mammografico e cervicale, che raggiungono rispettivamente il 69,5% e il 67% delle donne della popolazione obiettivo (con le consuete differenze tra regioni del Nord, Centro e Sud-Isole).

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