Attualità
18/11/2011

Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. Report

Il 10 settembre 2011 si è svolta l'annuale Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio; la riflessione quest'anno si è concentrata sulla diffusione del fenomeno nelle le società multiculturali (http://www.ccm-network.it/node/1516). In questo senso la popolazione di immigrati che in Italia è ormai il 7% del totale dei residenti (http://demo.istat.it/) può rappresentare per le possibili problematiche di emarginazione economica e culturale, importanti fattori di rischio suicidario, una delle area sulle quali sviluppare studi specifici propositivi di azioni preventive.

Alcuni dati sul fenomeno:

  • sulla base dei dati riportati della rilevazione condotta dall'Istat nel 2009 ci sono stati in Italia 2 986 decessi per suicidio (2 343 uomini 643 donne) e 3 289 tentati suicidi (1 769 vs 1 520), anche se questo ultimo data basato sugli eventi per i quali c’è stata una comunicazione all’autorità giudiziari è presumibilmente fortemente sottostimato (http://www.istat.it/it/archivio/22225);
  • la frequenza di decessi per suicidio è in Italia tra le più basse in Europa, nonostante questo ci sono dei sottogruppi di popolazione nei quali la rilevanza di tale evento, come causa di morte è relativamente elevata.

Una ricerca PubMed basata sulla presenza delle tre parole «suicide», «Italy» e «epidemiology» condotta l’8 settembre 2011, ha prodotto come risultato 271 articoli pubblicati dal 1966 al 2011 (22 nel 2010). A parte una quota di interventi aneddotici di interesse prettamente medico legale la parte più rilevante della letteratura è relativa, sia per suicidi tentati sia completati, alla sfera della psichiatria.

Dalla ricerca emerge che:

  • i pazienti con patologie psichiatriche risultano infatti avere un rischio di suicidio più elevato rispetto alla popolazione generale;
  • oltre a questi, tra gli articoli che valutano il rischio di suicidio in sottogruppi di popolazione troviamo gli adolescenti, gli anziani, alcuni gruppi professionali (medici, guardie giurate), i tossicodipendenti (in passato eroinomani attualmente cresce i contributi sul possibile ruolo dei cannabinoidi), i detenuti e tra gli altri gruppi quello dei malati di patologie non psichiatriche.

E&P approfondirà l'argomento nei prossimi numeri con un articolo di Emanuele Crocetti sul rischio di decesso per suicidi tra i pazienti affetti da tumore. L'articolo evidenza accanto a un rischio dei pazienti tendenzialmente più elevato della popolazione generale una concentrazione del rischio fra le forme tumorali a prognosi peggiore e entro il primo anno dalla diagnosi. Lo studio mostra anche che nel corso degli ultimi venti anni questo rischio presenta un trend alla riduzione per il quel viene proposto, tra le possibili cause, lo sviluppo che è avvenuto nel territorio del sistema delle cure palliative sia presso gli hospice che tramite servizi domiciliari.

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