Attualità
20/10/2009

Gela: prove di comunicazione

Lo scorso 16 luglio l’Ufficio di Roma dell’Organizzazione mondiale della sanità ha presentato i risultati delle attività di studio realizzate a Gela (CL) su incarico della Regione Siciliana (vd. Epidemiol Prev 2009; 33 (3) suppl 1: 1-176). Alla Conferenza erano presenti i ricercatori

  • del Dipartimento Osservatorio epidemiologico della Regione Siciliana, che ha analizzato i dati di mortalità e di ricovero ospedaliero, confrontati con aree limitrofe;
  • dell’Istituto superiore di sanità, che ha approfondito lo studio della coorte dei lavoratori del petrolchimico di Gela per evidenziare le differenze tra lavoratori residenti e non residenti;
  • dell’Università di Messina, che ha lavorato sullo stato socioeconomico e l’impatto dell’area industriale nella zona e sugli sviluppi ambientali e occupazionali, inclusa l’emigrazione e le sue variazioni nel tempo;
  • dell’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR, che, con il supporto del Laboratorio di misure ambientali e tossicologiche della Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia, ha coordinato lo studio di biomonitoraggio umano denominato Sebiomag.

Il protocollo di ricerca di Sebiomag è stato messo a punto sulla base delle conoscenze degli inquinanti presenti nell’area e sullo stato di salute degli abitanti di quel territorio. Tali conoscenze sono state pubblicate in un supplemento di Epidemiologia & Prevenzione (n. 3/2009) che è stato distribuito a Gela suscitando molto interesse. Una bella veste grafica e una buona leggibilità, infatti, fanno di questo volume un prodotto editoriale accessibile a un pubblico ampio, che sarà distribuito soprattutto nelle sedi decisionali della regione, della provincia, dei comuni e delle Ausl, per fornire materiale di approfondimento. Il documento raccoglie le molte conoscenze esistenti, in particolare sull’inquinamento puntuale di alcune aree che dovranno essere bonificate, e identifica con chiarezza le carenze sistematiche di flussi di dati, sia sanitari sia ambientali, che negli ultimi anni avrebbero dovuto diventare correnti sulla base delle leggi vigenti.

La presentazione degli esiti del biomonitoraggio

Nell’ambito di Sebiomag, tra luglio 2008 e luglio 2009, sono state analizzate 59 sostanze organiche clorurate, 10 pesticidi e 30 metalli nel sangue di 262 persone e nelle urine di una parte di esse, delle quali 186 estratte casualmente in modo stratificato per età dalla popolazione di Gela, Niscemi e Butera, dai 20 ai 44 anni. I risultati delle analisi individuali sono stati restituiti alle persone coinvolte durante tre giornate, direttamente dagli esperti che hanno effettuato le analisi, e che hanno potuto così commentare i risultati, rispondere ai primi dubbi e interrogativi e fornire le spiegazioni richieste. Durante e dopo la restituzione dei risultati sono state raccolte molte informazioni sull’esposizione a inquinanti, assieme alle preoccupazioni dei diretti interessati, alcuni dei quali hanno successivamente contattato i responsabili dello studio. I risultati di Sebiomag, attesi con una certa ansia dalla comunità, hanno evidenziato per i metalli pesanti un profilo di esposizione diffusa ad arsenico, che in circa il 20% dei soggetti mostra valori urinari e/o ematici più alti o molto più alti di quanto osservato in altre indagini effettuate su popolazioni non esposte in ambito lavorativo o in circostanze accidentali; un segnale di esposizione a rame, caratterizzato da numerosi valori plasmatici quasi tutti in donne; segnali deboli di esposizione a piombo, cadmio e mercurio; valori di concentrazioni medie degli altri metalli (antimonio, selenio, tallio, berillio, vanadio) simili a quelli riportati in popolazioni generali, con pochi valori singoli superiori. Per le sostanze organiche clorurate si è riscontrata l’assenza o una presenza debole di sostanze misurate nel plasma, con pochi valori singoli che emergono nei gruppi, che sono indicativi di esposizione intensa a fonti multiple. I ricercatori hanno sottolineato la necessità di ripetere in tempi stretti le analisi per consentire in particolare di distinguere tra presenza di arsenico organico e inorganico (speciazione), assieme alla necessità di monitorare l’arsenico nell’ambiente e negli alimenti per individuare le fonti di esposizione attive in corso.

Come ne hanno parlato giornali e tv

È interessante esaminare la dinamica dell’informazione emersa sui media nel periodo successivo alla conferenza di presentazione, in particolare osservando le differenze tra le testate di scala locale e nazionale. Elementi di questo genere, assieme al contatto diretto con molti cittadini e con l’associazionismo, forniscono dati di conoscenza del contesto essenziali per la prosecuzione del lavoro e l’indirizzo di ulteriori attività di ricerca. La notizia della conferenza è stata pubblicata nella giornata successiva su 4 giornali a diffusione locale, o su quelli regionali nelle pagine di Gela o Caltanissetta, su alcuni siti internet, sulla televisione locale Tg10 e sull’Agenzia Stampa AGI, che serve le testate locali. L’attenzione maggiore si è concentrata sul tema ‘arsenico nel sangue’, con alcuni riferimenti allo studio sui lavoratori e a quello della mortalità nel-l’area. È stata anche riportata l’affermazione dell’Assessore all’ambiente che i controlli sulla popolazione continueranno. Nei giorni successivi qualche ripresa ha riguardato gli interventi di diversi personaggi della politica comunale, che hanno sollevato contestazioni sui risultati dello studio di biomonitoraggio umano, sostenendo la necessità di spendere i soldi in altro modo e avanzando il sospetto di manipolazione dei dati così come l’inutilità di ripetere le analisi; intanto un’ordinanza del Sindaco ha obbligato la Raffineria di Gela ad intervenire sul parco di coke all’aperto al fine di impedire la dispersione di polveri nell’aria. A distanza di due settimane dalla conferenza, il 31 luglio, il settimanale L’Espresso racconta la vicenda con una pagina dai toni piuttosto allarmistici, riportando il complesso delle ricerche effettuate e pubblicate sul supplemento di E&P, e ipotizzando il potenziale ‘avvelenamento’ da arsenico di 20 mila persone dell’area. Le agenzie di stampa nazionali, il Corriere della Sera, il Corriere Nazionale, Brescia Oggi, Il Giornale di Calabria, Il secolo XIX, la Repubblica, il Secolo d’Italia, la Voce di Romagna di Rimini, Libertà di Piacenza, rimandano la notizia uscita sul-l’Espresso con articoli più o meno ampi. A questo punto i giornali locali riprendono di nuovo l’argomento, diversi politici tra cui il Sindaco - neo eletto parlamentare europeo - fanno sentire la loro voce invocando, questa volta, interventi nazionali, screening sanitari e attenzione per i territorio. E ancora durante il mese di agosto alcuni giornali tornano sul tema, con interventi anche di esperti nazionali, come il senatore Marino (PD) che si chiede – preoccupato, a quanto riporta La Sicilia – “Chi si sta occupando di quelle migliaia di cittadini contaminati e chi di quelli che rischiano ancora la vita. Ogni giorno, per la sola colpa di vivere lì?”. Uno dei rimandi più diretti viene nello stesso periodo da Taranto, dove due associazioni di cittadini che seguono da anni i problemi di inquinamento provocato dalle attività industriali, portuali e militari nella zona, raccolgono ed esaminano le analisi fatte ai cittadini di Gela, simulando un’applicazione alla situazione locale. Sulla base dei dati di emissione di arsenico nell’ambiente dichiarati dalle industrie (pubblici in virtù delle procedure di Autorizzazione integrata ambientale in corso), che sono per Taranto circa cinque volte maggiori di Gela, lanciano quindi l’allarme, chiedendo al Sindaco di effettuare con urgenza un monitoraggio sulla popolazione. Si apre quindi un fronte di interviste e interventi sulla Gazzetta del Mezzogiorno, ed in effetti l’ARPA Puglia promette di intervenire, sulla base della richiesta del Sindaco. Nel frattempo le richieste dirette ai responsabili dello studio da parte di soggetti con risultati anomali sono cresciute con il passare delle settimane: chiedono consigli sul da farsi, si informano se è possibile rifare subito le analisi e dove, segnalando una forte inquietudine, la sensazione di smarrimento e di impotenza. Il responsabile dello studio Fabrizio Bianchi di IFC-CNR decide, quindi, di inviare una lettera aperta ai cittadini di Gela, pubblicata il 5 settembre sulle testate locali e diffusa in occasione di iniziative pubbliche da un gruppo di volontari nel corso della settimana seguente, in cui ripercorre i risultati dello studio, con toni tranquillizzanti e ribadisce che il gruppo di ricerca è pronto a proseguire, per individuare le fonti inquinanti che andranno eliminate nell’area. Nel caso della presentazione dei risultati dello studio Sebiomag, i mezzi di comunicazione hanno orientato le prese di posizione locali (in particolare quelle politiche) soprattutto nel passaggio dalla diffusione locale a quella nazionale. I giornali hanno contribuito a far aumentare la preoccupazione pubblica, ma hanno dato poco o nessun conto delle voci della comunità, sia in merito ai risultati dello studio sia in merito alle misure di contenimento dell’inquinamento che saranno necessarie. E una prima valutazione della situazione nel-l’area conferma, come ha affermato Claudio Minoia nel corso del suo intervento alla Conferenza di presentazione a Gela, che l’inquinante che preoccupa di più i ricercatori è, comunque, la sfiducia.

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