Attualità
07/03/2012

Forse tabacco, alcol e dieta non spiegano tutto

L’articolo Mortalità per tumori nel Sud Italia 1999-2003 comparso nel numero (3-4) 2011 di codesta rivista a firma di Bidoli e coll. rappresenta un tentativo di colmare un campo ancora poco indagato dalle istituzioni. La sua lettura ha stimolato alcune riflessioni.

Epatocarcinoma: gli autori nella discussione mettono in relazione il supero di mortalità con gli alti picchi di epatite B riscontrati nella zona di Napoli. Ma come interpretare l’SMR altrettanto elevato nella provincia di Caserta? Non sarebbe il caso di prendere in considerazione anche fattori ambientali diversi,magari riconducibili a condizioni ambientali compromesse in entrambe le province campane: si pensi al problema dei rifiuti (situazioni igieniche nel napoletano, discariche autorizzate e abusive nel casertano, eccetera) che potrebbero forse favorire un aumento di epatite B, ma anche di epatite A ed epatite C, ma ovviamente sarebbero responsabili anche di emissioni tossiche dioxinlike. Ricordiamo comunque che sono in aumento i casi di epatocarcinomi sporadici, vale a dire senza positività virale.

Tumore alla mammella: le alte SMR osservate in province come Napoli, Caserta e Taranto non sembrano spiegabili con differenze attribuibili a screening di diagnosi precoce più o meno efficienti. Sembra piuttosto che si potrebbe ipotizzare una qualche forma di inquinamento esterno che possa aver avuto un meccanismo di “interferenza endocrina” o di specifici inquinanti organici persistenti (POP): diossine, PCB, altre sostanze chimiche individuate in alcuni insetticidi, erbicidi. Non dimentichiamo i dati di presenza eccessiva di diossine negli alimenti e nel latte materno, specie nel casertano. Per quanto riguarda l’effetto protettivo nei riguardi della incidenza per diverse neoplasie svolto da una dieta mediterranea, sembrerebbe quasi che questo effetto positivo, da sempre vessillo delle regioni meridionali, si stia affievolendo: quale ruolo potrebbero avere i pesticidi in genere presenti sugli alimenti che portiamo sulle nostre tavole?

Non dimentichiamo il ruolo svolto dall’inquinamento atmosferico da traffico autoveicolare, che potrebbe non essere estraneo agli eccessi di tumore polmonare riscontrati in province come Napoli, Caserta, Lecce. In conclusione, ci sembra che le ipotesi avanzate, in sede di discussione e conclusioni da parte degli autore, circa il ruolo di fattori individuali come il consumo di tabacco, di alcool, di diete povere di fibre, e il ruolo degli screening per la diagnosi precoce di tumore alla mammella, colon-retto e cervice uterina possano non risultare sufficienti a dare una convincente spiegazione dei dati osservati. A nostro parere, pur tenendo conto dei tempi di latenza per l’insorgenza clinica delle neoplasie, le noxe ambientali, dall’inquinamento derivante da uno scorretto smaltimento dei rifiuti, a quello di origine industriale, a quello di origine da traffico su gomma, all’uso di fitofarmaci in agricoltura, eccetera potrebbero svolgere un ruolo altrettanto importante nell’eziopatogenesi delle malattie neoplastiche nel Sud Italia

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