Attualità
14/04/2015

Studio epidemiologico sullo stato di salute dei residenti nel Comune di Manfredonia. L’avvio dello studio raccontato dai ricercatori

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I primi passi

Nel Comune di Manfredonia (FG) è stato avviato uno studio epidemiologico sullo stato di salute dei residenti basato sulla nuova prospettiva di ricerca partecipata e condivisa tra ricercatori e cittadini. Lo studio è agli inizi e ci ripromettiamo di scriverne ancora; al momento vorremmo inquadrare il percorso fatto fin qui con una doppia narrazione: una dal punto di vista dei “ricercatori” e l’altra dal punto di vista del “coordinamento dei cittadini”. A fine estate 2013 il Sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, ha contattato Maria Angela Vigotti, epidemiologa dell’Università di Pisa, per avviare un’indagine sull’attuale stato di salute della popolazione e sulle conseguenze dell’incidente industriale occorso il 26 settembre 1976.1,2

Durante il 2014 ci sono stati diversi incontri con i rappresentanti della ASL e del Comune di Manfredonia per impostare un piano di indagine. Finalmente, nel gennaio 2015, è stato firmato un accordo di collaborazione tra IFC-CNR, Comune di Manfredonia e ASL di Foggia.3

Lo studio è stato promosso e cofinanziato da un’istituzione democratica locale, la Municipalità. Tuttavia, la storia della città è caratterizzata da profonde fratture sociali determinate da scelte riguardanti il modello di sviluppo dell’industrializzazione nel Meridione e dalle sue conseguenze anche in termini di inquinamento ambientale e salute. Le amministrazioni che si sono succedute non hanno avuto sempre un rapporto coerente con la popolazione, da qui i sentimenti di sfiducia, sospetto e indignazione che ancora pervadono la società civile. Impostare uno studio epidemiologico in questo contesto, pur frutto di una fattiva collaborazione con laMunicipalità, significa affrontare la questione della comunicazione e partecipazione dei cittadini già nella definizione del progetto; partecipazione che va perseguita anche in tutte le fasi successive (vd. figura 2 pp. 79-80). Nell’accordo tra le istituzioni che concorrono al progetto sono previsti quattro obiettivi.

Il progetto

Il primo obiettivo, affidato alla sezione di Lecce dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del CNR, consiste nella revisione delle conoscenze sulla pressione ambientale, attraverso la ricognizione di articoli scientifici e documenti che si riferiscono alle città di Manfredonia e diMonte Sant’Angelo, nel cui territorio si trova l’area industriale ex-Enichem. Si tratta dunque di realizzare una valutazione complessiva dell’attuale situazione ambientale e di supportare le attività epidemiologiche con la valutazione dell’esposizione della popolazione.

Accanto a un censimento delle sorgenti emissive esistenti sul territorio si ricostruirà, attraverso un modello diffusionale, la ricaduta al suolo dei contaminanti chimici emessi in seguito all’esplosione del 1976.

Il secondo obiettivo, affidato all’Istituto di fisiologia clinica (IFC) del CNR, prevede la revisione delle conoscenze scientifiche sugli effetti sanitari dell’esposizione ad arsenico e ad altri inquinanti emessi in passato, con particolare attenzione all’esposizione, anche a basse dosi, nella catena alimentare.

Il terzo obiettivo, affidato all’impresa sociale no-profit “Epidemiologia e Prevenzione”, riguarda la comunicazione e partecipazione della popolazione alla definizione del disegno dello studio, del protocollo di ricerca, del piano di analisi dei dati e dell’interpretazione dei risultati, per mezzo di una serie di azioni e iniziative che vedono il coinvolgimento di cittadini, ricercatori e tecnici che operano presso il Comune e presso la ASL locale. Le attività associate a tale obiettivo sono di particolare importanza in quanto caratterizzeranno l’intera indagine. Un ufficio con personale dedicato e sotto la responsabilità delGruppo di coordinamento locale (vd. pp. 83-84) è stato creato appositamente per informare e sostenere la partecipazione dei cittadini allo studio epidemiologico.

Il quarto obiettivo, a cura di IFC-CNR, ASL di Foggia eComune diManfredonia, riguarda la costruzione di uno studio di coorte a partire dall’anagrafe comunale dei residenti, con la storia residenziale e la georeferenziazione delle residenze dal primo anno disponibile (2004) e con informazioni di followup sui ricoveri ospedalieri (dal 2003) e sulla mortalità per causa (dal 2000). È anche prevista la fattibilità dell’aggiornamento della coorte dei lavoratori4 presenti nel 1976 e che parteciparono alla successiva bonifica, accertando lo stato in vita degli operai e il recupero, a livello comunale, dei dati di mortalità della popolazione a partire dal 1970.

La caratteristica più innovativa del progetto sta nel fatto che nulla è stato predefinito. Gli obiettivi, le patologie, il periodo di indagine e i metodi da utilizzare nella ricerca sono tutti elementi che scaturiranno dai risultati degli incontri previsti con la popolazione.

Tempi e finanziamenti

Lo studio è reso possibile dal CNR, che ne cofinanzia l’attuazione con personale e strumenti, dal Comune, che fornisce un contributo economico e il personale addetto all’estrazione dei dati anagrafici, e dalla ASL, che mette a disposizione i dati sanitari e il personale per l’estrazione.

Lo studio durerà un anno: quindi i risultati sono previsti per gennaio 2016.

La presentazione ufficiale è avvenuta il 6 febbraio 2015, presso l’aula consiliare del Comune di Manfredonia. Comprendeva una parte formale con interventi istituzionali e interventi dei ricercatori responsabili delle diverse parti del progetto, e una parte non strutturata in forma di assemblea pubblica. La partecipazione dei cittadini e delle associazioni è stata sollecitata tramite una serie di contatti informali. In questa fase è stato prezioso l’aiuto diMaurizio Portaluri, medico oncologo molto legato alle vicende di Manfredonia.2

Tutti gli incontri sono stati videoregistrati e messi a disposizione.3 Dall’assemblea pubblica sono nati un gruppo di coordinamento locale, un ufficio “di pubbliche relazioni” e una redazione. Il primo frutto concreto è stato il sito www.ambientesalutemanfredonia.it, su cui sono e saranno pubblicati i documenti che si riferiscono all’indagine, inclusi i contratti stipulati tra i soggetti istituzionali che hanno dato luogo allo studio, i documenti relativi ai finanziamenti e alle spese del progetto e le videoregistrazioni degli incontri pubblici. Nel coordinamento costituitosi in quell’occasione spicca la presenza delle donne della storica associazione “Bianca Lancia”.5

La seconda riunione pubblica in cui sono stati delineati per una prima discussione i quesiti epidemiologici e i possibili scenari in termini di implicazioni di sanità pubblica dello studio si è tenuta il 1 aprile 2015. Nel tempo intercorso tra queste due date, a Manfredonia è stata fatta una notevole opera di informazione sull’esistenza dello studio e sulla necessità primaria della partecipazione di tutti i cittadini interessati. Il Gruppo di coordinamento aperto ha organizzato altre due riunioni senza la presenza dei ricercatori, in cui, come riportato nei resoconti pubblici, c’è stata molta discussione, sono stati esplicitati dubbi e critiche, ed è stata chiesta la massima trasparenza negli atti, a cominciare dalla convenzione firmata dagli enti e delle relative determine di pagamento del Comune. Sono emerse preoccupazioni sulla presenza attuale di sostanze inquinanti nell’ambiente, sui rischi per la salute degli abitanti, sulle strategie di contenimento, sui ritardi nella bonifica e, non ultimo, sulla pianificazione di ulteriori attività industriali che potrebbero aggravare la pressione ambientale nell’area.

L’incontro di aprile è stato più partecipato del precedente: l’aula consiliare, che può contenere circa 50 persone, era chiaramente insufficiente. Tra i presenti, la vedova e il figlio di Nicola Lovecchio, l’operaio del petrolchimico di Manfredonia morto a 49 anni per tumore al polmone.2,6  Lovecchio, insieme a Portaluri, negli anni successivi all’esplosione fu autore di una ricerca sulla nocività del processo di produzione e sull’esposizione degli operai all’arsenico, che ha portato a un’indagine giudiziaria,7 conclusasi con risarcimenti in ambito civile e con un’assoluzione in fase penale dei dirigenti e degli esperti di medicina del lavoro dell’azienda.6

Non è mai successo prima

Per quasi tutti i partecipanti, ricercatori compresi, questa è un’esperienza nuova, senza un percorso predeterminato, che vede la popolazione soggetto attivo nello studio e portatrice di conoscenza imprescindibile.

Indeterminatezza e discrezione sono condizioni irrinunciabili in cui i ricercatori epidemiologi si devono porre per permettere alla popolazione di intervenire e partecipare alla definizione di tutte le fasi dello studio: identificazione degli obiettivi, scelta delle metodologie e dei materiali, pianificazione delle analisi, discussione e interpretazione dei risultati, definizione delle implicazioni dello studio.

Le prossime fasi del progetto prevedono la valutazione degli esiti della consultazione dei cittadini sui quesiti cui si deve rispondere con l’indagine epidemiologica (consultazione effettuata tramite questionari diretti o via web, via smartphone o incontri nell’ufficio di pubbliche relazioni dello studio). È contestualmente già cominciato un confronto sui possibili scenari in termini di implicazioni di sanità pubblica dello studio. Questo confronto verrà riportato nell’incontro di giugno con interventi delle istituzioni sulle decisioni e le azioni che le autorità, innanzitutto comunali, intenderanno assumere a seguito dei possibili diversi risultati della ricerca.

In ogni fase, fino a quella finale in cui si disporrà del protocollo dello studio, il coordinamento cittadino si consulterà come e quando riterrà opportuno con tecnici di propria fiducia, esterni al gruppo che si occupa delle indagini. Sul protocollo finale dello studio il parere da parte di tecnici esterni al gruppo dei ricercatori sarà obbligatorio. Questa forma di extended peer-review verrà dettagliata nel corso delle prossime assemblee pubbliche.

Solo a seguito dell’approvazione del protocollo finale i ricercatori procederanno con la valutazione dei dati e le analisi. Infine, già dalla prossima riunione dimetà giugno si definirà la data di rilascio dei risultati delle indagini.

Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.

Bibliografia

  1. BoatoM.Manfredonia l’imprevisto prevedibile. Sapere 1977;ott-nov:25-35.
  2. PortaluriM.Manfredonia trent’anni dopo. Epidemiol Prev 2006;30(4-5):217-8.
  3. Disponibile all’indirizzo: www.ambientesalutemanfredonia.it
  4. Studio di coorte Enichem di Manfredonia. A cura dei consulenti tecnici Comba P, Pirastu R. Procedimento n.8437/96, Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia.
  5. Vd. sito web www.biancalancia.org
  6. Langiu A, PortaluriM. Di fabbrica simuore. Milano, Manni Editore, 2008.
  7. Di Luzio G. I fantasmi dell’Enichem.Milano, Baldini Castoldi Dalai Editori, 2003.
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