Attualità
14/04/2015

Epidemiologia in contesti difficili

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In questo numero di EpiChange ospitiamo due interventi (uno scritto dai ricercatori e l'altro dai cittadini) riguardanti uno studio epidemiologico appena avviato nel Comune di Manfredonia (FG). Si tratta di un’indagine di epidemiologia descrittiva e di epidemiologia ambientale che segue un paradigma diverso da quello tradizionale. Non abbiamo usato l’aggettivo “nuovo” perché ciò potrebbe far pensare a un paradigma migliore rispetto a uno precedente ormai obsoleto e da superare. Nella prospettiva di EpiChange non si propone un nuovo paradigma che scalzi i precedenti, ma si prende atto che in epidemiologia convivono una pluralità di approcci che si applicano adeguatamente in contesti differenti. Qui elenchiamo tre situazioni in cui l’epidemiologo svolge di fatto ruoli diversi che implicano diverse modalità di azione:

  • Il primo approccio, diciamo così tradizionale, si applica quando si possono ottenere conoscenze epidemiologiche con un alto grado di certezza e affidabilità, come quando si stimano rischi relativi con un piccolo intervallo di confidenza riguardanti esposizioni del cui ruolo causale la comunità scientifica è certa; ne sono un esempio gli studi epidemiologici sulla popolazione residente a Casale Monferrato e l’esposizione ambientale ad amianto.1
  • Il secondo approccio è tipico delle valutazioni integrate ambientali e sanitarie, in cui si fa uso di modellistica e si applicano rischi relativi derivati dalla letteratura insieme a una valutazione generalmente descrittiva dello stato di salute di una popolazione potenzialmente esposta; ne sono un esempio le valutazione d’impatto degli inceneritori e delle discariche.2 Questa situazione ha margini di incertezza e arbitrarietà maggiori e vede l’epidemiologo esporsi in giudizi in cui la buona pratica e la correttezza professionale giocano un ruolo importante. In questi casi il ricercatore offre un’interpretazione di una realtà empirica che non è evidente di per sé e usa una modellistica che riposa su assunzioni arbitrarie, che fanno sì che vi sia una pluralità di interpretazioni e che fanno del ricercatore una parte in causa. In queste prime due situazioni all’epidemiologo viene, comunque, riconosciuto un ruolo tecnico volto a supportare le istituzioni e le comunità nella valutazione del rischio ambientale e sanitario.
  • Il paradigma che invece consideriamo in questo numero di Epi-Change si riferisce a una terza situazione: quella in cui l’incertezza è rilevante e le assunzioni messe alla base delle valutazioni integrate ambientali e sanitarie si applicano a contesti in cui conflittualità e fratture in seno alla società sono così profonde che l’epidemiologo non può rifugiarsi nello spazio tranquillo della valutazione tecnico-professionale.

Nelle figure 1 e 2 riportiamo, estremizzando, i due paradigmi.

Figura 1

Figura 2

Lo studio su Manfredonia è appena all’inizio e in questo numero si dà ragione delle sue prime fasi, in particolare di quella di definizione dei quesiti epidemiologici. Nei prossimi numeri EpiChange seguirà l’evolversi dello studio e documenterà tutte le fasi del nuovo modello di ricerca condivisa.

Bibliografia

  1. Per esempio: Maule MM, Magnani C, Dalmasso P, Mirabelli D, Merletti F, Biggeri A. Modeling mesothelioma risk associated with environmental asbestos exposure. Environ Health Perspect 2007;115(7):1066- 71.
  2. Per esempio: Forastiere F, Badaloni C, de Hoogh K et al. Health impact assessment of waste management facilities in three European countries. Environmental Health 2011;10:53.
  3. Air Quality and Health Workshop: "Air Quality and Health Impacts of Energy Resource Extraction, Processing, and Transportation" British Columbia Lung Association. March 10, 2014 Sheraton Wall Centre, Vancouver BC. L’intera presentazione è disponibile all’indirizzo web http://www.bc.lung.ca/association_and_services/airquality-archives-2014.html
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