Studio di mortalità e morbosità di una coorte di residenti in prossimità dell’area industriale di Milazzo, nel Comune di Pace del Mela (Messina)
Introduzione
In Italia attualmente sono stati identificati sull’intero territorio nazionale 57 siti definiti di interesse nazionale per le bonifiche per la presenza di «livelli di contaminazione o alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo o del sottosuolo o delle acque superficiali o delle acque sotterranee tali da determinare un pericolo per la salute pubblica o per l’ambiente naturale o costruito…» (DM 471/1999). Di questi, quattro sono nella Regione Sicilia. Il Comune di Pace del Mela, insieme a quelli di Milazzo e di San Filippo del Mela, costituisce il sito di interesse nazionale per le bonifiche «area industriale di Milazzo» (L. 266 del 2005). All’interno del sito sono presenti una raffineria, due centrali elettriche, un’industria siderurgica, un’azienda per la produzione di apparecchiature elettriche e un deposito per lo stoccaggio di elettrodomestici dismessi (DM 308/2006). Il Comune di San Filippo, inoltre, è stato per alcuni decenni un polo di produzione di manufatti in cemento-amianto, e sono previste attività di bonifica nel sito dello stabilimento ex-Sacelit e in aree limitrofe. Questi stessi comuni, insieme a Merì e Condrò, compongono inoltre l’area a elevato rischio di crisi ambientale «Comprensorio del Mela», istituita dalla Regione Sicilia nel 2002, ai sensi del Decreto legislativo n.112/1998. Il quadro dei dati di mortalità e morbosità relativo all’area a rischio del Mela, disponibile in due pubblicazioni dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Sicilia, mostra alcuni segnali meritevoli di approfondimento, in particolare per il tumore della laringe e le malattie respiratorie e cardiovascolari.1,2 Entrambi i rapporti analizzano i dati di mortalità e di ospedalizzazione delle aree a rischio ambientale della Sicilia rispetto ai comuni limitrofi e ai tassi regionali. Nel rapporto più recente, nell’area di Milazzo emergono dal confronto regionale eccessi significativi di mortalità (periodo 1995-2002) per tumore della laringe e per malattie cardiovascolari tra gli uomini, mentre la mortalità femminile risulta in linea con quella regionale. Dal-l’analisi delle ospedalizzazioni (periodo 2002-2005) emergono diversi eccessi significativi, tra cui quelli per tumore della vescica e per malattie cerebrovascolari e respiratorie croniche tra gli uomini e per il tumore di trachea bronchi e polmoni, del-l’ovaio e della tiroide e per malattie cerebrovascolari e respiratorie croniche tra le donne.1 Alcuni di questi eccessi erano già emersi nel rapporto precedente (mortalità: periodo 1995-2000; ospedalizzazioni: periodo 2001-2003).2 Lo studio di coorti residenziali è una delle tipologie di studio epidemiologico analitico che può contribuire alla descrizione epidemiologica dei siti inquinati e può consentire la verifica di ipotesi, all’interno di quel percorso di conoscenze che ha come fase iniziale l’indagine a livello comunale.3-6 All’interno del territorio comunale di Pace del Mela insiste un quartiere circoscritto e ben identificabile, in quanto separato dal resto del conglomerato urbano, confinante con l’area industriale di Milazzo e contiguo all’area industriale di Pace del Mela, che include uno stabilimento di riciclo di batterie esauste più altri stabilimenti, soprattutto dei settori alimentare, dei laterizi e della costruzione di imbarcazioni in resina. È stato quindi ipotizzato, vista la sua vicinanza all’area industriale di Milazzo e la contiguità con quella di Pace del Mela, che questo quartiere possa essere quello maggiormente interessato dagli inquinanti emessi dagli impianti presenti nell’area. Anche la popolazione e gli amministratori locali percepiscono quest’area come quella più inquinata all’interno del comune. Obiettivo del presente studio è quindi valutare la mortalità e l’ospedalizzazione dei residenti nel quartiere in esame, sulla base di tre principali motivazioni: l’interesse di misurare lo stato di salute della componente della popolazione di un sito contaminato che ragionevolmente può essere considerata più esposta,7 la sua delimitazione rispetto al resto del centro urbano e la percezione da parte della popolazione di una situazione di rischio per la salute legato alla contiguità con il polo industriale. Per la realizzazione dello studio è risultata determinante la collaborazione del Comune di Pace del Mela.
Tabella 1. Cause di mortalità analizzate e relativo codice ICD (IX revisione).
Table 1. Mortality causes analysed, with ICD (IX revision).
Tabella 2. Distribuzione degli anni-persona nello studio di mortalità, per genere e classe di età, alla fine del follow-up.
Table 2. Distribution of person-years in the mortality study, by sex and age classes, at end of follow-up.
Materiali e metodi
Gli elementi che delimitano geograficamente il quartiere sono: la litoranea a Nord, il torrente Muto a Est, la linea ferro-viaria a Sud, il cavalcavia e l’asse viario a Ovest. Sono stati individuati le strade e i numeri civici che costituiscono l’area di interesse, compresi gli eventuali cambiamenti di toponomastica che si sono avuti negli anni. L’area è risultata costituta dalle seguenti strade e numeri civici: contrada Gabbia, contrada Bassogalera a partire dal civico n. 8, contrada Lenze, via Catenella, zona industriale, via Olimpia a partire dal civico n. 4; il quartiere così definito è denominato «Contrada Gabbia» e la relativa superficie è di circa mezzo chilometro quadrato. Si tratta di una zona residenziale, con una scuola materna e una chiesa. La maggior parte delle case è a uno o due piani, con frequente presenza di orti. Attraverso la consultazione manuale delle schede anagrafiche dei residenti, attuali e passati, nel Comune di Pace del Mela dal 1.9.1984 (inizio disponibilità su supporto informatico dell’archivio corrente delle schede anagrafiche del Comune di Pace del Mela) al 31.12.2007 (data di enumerazione della coorte), è stata ricostruita la coorte di tutti i soggetti che hanno risieduto nell’area di interesse, per un qualsiasi periodo di tempo. Di ogni soggetto sono stati riportati i dati anagrafici, il codice fiscale e la storia residenziale, comprese le date di inizio e fine residenza di eventuali spostamenti all’interno del comune, e quindi i tempi di residenza nell’area in studio, con riferimento al periodo in esame, ma non a quelli precedenti (dati non informatizzati). Il database è stato quindi trasmesso all’ASL di Messina per la ricerca dello stato in vita e dell’eventuale causa di decesso dei soggetti residenti in Provincia di Messina a oggi o al momento del decesso. Per gli altri soggetti la richiesta è stata effettuata al comune di ultima residenza riportata sulla scheda anagrafica del Comune di Pace del Mela. Nessuno dei soggetti della coorte è risultato risiedere in province della Regione Sicilia diverse da quella di Messina, mentre alcuni risultavano residenti in altre Regioni italiane o all’estero. Sono stati quindi calcolati i rapporti standardizzati di mortalità specifici per causa, classe di età, genere e periodo di calendario, utilizzando come tassi di riferimento quelli di mortalità della Regione Sicilia. Le cause analizzate sono riportate in tabella 1. Non essendo disponibili informazioni sugli inquinanti ambientali emessi dagli stabilimenti presenti, non sono state formulate specifiche ipotesi a priori di possibili patologie in eccesso; si è scelto dunque di analizzare la mortalità per patologie a eziologia multifattoriale che presentano come fattori di rischio accertati o sospetti esposizioni a diversi inquinanti ambientali. Non è stato possibile eseguire l’analisi per durata di residenza in quanto, dato che la ricostruzione della storia residenziale è stata possibile solo a partire dal settembre 1984 (per disponibilità dell’archivio corrente delle schede anagrafiche), avrebbe comportato una sottostima della durata di residenza per i soggetti che avevano risieduto a Gabbia da anni precedenti. Per una stima della morbosità è stato utilizzato il tasso di ospedalizzazione nella coorte attraverso l’analisi delle schede di dimissione ospedaliera (SDO). Il sistema informativo ospedaliero (SIO) della Regione Sicilia include tutti i ricoveri dei residenti in Sicilia avvenuti dal 1.1.2001 al 31.12.2007, compresi quelli avvenuti fuori Regione, in regime di mobilità. Il database della coorte è stato quindi trasmesso al Dipartimento osservatorio epidemiologico (DOE) della Regione Sicilia per la ricostruzione della storia ospedaliera dei soggetti. È stato quindi effettuato un record linkage per codice sanitario (corrispondente al codice fiscale, in Sicilia) dei soggetti della coorte con la banca dati del SIO. La corrispondenza del codice sanitario con il codice fiscale, riportato dall’anagrafe comunale, fa ritenere che non ci siano stati falsi negativi. Nell’analisi sono stati esclusi i ricoveri avvenuti in day hospital e in regime di lungo degenza. Della storia ospedaliera di ciascun soggetto sono stati considerati solo i primi ricoveri con diagnosi principale una delle patologie di interesse, avvenuti successivamente alla data di inizio della residenza nell’area in studio, escludendo quelli ripetuti per la stessa patologia. Le patologie selezionate sono quelle analizzate nel rapporto del DOE Sicilia sulle aree a rischio ambientale del 2007.1 Sono stati quindi calcolati per le singole patologie i rapporti di incidenza standardizzati (SIR) per classi di età e per genere, rispetto ai tassi di ospedalizzazione della Regione Sicilia del-l’intero periodo.
Tabella 3. Analisi di mortalità. Quartiere Gabbia, periodo 1984-2007.
Table 3. Mortality analysis. Gabbia district, period 1984-2007.
Risultati
Studio di mortalità
La coorte, così come definita nel paragrafo precedente (ovvero, tutti i soggetti che hanno risieduto nell’area in studio dal 1.9.1984 al 31.12.2007, per un qualsiasi periodo) risulta costituita da 457 soggetti, 230 uomini e 227 donne. Di 39 soggetti (pari all’8,5% della coorte) non è stato possibile l’accertamento dello stato in vita; i persi al follow-up sono stati esclusi dall’analisi, che ha quindi incluso 418 soggetti (208 uomini e 210 donne). I 39 soggetti persi al follow-up sono 22 uomini (età media al 31.12.2007: 38 anni) e 17 donne (età media al 31.12.2007: 35 anni). L’età media dei soggetti della coorte alla fine del follow-up (31.12.2007, o la data di morte per i deceduti) risulta di 38 anni per gli uomini e 43 per le donne. Alla fine del followup sono risultati 62 soggetti deceduti (36 uomini e 26 donne) e 356 in vita. La distribuzione degli anni-persona, per genere e classi di età è riportata in tabella 2. I rapporti standardizzati di mortalità (SMR) corrispondenti alle cause con almeno un deceduto sono riportati nella tabella 3. La mortalità per tutte le cause non si discosta da quella attesa (62 osservati rispetto a 63 attesi), così come quella per tumori maligni (14 osservati rispetto a 15 attesi); eccessi non significativi sono emersi tra gli uomini per la mortalità generale e per i tumori maligni totali. La mortalità per tumore maligno del retto, della laringe e per il linfoma di Hodgkin è risultata in eccesso significativo, ma sulla base di un numero di casi attesi inferiore a uno. Anche la mortalità per cause non tumorali è risultata in linea con quella regionale; eccessi non significativi sono emersi tra gli uomini per malattie ischemiche e per malattie respiratorie; la mortalità per queste ultime è risultata in eccesso non significativo anche tra le donne.
Tabella 4. Distribuzione degli anni-persona nell’analisi dell’ospedalizzazione, per genere e classe di età, alla fine del follow-up.
Table 4. Distribution of person-years in the hospital discharge analysis, by sex and age classes, at end of follow-up.
Studio di morbosità
Il periodo di copertura del sistema informativo ospedaliero della Sicilia inizia nel 2001.Dalla coorte iniziale dei 457 soggetti sono stati quindi eliminati i soggetti deceduti prima del 1.1.2001 e quelli non più residenti in Regione dal 2001: la coorte risulta quindi composta da 393 soggetti (196 uomini e 197 donne). I ricoveri avvenuti prima dell’inizio della residenza nell’area di interesse sono stati esclusi. L’età media alla fine del follow-up (31.12.2007, o la data di ricovero, o la data di decesso) è di 38 anni tra gli uomini e 42 tra le donne. Sono risultati ricoverati per una delle patologie di interesse 56 soggetti (28 uomini e 28 donne); sono stati esclusi i ricoveri dello stesso soggetto ripetuti per la stessa causa, considerando invece i ricoveri multipli dello stesso soggetto, se avvenuti per cause diverse: l’analisi ha quindi considerato 67 ricoveri (35 di uomini e 32 di donne). Gli anni-persona accumulati alla fine del follow-up, distribuiti per genere e classi di età, sono riportati in tabella 4. I risultati dei SIR, rispetto alla popolazione della Regione Sicilia, per le patologie che sono risultate avere almeno un osservato, sono riportati in tabella 5. La morbosità per tumori totali è risultata in difetto rispetto alla popolazione regionale (17 osservati; SIR= 0,49, IC 95%: 0,31-0,79); eccessi non significativi, basati su meno di un caso atteso, si sono trovati per il tumore del colon e del retto, della laringe, di trachea, bronchi e polmoni tra gli uomini, della vescica e del sistema nervoso centrale tra le donne. Tra le patologie non oncologiche, la morbosità è risultata in eccesso non significativo nelle donne per le malattie ischemiche, e negli uomini per le malattie respiratorie acute, per le malattie polmonari croniche, per l’asma (quest’ultimo dato basato su un caso) e per le malattie del rene.
Tabella 5. Analisi di ospedalizzazione. Gabbia, periodo 2001-2007.
Table 5. Hospital discharge analyisis. Gabbia, period 2001-2007.
Discussione e conclusione
La metodologia utilizzata nella ricostruzione della coorte, grazie alla collaborazione dell’anagrafe comunale, ha permesso l’identificazione di tutti i soggetti che, per un qualsiasi periodo, abbiano risieduto nell’area in esame negli anni di osservazione. La ricostruzione della storia residenziale, pur esaustiva per il periodo di analisi, non ha permesso l’analisi per durata di residenza, vista la data di inizio di accessibilità alle schede anagrafiche dell’archivio corrente. I sistemi informativi sanitari locali (dell’ASL di Messina per quanto riguarda la mortalità) e regionali (del Dipartimento attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico della Regione Sicilia per quanto riguarda le schede ospedaliere) hanno permesso attraverso metodi di record linkage la ricostruzione dello stato in vita e della storia ospedaliera dei soggetti della coorte. Per la mortalità, la proporzione di persi al follow-up è stata dell’8,5%, ma non ci sono motivi per sospettare una perdita differenziale dei soggetti in funzione dello stato in vita. L’utilizzo delle SDO in indagini di epidemiologia ambientale merita una particolare attenzione per quanto riguarda gli aspetti di validità. Nel 2007 il DOE Sicilia ha pubblicato un rapporto sulla «Valutazione della qualità della compilazione e della codifica della scheda di dimissione ospedaliera»,8 e nel rapporto sulle aree a rischio ambientale del 2007 si sottolinea il miglioramento rilevato nell’accuratezza dell’individuazione e nella codifica della diagnosi principale.1 Viste queste indicazioni per la specifica realtà territoriale, e date le esperienze in altri ambiti,9 anche in questo studio si è deciso di considerare solo la diagnosi principale riportata sulle singole SDO; tale scelta, pur portando una possibile perdita di sensibilità, assicura una maggiore specificità. La metodologia utilizzata potrà essere applicata in altre realtà territoriali che abbiano uguali potenzialità, sia per la ricostruzione anagrafica da parte degli uffici comunali sia per la qualità dei sistemi informativi sanitari.
Tabella 6. Concentrazioni degli inquinanti gassosi presso la scuola materna di Contrada Gabbia, medie settimanali (µg/m3).11
Table 6. Air polluting concentrations measured close to maternal school in study area, week averages (µg/m3).11
Tre ordini di problemi suggeriscono di adottare una certa cautela nell’interpretazione dei risultati del presente studio.
- In primo luogo, l’inadeguata disponibilità di dati ambientali relativi alle emissioni degli impianti industriali di Milazzo e Pace del Mela preclude la possibilità di formulare ipotesi a priori sulle cause di morte o ricovero ospedaliero per le quali ci si sarebbe potuto attendere un eccesso in quest’area. Non sono infatti applicabili allo specifico contesto da noi studiato i modelli di diffusione messi a punto da Morra e collaboratori con riferimento all’inceneritore, alla discarica e agli stabilimenti di produzione di miscele bituminose presenti nella Valle del Mela.10 Sono disponibili per Gabbia i risultati delle determinazioni di SO2,NO2 e benzene relative a una settimana al mese nel periodo novembre 2007-aprile 2008 (tabella 6): pur considerando il periodo limitato della campagna di monitoraggio, che preclude il confronto diretto con i limiti di legge basati su medie annuali, questi dati rappresentano un utile elemento di valutazione della situazione nell’area. Le concentrazioni rilevate (comunque inferiori ai valori corrispondenti ai limiti previsti dalla normativa vigente) sono compatibili con quelle che si riscontrano nelle aree urbane. Non vi sono quindi elementi per formulare specifiche ipotesi eziologiche relative a incrementi di mortalità o morbosità rilevabili attraverso lo studio di coorte.
- In secondo luogo, la bassa età media dei membri della coorte non consente di apprezzare l’eventuale emergere di un maggiore carico di patologia fra coloro che abbiano a lungo risieduto nel sito in esame.
- Infine, la bassa numerosità dei membri della coorte comporta una modesta potenza statistica con conseguente maggior rischio di risultati falsamente negativi.
L’indagine non ha considerato l’esposizione ad altri possibili fattori di rischio per le patologie analizzate, quali gli stili di vita, la dieta, il fumo, né l’esposizione lavorativa. Le attività occupazionali negli stabilimenti industriali dell’area tra i soggetti della coorte potrebbero essere importanti, ma non si hanno informazioni a riguardo per la stima delle esposizioni professionali. Ciò premesso, l’unico dato statisticamente significativo è la minore frequenza di ospedalizzazione per tutti i tumori tra i soggetti della coorte rispetto alla popolazione regionale. Questo non sembra poter essere spiegato da una diversa accessibilità alle strutture ospedaliere, avendo indagato patologie che richiedono almeno un ricovero, e avendo utilizzato nell’analisi solo il primo ricovero e non quelli ripetuti per stessa causa, la cui frequenza invece potrebbe risentire dell’accessibilità alle strutture ospedaliere. Pur tenendo conto di queste limitazioni, va rilevato che sulla base delle analisi effettuate la popolazione residente nel quartiere Gabbia non ha mostrato particolari eccessi di patologie rispetto alla popolazione regionale e si può ritenere che il quadro che emerge complessivamente, sia dall’analisi di mortalità sia da quella delle schede ospedaliere, non evidenzi particolari anomalie tra i residenti di Gabbia rispetto alla popolazione generale della Sicilia. A tale riguardo bisogna però tener presente che i flussi sanitari utilizzati (mortalità e ricoveri ospedalieri) non forniscono elementi sulla frequenza di patologie non letali e che non richiedono il ricovero in ospedale. Gli eccessi di mortalità e ospedalizzazioni che sono stati riportati dai due rapporti del DOE Sicilia già menzionati1,2 per l’intera area a rischio ambientale di Milazzo (che comprende come già detto il Comune di Pace del Mela) rispetto ai dati regionali, non sono stati riscontrati in quest’indagine tra i residenti del quartiere Gabbia. Per il futuro si raccomanda in primo luogo di effettuare una adeguata caratterizzazione ambientale dell’area in esame, con particolare riferimento alle ricadute delle emissioni dello stabilimento per il riciclo delle batterie esauste, ma anche con attenzione al problema del particolato aerodisperso e delle emissioni responsabili di disturbi olfattivi. Dalla modellizzazione spaziale della diffusione degli inquinanti aerodispersi nell’area in esame sarà possibile individuare subaree a maggiore esposizione nelle quali concentrare la sorveglianza epidemiologica o, se appropriato, effettuare indagini di biomonitoraggio. Più in generale, la migliore conoscenza degli inquinanti presenti e dei loro livelli di concentrazione potrà consentire di mettere a punto efficaci strategie di riduzione dell’esposizione. Su queste basi sarà altresì possibile attivare processi di comunicazione con la popolazione caratterizzati da trasparenza e partecipazione.
Conflitti di interesse: nessuno
Ringraziamenti: si ringraziano Annibale Biggeri dell’Università di Firenze, Roberta Pirastu dell’Università «La Sapienza» di Roma e Gaetano Settimo dell’Istituto superiore di sanità per il loro contributo al presente studio. Questo lavoro è stato realizzato nell’ambito del Progetto «Aree a rischio in Sicilia» coordinato dall’OMS-Roma in accordo con l’Ufficio speciale «Aree a rischio» della Regione Siciliana.
Bibliografia
- Cernigliaro A, Pollina Addario S, Cesaroni G et al. Stato di salute nelle aree a rischio ambientale della Sicilia. Aggiornamento dell’analisi della mortalità (anni 1995-2002) e dei ricoveri ospedalieri (anni 2001-2006). Dipartimento osservatorio epidemiologico, Assessorato alla sanità, Regione Sicilia, Palermo 2007 (www.doesicilia.it/media/RapportoAreeARischio_al2006.pdf).
- Fano V, Cernigliaro A, Scondotto, S et al. Stato di salute della popolazione residente nelle aree ad elevato rischio ambientale e nei siti di interesse nazionale della Sicilia. Analisi della mortalità (aa1995-2000) e dei ricoveri ospedalieri (aa 2001-2003). O.E. Notiziario dell’Osservatorio epidemiologico regionale, Regione Siciliana, 2005.
- Pasetto P, Benedetti M, Fazzo L et al. Impatto sanitario nei siti inquina-ti: caratterizzazione epidemiologica e ruolo delle ipotesi a priori. In: Comba P, Bianchi F, Iavarone I, Pirastu R (eds). Impatto sulla salute dei siti inquinati: metodi e strumenti per la ricerca e le valutazioni. Rapporti Istisan 07/50: 22-41. Roma, Istituto superiore di sanità, 2007.
- Pasetto R, Pirastu R. Studio di coorte nel contesto dei siti inquinati. In: Bianchi F, Comba P (eds). Indagini epidemiologiche nei siti inquinati: basi scientifiche, procedure metodologiche e gestionali, prospettive di equità. Rapporti Istisan 06/19: 34-50. Roma, Istituto superiore di Sanità, 2006.
- Terracini B. Aree oggetto di bonifica: inquadramento teorico e metodologico. In: Cori L, Cocchi M, Comba P (eds). Indagini epidemiologiche nei siti di interesse nazionale per le bonifiche delle regioni italiane previste dai Fondi strutturali dell’Unione Europea. Rapporti Istisan 05/1: 53-61. Roma, Istituto superiore di sanità, 2005.
- Comba P, Belli S, Pasetto R et al. Studi di epidemiologia analitica nei si-ti di interesse nazionale per le bonifiche. In: Cori L, Cocchi M, Comba P (eds). Indagini epidemiologiche nei siti di interesse nazionale per le bonifiche delle regioni italiane previste dai Fondi strutturali dell’Unione Europea. Rapporti Istisan 05/1: 115-122. Roma, Istituto superiore di sanità, 2005.
- Fazzo L, Comba P. Il ruolo dei gruppi ad alto rischio nello studio delle relazioni tra ambiente e salute. Ann Ist Super Sanità 2004; 40(4): 417-26.
- Nicolosi A, Perriera S, Di Gaetano V et al. Programma regionale «Valutazione della qualità della compilazione e codifica della scheda di dimissione ospedaliera». Rapporto Finale. Supplemento O.E. Notiziario dell’Osservatorio epidemiologico regionale, Regione Siciliana, 2007.
- Fazzo L, Tancioni V, Polichetti A et al. Morbidity experience in populations residentially exposed to 50 Hz magnetic fields. Methodology and preliminary findings of a cohort study. Int J Occup Environ Health 2009; 15: 133-42.
- Morra P, Lisi R, Spadon G et al. The assessment of human health impact caused by industrial and civil activities in the Pace Valley of Messina. Sci Total Environ 2009; 407: 3712-20.
- Biggeri A. Comunicazione personale.