Provenienza da Paesi a forte pressione migratoria e partecipazione allo screening citologico nell’AUSL2 dell’Umbria. Impatto sulla probabilità di presentare lesioni di alto grado e tumori del collo dell’utero
Obiettivo: verificare se esiste una diversa probabilità di ricevere una diagnosi di lesioni gravi e tumori per le donne immigrate, valutando anche il peso esercitato dalla mancata adesione ai round precedenti.
Disegno: studio retrospettivo.
Setting e partecipanti: fonte dei dati: archivio del programma di screening della AUSL2 dell’Umbria. Popolazione di studio: aderenti all’ultimo round (2008-2010) e appartenenti a una fascia d’età potenzialmente in grado di partecipare a tutti i round precedenti (1999-2007).
Principali outcome: positività al Pap test; lesioni che comportano l’avvio a colposcopia (AGCH, AGCUS, ASCH, HSIL); tumori (carcinomi squamocelluari e adenocarcinomi).
Risultati: l’1,7% delle donne è risultato positivo al Pap test, lo 0,7% ha presentato lesioni con avvio immediato a colposcopia e lo 0,039% ha ricevuto una diagnosi di tumore.
Le percentuali di donne con Pap test positivo, con lesioni avviate a colposcopia e con tumori sono significativamente più elevate tra coloro che provengono da Paesi disagiati. Inoltre la partecipazione ai round precedenti risulta protettiva nei confronti degli indicatori suddetti.
Conclusione: da questo studio emerge il peso indipendente di più fattori di rischio e quindi la necessità di promuovere con particolare impegno la partecipazione allo screening delle donne provenienti da Paesi disagiati.