Piano di monitoraggio per la ricerca di contaminanti ambientali in latte ovino prodotto in aree prossime al sito di interesse nazionale denominato «Aree industriali di Porto Torres e discarica di Calancoi» in Sardegna
OBIETTIVI: valutare i livelli di diossine, PCB e alcuni elementi chimici in campioni di latte ovino prodotto in aree prossime al SIN situato nella zona Nord-Ovest della Sardegna, denominato «Aree industriali di Porto Torres e discarica di Calancoi».
DISEGNO: piano di monitoraggio su latte ovino di massa, prelevato in allevamenti situati nell’area di studio, per la determinazione di diossine, PCB, metalli pesanti (Cd, Hg, Pb) e altri elementi chimici (As, Be, Cr, Ni, Tl, Zn).
SETTING E PARTECIPANTI: sono stati prelevati 60 campioni di latte di massa in allevamenti rurali alimentati prevalentemente con foraggi e mangimi prodotti in azienda: 30 provenienti da allevamenti presenti in territori limitrofi alla zona industriale di Porto Torres e 30 da allevamenti distribuiti intorno all’area che ospitava la discarica di Calancoi, sito dismesso di raccolta rifiuti, localizzato a Est della città di Sassari.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: sono stati determinati i livelli di concentrazione delle sostanze cercate e valutati i risultati rispetto ai limiti normativi europei.
RISULTATI: in tutti i campioni, le sostanze cercate presentavano concentrazioni inferiori ai tenori massimi ammessi dai regolamenti comunitari. I livelli di diossine e DL-PCB (espressi come somma) sono risultati nell’intervallo 0,20-1,30 pg OMS-TEQ/g grasso, i livelli dei NDL-PCB (somma dei sei congeneri marker) nell’intervallo 0,50-7,50 ng/g grasso, mentre i valori dei metalli pesanti sono risultati non rilevabili o prossimi al limite di quantificazione del metodo. Concentrazioni non rilevabili sono state osservate anche per gli elementi tossici berillio e tallio.
CONCLUSIONI: i livelli dei microinquinanti riscontrati nei campioni di latte sono risultati significativamente più bassi rispetto ai limiti legali. Le quantità e i profili di distribuzione non mostrano differenze rilevanti rispetto ai campioni di latte prelevati in aree con un basso impatto ambientale, dunque non mettono in luce un rischio di assunzione maggiore, per le sostanze analizzate, determinato dal consumo del latte prodotto nell’area di studio. I risultati del presente lavoro non mettono al riparo le popolazioni residenti dai rischi per la salute derivanti dalle criticità del SIN, ma forniscono un’indicazione limitatamente alla sicurezza del latte, non mostrando particolari profili di contaminazione e pericolosità per gli alimenti prodotti dagli allevamenti ovini della zona.