Lo stato di salute percepito della popolazione immigrata in Italia
OBIETTIVI: valutare lo stato di salute percepito della popolazione immigrata residente in Italia.
DISEGNO: studio trasversale basato sui campioni rappresentativi della popolazione residente in Italia delle indagini Istat “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari” 2005 e 2013.
SETTING E PARTECIPANTI: lo studio è stato condotto sul campione nella fascia di età 18-64 anni: n. 80.661 nel 2005, di cui 3,2% immigrati e n. 72.476 nel 2013, di cui 7,1% immigrati.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: rapporti fra tassi di prevalenza (PRR) stimati attraverso modelli di regressione logbinomiali, stratificati per edizione dell’indagine e genere, valutando l’associazione tra il physical component score (PCS), il mental component score (MCS) e l’indice di salute globale con la cittadinanza, aggiustando per i seguenti fattori di confondimento: età, livello di istruzione, stato occupazionale, risorse economiche percepite, indice di massa corporea (IMC).
RISULTATI: nel 2005 gli immigrati avevano una minore probabilità di peggiore salute fisica percepita, sia tra i maschi (PRR: 0,79; IC95% 0,70-0,89) sia tra le femmine (PRR: 0,89; IC95% 0,82-0,97) rispetto agli italiani. Nel 2013 il vantaggio di salute percepita a favore degli immigrati si riduceva in entrambi i generi (PRR maschi: 0,87; IC95% 0,80-0,95; PRR femmine: 0,94; IC95% 0,88-0,99). Nel periodo considerato aumenta la prevalenza di persone con peggiore stato di salute mentale, con PRR inferiori tra gli immigrati rispetto agli italiani. Si è osservata inoltre una probabilità più elevata di salute percepita globale «non buona» tra gli immigrati residenti in Italia da almeno 10 anni (PRR maschi: 1,24; PRR femmine: 1,15) e tra gli uomini immigrati provenienti dal continente americano (PRR: 1,35).
CONCLUSIONI: tra il 2005 e il 2013 la popolazione immigrata sembrerebbe mantenere una migliore percezione del proprio stato di salute rispetto a quella italiana, anche se i risultati dello studio mostrano nel periodo considerato un peggioramento della salute percepita, in particolare mentale, al netto di fattori demografici, socioeconomici e stili di vita, e uno stato di salute percepita globale peggiore tra gli immigrati che risiedono in Italia da più tempo. Tali risultati sembrerebbero suggerire che l’effetto migrante sano tenda a esaurirsi, forse anche come conseguenza dell’intercorsa crisi finanziaria globale. L’aumento della disoccupazione e il minore reddito disponibile hanno inoltre reso l’accesso all’assistenza sanitaria più difficile, soprattutto nei gruppi più fragili della popolazione, tra i quali i migranti. In tale contesto occorre promuovere politiche sanitarie che favoriscano l’equità nell’accesso a stili di vita sani e a servizi sanitari efficaci, presupposto imprescindibile per la riduzione delle disuguaglianze nella salute.