Articoli scientifici
12/02/2021

L’accesso al pronto soccorso ai tempi del COVID-19: un’analisi dei primi tre mesi nella regione Lazio

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OBIETTIVI: valutare l’impatto dell’epidemia di SARS-CoV-2 sugli accessi ai servizi di pronto soccorso (PS) della regione Lazio per le patologie dipendenti dal tempo per problemi di salute potenzialmente non indifferibili, per sospetta sintomatologia da SARS-CoV-2 e per condizioni ad alto rischio di inappropriatezza.
DISEGNO:
studio osservazionale.
SETTING E PARTECIPANTI:
accessi nei PS degli ospedali della regione Lazio nei primi tre mesi degli anni 2017, 2018, 2019 e 2020.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME:
numero totale di accessi in PS e numero di accessi specifici per patologie cardio e cerebrovascolari, per traumi gravi, per sintomi, segni e stati morbosi mal definiti e per sintomi legati alla polmonite.
RISULTATI:
nei primi 3 mesi del 2019, risultano 429.972 accessi nei PS e nei Dipartimenti di emergenza urgenza e accettazione (DEA) della Regione Lazio; nello stesso periodo del 2020, gli accessi sono pari a 353.806, con una riduzione del 21,5%, fino al 73% in meno nelle ultime tre settimane di marzo, rispetto all’anno precedente. Confrontando i primi 3 mesi del periodo 2017-2019 con il 2020, risulta che gli accessi per sindromi coronariche e cerebrovascolari acute iniziano a ridursi a partire dalla decima settimana, fino ad arrivare, rispettivamente, a una variazione superiore al 57% e al 50%. Gli accessi per sintomi, segni e stati morbosi mal definiti, considerati come proxy di condizioni a rischio di inappropriatezza, si riducono a partire dall’ottava settimana, con variazione massima del 70%. Gli accessi per trauma grave si riducono fino al 70% nell’undicesima settimana. Gli accessi per polmonite aumentano, fino ad arrivare a un incremento del 70% nella dodicesima settimana.
CONCLUSIONI:
il confronto degli accessi ai servizi di PS durante l’epidemia di SARS-CoV-2 con i periodi precedenti può fornire elementi utili sia per la promozione e il miglioramento della pianificazione sia per la gestione di situazioni critiche sia per la riprogrammazione dell’offerta sanitaria secondo criteri di appropriatezza clinica e organizzativa.

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