Articoli scientifici
11/12/2020

La valutazione dell’esposizione della popolazione italiana all’inquinamento atmosferico nel periodo 2016-2019 per lo studio della relazione tra inquinamento atmosferico e COVID-19

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L’inquinamento atmosferico è una delle principali cause di morte in tutto il mondo, con effetti avversi legati a esposizioni sia a breve sia a lungo termine. Di recente è stato anche accostato alla pandemia COVID-19. Per analizzare questa possibile associazione a livello italiano, è necessario indagare tutta l’area della penisola, sia le zone urbane sia quelle non urbane. Si rileva quindi la necessità di uno strumento per la valutazione dell’esposizione, omogeneo e applicabile su tutto il territorio nazionale.
Esistono già esperienze in Italia di modelli ad alta risoluzione spazio-temporale, per la stima del materiale particolato (PM), con l’uso di predittori spazio-temporali, dati satellitari, dati di monitoraggio della qualità dell’aria.
Il presente lavoro completa la disponibilità di queste stime per gli anni più recenti (2016-2019) e viene applicato anche per stimare gli ossidi di azoto e l’ozono. La risoluzione spaziale è di 1x1 km.
Il modello si conferma capace di catturare la variabilità del PM (R2=0,78 e 0,74 per PM10 e PM2,5, rispettivamente) e fornisce stime attendibili anche per l’ozono (R2=0,76); per l’NO2 le performance del modello sono inferiori (R2=0,57). Le stime modellistiche sono state utilizzate per calcolare la PWE (population-weighted exposure) come media annua pesata sulla popolazione residente in ogni singola cella, che rappresenta la stima dell’esposizione cronica all’inquinamento atmosferico della popolazione italiana.
Queste stime sono pronte per essere utilizzate negli studi sull’associazione tra esposizione cronica all’inquinamento atmosferico e patologia COVID-19, così come per indagini sul ruolo dell’inquinamento dell’aria sulla salute della popolazione italiana.

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