Articoli scientifici
14/08/2019

La valutazione dell’esposizione a contaminanti ambientali: modelli di dispersione e biomonitoraggio umano 

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INTRODUZIONE: la valutazione dell’esposizione individuale alle sostanze tossiche nelle aree industrialmente contaminate è difficile soprattutto quando sono presenti più fonti di pressione ambientale. Nell’area di Civitavecchia (a Nord di Roma) sono in funzione dagli anni Sessanta due centrali termoelettriche (una recentemente convertita in carbone) e un grande porto, ma fino ad ora non erano disponibili valutazioni dettagliate dell’esposizione di inquinanti da fonti industriali, riscaldamento (combustione di biomassa) e traffico urbano.
OBIETTIVI:
valutare la relazione tra concentrazioni di inquinanti stimate dai modelli di dispersione degli inquinanti e biomonitoraggio per affrontare il principale problema degli studi di epidemiologia ambientale: la valutazione dell’esposizione.
DISEGNO:
studio trasversale.
SETTING E PARTECIPANTI:
coorte dei residenti dal 2001 nell’area di Civitavecchia di età 35-69 anni con indirizzi di residenza geocodificati e concentrazioni dei traccianti delle fonti di inquinamento presenti (centrale elettrica: PM10, traffico: NOx, attività portuali: PM10, riscaldamento a biomasse: PM10) stimate all’indirizzo di residenza (modelli di dispersione lagrangiani). Concentrazioni di metalli (Cd, Pt, W, Pd, Hg, Tl, Cr, Pd, Ni, As) misurate in un campione della coorte nell’ambito dello studio di biomonitoraggio umano “Ambiente e Biomarcatori a Civitavecchia” (ABC).
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME:
confronto tra i valori (log-trasformati) della concentrazione urinaria dei metalli e i termini lineari delle concentrazioni di inquinanti stimati da modello di dispersione (corrette per genere, età, stagione e altri potenziali confondenti, quali dieta e storia lavorativa). Sono stati calcolati rapporti tra medie geometriche (GMR) e relativi intervalli di confidenza (IC95%).
RISULTATI:
il campione in studio è costituito da 1.141 residenti (42% uomini, età media 53,5 anni, DS 9,7). È stata evidenziata un’associazione tra PM10 da centrale termoelettrica e concentrazione urinaria di cadmio (GMR: 1,12; IC95% 1,00-1;25), NOx da traffico e concentrazioni di platino (GMR: 1,17; IC95% 1,00-1,38), PM10 da riscaldamento a biomasse e cadmio (GMR: 1,14; IC95% 1,05-1,24), tungsteno (GMR: 1,19; IC95% 1,03-1,37) e palladio (GMR: 1,11; IC95% 1,00-1,23).
CONCLUSIONI:
i modelli di dispersione, pur non potendo sostituire gli studi di biomonitoraggio, rappresentano un valido strumento per la valutazione dell’esposizione a livello individuale delle popolazioni che vivono in aree industrialmente contaminate.

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