Articoli scientifici
18/09/2017

La prevenzione dei tumori femminili nelle donne immigrate residenti in Italia

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OBIETTIVI: confrontare l’andamento della copertura per Pap test e mammografia nel 2005 e nel 2013 tra donne italiane e immigrate residenti in Italia e valutare i fattori associati alla probabilità di aver fatto il test nei tempi raccomandati tra le donne immigrate.
DISEGNO
: studio trasversale condotto con i dati delle Indagini Multiscopo “Salute e ricorso ai servizi sanitari” 2005 e 2013 dell’Istat.
SETTING E PARTECIPANTI
: sono state incluse nello studio le donne in fascia di età target per il Pap test (25-64 anni: n. 32.831) e per la mammografia (50-69 anni: n. 16.459). Sono definite “immigrate” le donne con cittadinanza straniera, residenti in Italia.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME
: sono stati calcolati: i tassi di prevalenza standardizzati per età di donne che dichiarano di aver fatto ricorso «almeno una volta nella vita» al test di prevenzione in assenza di sintomi; la «copertura» per ciascun test, cioè la percentuale di donne che ha dichiarato il ricorso ad almeno un Pap test in assenza di sintomi nei tre anni precedenti l’intervista e ad almeno una mammografia in assenza di sintomi nei due anni precedenti. Attraverso modelli di regressione logistica stimati sulle donne immigrate è stata valutata l’associazione tra gli indicatori di «copertura » e alcuni fattori demografici, socioeconomici, di stili di vita e di uso dei servizi sanitari.
RISULTATI
: sia nel 2005 sia nel 2013, il ricorso alla prevenzione dei tumori femminili era più elevato tra le donne italiane rispetto alle immigrate, ma il divario si è ridotto nel 2013 in particolare per il Pap test, per effetto del maggior incremento dei tassi di copertura tra le immigrate rispetto alle italiane. Tale incremento ha un andamento differenziato sul territorio: è particolarmente marcato nel Nord-Est (+26,4%) e nel Centro (+26,4%), mentre nel Sud e Isole si osserva un incremento maggiore per le italiane. All’aumentare degli anni di permanenza in Italia per le donne straniere aumenta la quota di copertura sia per il Pap test sia per la mammografia. Per il Pap test tra le donne immigrate (n. 2.601) i livelli di copertura sono più elevati tra chi ha fatto almeno una visita di prevenzione nell’ultimo mese (OR: 2,13), ha un partner italiano (OR: 1,72), risiede in Italia da almeno 13 anni, è laureata (OR: 1,87), giudica ottime o adeguate le proprie risorse economiche (OR: 1,39), proviene dal continente americano (68% in più rispetto alle africane). Per quanto riguarda invece i livelli relativi alla mammografia tra le immigrate (n. 636), risultano più elevati tra chi si è sottoposto a visite mediche di prevenzione (OR: 3,35), ha un livello di istruzione elevato (OR: 2,51) o risorse economiche ottime o adeguate (OR: 1,75).
CONCLUSIONE
: il nostro studio evidenzia una situazione sfavorevole all’accesso alla prevenzione oncologica da parte delle donne immigrate, analogamente con quanto osservato in precedenti studi italiani e di altri Paesi industrializzati, anche con storia di immigrazione più consolidata. Nel Sud lo svantaggio rispetto al resto del Paese è molto forte anche per le italiane, suggerendo che laddove l’offerta dei test di screening è più efficace e l’accessibilità migliore per le donne italiane lo è anche per le donne immigrate. La riduzione delle differenze fra italiane e immigrate nel periodo considerato, l’aumento dei livelli di copertura per le donne che risiedono in Italia da più tempo e che hanno un partner italiano, suggeriscono un effetto positivo dell’integrazione, seppur eterogeneo rispetto all’area di provenienza.

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