Articoli scientifici
26/04/2010

La prevalenza dell’abitudine a fumare in automobile: i risultati dello studio osservazionale in Veneto

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Premessa

L’esposizione al fumo passivo è responsabile ogni anno di migliaia di casi di malattie respiratorie, cardiovascolari e tumori.1-3 Oltre ai danni a lungo temine, questo tipo di esposizione involontaria può causare danni respiratori anche a breve termine, di cui spesso i bambini vengono a essere il bersaglio più sensibile.4-6 Le misure di controllo del fumo passivo introdotte da molti Paesi negli ultimi anni hanno migliorato sensibilmente la qualità dell’aria nei locali pubblici.7 Tuttavia resta il problema nei luoghi non normati, prevalentemente rappresentati dalle abitazioni private e dalle autovetture, ove il divieto di fumo è considerato non applicabile o parzialmente applicabile, come dimostrano le esperienze condotte in alcuni Paesi con particolare riferimento al divieto di fumo in auto per ragioni di sicurezza stradale (violazione delle norme del codice della strada) e non della salute di guidatore e passeggeri.8 Negli Stati Uniti, fumare in macchina è vietato in presenza di minori di 6 anni in Arkansas, di 13 anni in Louisiana, mentre dal 2008 lo stato della California protegge dal fumo i passeggeri di età inferiore ai 18 anni.9 Il fumo in auto rappresenta un caso particolare a causa delle esposizioni di picco, in quanto è noto che una sola sigaretta fumata all’interno di piccoli spazi confinati comporta elevatissimi livelli di nicotina ambientale e di particolato fine (PM) nell’abitacolo, questi ultimi da decine a centinaia di volte superiori ai massimi consentiti per legge nell’ambiente esterno.10-15 L’entità dell’emissione di polveri da parte di una sigaretta è incredibilmente elevata, molto maggiore rispetto alle polveri prodotte da un motore diesel nello stesso intervallo di tempo.16 L’esposizione acuta a fumo passivo può determinare effetti avversi sul sistema cardiovascolare, simili a quelli determinati dal fumo attivo.17 Inoltre, l’esposizione acuta a fumo passivo può determinare una diminuzione della funzione polmonare nei bambini asmatici.18 Recenti indagini hanno messo in evidenza come l’abitudine di fumare in automobile sia ancora frequente, e come una percentuale consistente dei fumatori non consideri pericolosa l’esposizione al fumo in macchina dei propri figli.18-22 L’auto risulta inoltre essere una delle occasioni di esposizione più frequenti al fumo passivo tra i giovani di età inferiore ai 21 anni.23 Un’indagine Doxa effettuata nel 2008 attraverso la somministrazione di questionari ha riportato che, a fronte del 22% di fumatori nella popolazione italiana di età superiore ai 15 anni, il 61,9% afferma di fumare alla guida dell’auto.24 Nonostante queste evidenze, la reale consistenza del fenomeno del fumo in auto non è stata oggetto di analisi sul campo, né a livello nazionale, né in ambito europeo. Su iniziativa della Direzione per la prevenzione della Regione del Veneto si è deciso di intraprendere uno studio osservazionale misurando la frequenza delle auto con fumatori (individuando anche la presenza di bambini esposti al fumo passivo a bordo) nel territorio regionale.

Materiali e metodi

Obiettivo dello studio è la stima della prevalenza di conducenti e passeggeri che fumano in auto in Veneto. Lo studio è di tipo osservazionale e campionario con disegno a cluster (design effect = 2). Per determinare la numerosità campionaria sono state considerate:

  • la percentuale di fumatori che dichiarano di fumare in auto (61,9%24);
  • la percentuale di fumatori in Veneto (18,9%);
  • la probabilità di osservare una persona mentre fuma in un arco temporale di circa 5 minuti (pari a 1/5 del tempo corrispondente a un tragitto medio stimato26)

Per determinare la numerosità campionaria sono state considerate: Per garantire una precisione assoluta dello 0,5% (1,5-2,5%) con un livello di confidenza del 5% occorre esaminare 6.480 vetture. La rilevazione è stata effettuata dal personale dei dipartimenti di prevenzione nei due incroci (cluster) più significativi, con o senza semaforo, di ciascuno degli 81 Comuni oggetto dello studio, di cui 21 autorappresentativi (costituiti dal Comune più popoloso e importante del territorio di ciascuna ULSS) e 60 estratti casualmente e proporzionalmente tra le 21 Aziende ULSS della Regione Veneto. Per ogni punto di osservazione (incroci con semaforo, con stop, rotonde) ogni rilevatore aveva il compito di osservare conducenti e passeggeri all’interno di 40 vetture con targa italiana fermi durante la fase di luce rossa del semaforo, la sosta allo stop, o la sosta prima dell’ingresso nelle rotonde. Il rilevatore si posizionava all’incrocio in modo da assicurarsi la migliore visione degli occupanti nelle vetture ferme al semaforo o allo stop e, risalendo la fila dei veicoli fermi, rilevava quanto richiesto nella scheda di protocollo.

Tabella 1. Numero di vetture monitorate e tipologia stradale.
Table 1. Number of cars surveyed and road types.

Le rilevazioni sono state effettuate dall’1 al 17 ottobre 2008 in due fasce orarie della giornata, dalle 7.30 alle 9.00 e dalle 17.00 alle 19.30, dal lunedì al venerdì. La scheda di rilevazione per ciascuna automobile riportava il nome dell’operatore, l’ULSS di appartenenza, la data e l’ora della rilevazione, il Comune di rilevazione con il codice Istat comunale, l’incrocio monitorato e la tipologia dell’incrocio. Venivano inoltre registrati il tipo di vettura, il sesso del conducente e la fascia di età di appartenenza, se il conducente stava fumando, se la vettura trasportava passeggeri adulti, se almeno un passeggero stava fumando, se tra i trasportati vi erano bambini (fascia di età al di sotto dei 14 anni) e se i finestrini erano aperti. I risultati sono stati espressi come percentuale, con intervallo di confidenza al 95%. Le differenze sono state testate con χ2 (α = 0,05).

Risultati

Hanno partecipato 19 delle 21 Aziende ULSS della Regione, la copertura del monitoraggio è stata del 91,4% dell’atteso (148 incroci), le vetture monitorate 5.928 (pari al 91,5% del prevsito), il 50,7% degli incroci veniva monitorato nelle ore mattutine, i rimanenti tra le 17.00 e le 19.30. I dettagli delle osservazioni sono riportati in tabella 1. Le vetture monitorate sono state per l’89,4% automobili (10,6% i veicoli commerciali), il conducente era di sesso maschile nel 61,4% dei casi, l’età prevalente stimabile tra i 25 e i 64 anni nell’80,6% dei casi. La presenza di almeno una persona in atto di fumare è stata rilevata in 409 veicoli, pari al 6,9% (IC 95%: 6,0-7,9%) del totale delle osservazioni, percentuale che sale al 12% per i veicoli commerciali. Nella maggior parte dei casi (87,3%) a fumare era solo il conducente, nell’8,3% solo il passeggero, nel 4,4% entrambi. In 762 vetture è stata rilevata la presenza di bambini e in 7 di queste (0,9%; IC 95%: 0,2-1,6%) è stata osservata la presenza di almeno un fumatore. Tra gli uomini il 7,3% fuma alla guida contro il 4,7% delle donne. La presenza di fumatori era percentualmente superiore nelle vetture di tipo commerciale (12%), rispetto alle automobili (6,3%). I dati riassuntivi sono riportati in tabella 2.

Tabella 2. Tipologia del fumo in macchina.
Table 2. Pattern of smoking in car.

Discussione

Il monitoraggio effettuato nel Veneto ha rilevato una prevalenza del 6,9% di veicoli circolanti inquinati da fumo di tabacco nell’abitacolo, tra le quasi 6.000 vetture osservate. In 7 veicoli con bambini erano presenti fumatori. Questi dati confermano la rilevanza del fenomeno, che comporta un’esposizione acuta con elevatissime concentrazioni di sostanze inquinanti che pone a rischio la salute di una vasta fascia di popolazione, con possibili conseguenze anche a breve termine, soprattutto per i bambini e per le persone affette da patologie respiratorie. La percentuale di fumatori a bordo dei veicoli commerciali (12%), quasi doppia rispetto ai veicoli privati, è altrettanto interessante sotto il profilo dell’esposizione lavorativa, che spesso comporta periodi di permanenza in auto prolungati. È da notare che l’esposizione al fumo passivo è un fattore di rischio aggiuntivo respiratorio (tosse, catarro, sibili) anche per il fumatore stesso, come dimostrato dagli studi del gruppo di Lam, sia nei fumatori adulti sia negli adolescenti.27-28 Sebbene la questione del fumo in macchina sia stata di recente presa in considerazione anche a livello politico (ma considerando, come detto, gli aspetti legati alla sicurezza stradale), tanto da ipotizzare l’introduzione in Italia del divieto di fumo in auto,29 biosgna sottolineare che anche in quei Paesi dove la sensibilità verso le misure di smoking policy è elevata, come la Nuova Zelanda, il divieto di fumare in macchina è per ora considerato non prioritario, o comunque prematuro dai responsabili delle politiche di prevenzione.30 Le ragioni di questo atteggiamento molto cauto dipendono dalla valutazione che l’informazione fornita ai cittadini in materia è stata per ora insufficiente, che vi è la convinzione diffusa che i successi della smoking policy degli ultimi anni abbiano raggiunto livelli esaustivi, e che l’automobile rientra nella sfera personale privata, cosicché eventuali provvedimenti limitativi potrebbero configurare una possibile lesione della libertà individuale dei fumatori. In ogni caso, tra le iniziative considerate vincenti dal punto di vista della comunicazione per migliorare la popolarità di eventuali interventi di limitazione del fumo in macchina, quella più efficace è un maggiore impegno nell’informazione al pubblico sui rischi dell’esposizione dei bambini e sulla reale portata del fenomeno. Secondo le inchieste di mercato,24 i fumatori riportano di avere l’abitudine di fumare in auto in un’alta percentuale dei casi, ma anche una bassa percezione del rischio verso i non fumatori esposti in automobile al fumo passivo di genitori e amici. Nonostante l’affidabilità dei questionari, verificare la diffusione del fenomeno nel mondo reale con studi osservazionali analoghi al nostro ne amplifica il significato e favorisce la consapevolezza tra la popolazione. Esattamente come era negli intenti della ricerca di Martin e coll. effettuata nel 2005 in Nuova Zelanda con una metodologia simile a quella utilizata nel presente studio. I ricercatori neozelandesi hanno valutato la point prevalence a bordo strada dei veicoli con fumatori in distretti della contea di Wellington con diverse caratteristiche socio-economiche.31 In quell’anno la percentuale di fumatori a livello nazionale era del 22%,32 simile a quella italiana nel periodo di rilevazione della nostra ricerca. La percentuale di veicoli con fumatori a bordo nello studio neozelandese risultava molto diversa in funzione del livello socio-economico, passando dal 2% dei veicoli nelle aree a elevato tenore di vita, al 6,4% delle aree socialmente deprivate (valore, quest’ultimo, vicino a quello medio da noi rilevato). Naturalmente, le caratteristiche socio-culturali dei due Paesi non rendono possibile un confronto tra i due studi, anche se i fumatori neozelandesi dimostravano a quell’epoca un’attitudine a fumare in auto del 70%, simile ai dati demoscopici italiani.24,33 La dimensione e il disegno dello studio, che ha coinvolto un numero consistente di Comuni e di ULSS della Regione del Veneto, conferiscono una buona rappresentatività statistica rispetto alle abitudini dei fumatori che abitano in questa Regione, con un totale di quasi 6.000 veicoli osservati e un periodo cumulativo di osservazione di circa 400 ore di traffico reale. Ai fini di una valutazione reale del fenomeno è necessario considerare che il periodo di osservazione per ogni automezzo ha una durata molto breve, che l’atto di fumare non è una variabile continua, dato che la durata media sigaretta è di circa 510 minuti e l’intervallo medio tra una sigaretta e la successiva è di 20 minuti,32 e un tragitto medio, come detto, è di circa 25 minuti. Pertanto, la possibilità di intercettare nell’atto di fumare un guidatore o un passeggero abituati a fumare in auto è circa 1 su 2, e il dato osservato del 6,9% di fumo in macchina potrebbe essere sottostimato di due volte: corretto salirebbe al 14%. Se si considera che la percentuale di fumatori in Italia è del 22% nella popolazione generale,24 e che il 61,9% dei fumatori afferma di fumare in auto, ci si dovrebbe attendere una percentuale osservabile di auto con fumatori a bordo del 13,6 % del totale delle osservazioni (61,9% del 22%), che è coerente con il dato corretto delle osservazioni a bordo strada, pari a circa il 14%. Fumare in macchina è certamente anche una fonte di disattenzione dei guidatori, e una causa di incidenti stradali. In effetti, la discussione che si è avviata recentemente a livello politico sulla necessità di una regolamentazione al riguardo si è focalizzata su questo tipo di rischio.29,35 Si ritiene pertanto importante che alla base della necessità del divieto di fumare in macchina debbano essere messe in grande evidenza le ragioni igienico-ambientali di tutela della salute dei non fumatori, ma anche dei fumatori stessi, nei confronti di un’esposizione che si può considerare la più pesante, tra tutte le situazioni di rischio da inquinamento ambientale indoor.

Conclusioni

Lo studio presentato rientra nella strategia articolata di controllo dell’epidemia tabagica che la Direzione prevenzione della Regione del Veneto sta conducendo da anni con gli operatori delle aziende sanitarie mediante indagini conoscitive, azioni di comunità, campagne informative, azioni per la riduzione del fumo passivo ed attività di disassuefazione. Nello specifico, la rilevazione condotta ha permesso di attivare la partecipazione attiva delle Aziende ULSS, orientando l’attività di decine di tecnici della prevenzione su obiettivi di prevenzione ambientale concreti, oltre a dedicare risorse a sostegno della smoking policy che, dopo l’introduzione della legge che limita il fumo nei locali pubblici e nei luoghi di lavoro, necessita di iniziative continue di sorveglianza e supporto, anche mediatico.36 La collaborazione con l’Istituto nazionale dei tumori di Milano colloca questo studio in una dimensione scientifica di ampio respiro che permette di offrire un contributo all’analisi di una più vasta e qualificata platea di ricercatori al fine di aumentare il dibattito e l’approfondimento sul tema. L’utilità di dispositivi di sicurezza ambientale nell’abitacolo (allarme sonoro in caso di superamento di un limite per il monossido di carbonio, per esempio) è uno dei possibili argomenti di interesse immediato, così come l’analisi sociologica di soluzioni utili a favorire il processo di de-normalizzazione del fumo di tabacco in auto rivolte, per esempio, in particolare agli addetti al trasporto commerciale. Sono stati elaborati specifici materiali educativi sulla prevenzione del fumo in auto da utilizzare all'interno di programmi di counselling per i genitori da parte del personale dei Dipartimenti di prevenzione del Veneto, anche in associazione ai consigli sull'uso delle cinture di sicurezza e seggiolini per i bambini.

Conflitti di interesse: nessuno

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