L’utilità dei dati di pronto soccorso per una sorveglianza integrata dell’abortività spontanea a livello di popolazione
OBIETTIVI: quantificare e contestualizzare la proporzione di aborti spontanei gestiti esclusivamente in pronto soccorso (PS) in provincia di Trento.
DISEGNO: studio di sorveglianza di popolazione.
SETTING E PARTECIPANTI: confronto tra l’archivio informatizzato trentino degli accessi al PS per aborto spontaneo e il flusso Istat D-11 sugli aborti spontanei per cui è stato necessario un ricovero ospedaliero nel periodo 2010-2016.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: per ciascun anno, è stata calcolata la proporzione di aborti spontanei visti al PS che successivamente hanno avuto un’indicazione di ricovero e quella dei casi esclusivamente gestiti in PS. Si sono confrontate le due casistiche sulla base delle variabili: età, cittadinanza, settimana di gestazione, anno di calendario e punto di PS.
RISULTATI: la proporzione di aborti spontanei gestiti esclusivamente in PS in provincia di Trento varia dal 31,3% nel 2010 al 60,5% nel 2016. Non emergono differenze nella proporzione dell’ospedalizzazione in relazione alla classe di età della donna, mentre si osserva una più alta proporzione di ospedalizzazioni tra le donne straniere rispetto alle italiane e nel PS di Trento rispetto ai PS periferici. Emerge chiaramente un trend crescente dell’ospedalizzazione con l’aumentare dell’età gestazionale, mentre l’anno di calendario risulta inversamente proporzionale all’aumento dell’ospedalizzazione.
CONCLUSIONI: cambiando il percorso diagnostico terapeutico delle donne con aborto spontaneo potrebbe essere utile, ai fini di una rappresentazione del fenomeno il più possibile vicina alla realtà, pensare a un’integrazione del flusso Istat D-11 sui casi ricoverati con i casi gestiti esclusivamente in PS. Questa opportunità andrebbe considerata quando si eseguono studi epidemiologici locali, multicentrici o nazionali.