Incontinenza urinaria da urgenza nelle donne tra i 40 e 65 anni di età: prevalenza, qualità di vita, impatto sociale e costi
Introduzione
L’incontinenza urinaria (UI) è un disturbo minzionale caratterizzato dalla perdita involontaria di urina. Si tratta di una condizione molto diffusa, la quale ha una profonda influenza sul benessere e sulla vita sociale delle persone che ne soffrono,1,2 oltre a comportare un ingente onere economico, stimato intorno ai 55,7 miliardi di euro nel 2023 per la UI femminile nei Paesi europei.3
Esistono diversi tipi di incontinenza. L’incontinenza urinaria da stress (SUI) è la fuoriuscita involontaria di urina durante uno sforzo come uno starnuto o un colpo di tosse.1,4 In genere, dipende dalla debolezza della muscolatura perineale pelvica che circonda l’uretra, la quale perde la propria capacità di supportare lo sfintere uretrale. La perdita di efficienza di questa muscolatura si può realizzare a seguito di una sofferenza perineale nei travagli prolungati oppure in corrispondenza dell’invecchiamento dei tessuti, con la menopausa.5 L’incontinenza urinaria da urgenza (UUI) è la perdita involontaria di urina accompagnata o immediatamente preceduta da un improvviso e forte desiderio di urinare che non può essere rimandato.1,6,7 È generalmente provocata da contrazioni incontrollabili della vescica, che possono manifestarsi in presenza di lesioni del sistema di controllo neurologico, o in alcune patologie infiammatorie, ostruttive o neoplastiche della vescica.5L’incontinenza urinaria mista (MUI) è la perdita involontaria di urina caratterizzata contemporaneamente da urgenza e stress.4,8
Tra i fattori predittivi associati, si mettono in evidenza: innalzamento dell’età con incremento dai 40 ai 65 anni,9 parità, sesso femminile, stato funzionale compromesso, infezioni ricorrenti del tratto urinario, pregressa isterectomia, malattie croniche polmonari, diabete, alcuni disturbi neurologici, fumo, assunzione di caffeina, inattività fisica e abitudini personali.10-12
Con l’avanzare dell’età, in relazione alle modificazioni ormonali post-menopausali, sia la vescica sia le strutture pelviche subiscono trasformazioni facilitanti l’insorgenza della UI. Anche il numero delle gravidanze, il tipo di parto e il peso dei neonati contribuiscono alla patogenesi del disturbo; infatti, può verificarsi un danneggiamento da stiramento del nervo pudendo e del tessuto connettivo del pavimento pelvico. Anche l’obesità può contribuire: l’aumento di peso comporta un indebolimento cronico delle strutture muscolari, nervose e tendinee del perineo. Alcuni studi hanno dimostrato come l’aumento dell’indice di massa corporea (IMC) sia associato all’insorgenza di SUI e di UUI, testimoniando come l’obesità possa agire non solo con l’aumento della pressione intra-addominale, ma anche attraverso altri meccanismi.5
La frequente compresenza di più predittori, come l’obesità, il diabete e la politerapia, aumenta l’incidenza della UI.1 La natura della relazione tra UI, fattori di rischio e comorbilità associate è complessa e in molti casi ancora poco compresa, ma questi elementi probabilmente contribuiscono al peso del disturbo, indipendentemente dalla natura del rapporto causale.13
Recenti studi epidemiologici affermano che il tipo di UI che aumenterà maggiormente nei prossimi anni è proprio la UUI, poiché la sua prevalenza è strettamente collegata all’invecchiamento della popolazione mondiale.7,10,14,15 Oltre al malessere personale arrecato dal disturbo, è utile ricordare che la UUI colpisce anche donne socialmente attive, che lavorano e che sono una risorsa sociale ed economica per loro stesse, la famiglia e, in generale, per il Paese.6,14
Obiettivo
L’obiettivo di questa revisione della letteratura è di indagare la prevalenza, la qualità di vita, l’impatto sociale e i costi dell’incontinenza urinaria da urgenza nelle donne di età tra 40 e 65 anni.
Materiali e metodi
Il presente studio è una revisione narrativa della letteratura.
La ricerca è stata condotta partendo da due quesiti, formulati secondo il framework PEO (Population, Exposure, Outcome):16
- quesito 1: qual è la prevalenza globale dell’incontinenza urinaria da urgenza nelle donne di età compresa tra 40 e 65 anni?
- quesito 2: quali sono la qualità di vita, l’impatto sociale e i costi nelle donne tra i 40 e i 65 anni d’età che soffrono di incontinenza urinaria da urgenza?
È stato utilizzato il flowchart PRISMA per illustrare il processo di screening e selezione degli studi nelle diverse fasi della revisione.
Criteri di eleggibilità
L’eleggibilità degli studi identificati è dipesa dai seguenti criteri di inclusione:
- revisioni sistematiche e narrative della letteratura;
- articoli scritti in lingua italiana o inglese;
- articoli che studiano il genere femminile;
- articoli che includono una popolazione di età compresa tra i 40 e i 65 anni di età.
Strategia di ricerca
Come fonti di informazione, sono stati adoperati quattro database elettronici: PubMed, CINAHL, Web Of Science, Embase. La ricerca è stata effettuata tra l’inizio di marzo 2023 e l’inizio di maggio 2023, utilizzando alcuni filtri (“age”, “humans”, “language”, “female” e “review”). La stringa di ricerca è stata realizzata tramite l’utilizzo degli operatori booleani AND e OR, combinando termini liberi (ricercati per titolo e abstract) e termini MeSH. Nelle tabelle S1 e S2 (vedi materiali supplementari online), si riportano le stringhe di ricerca lanciate sulle diverse banche dati per i due quesiti presentati sopra.
Il processo di screening per titolo e abstract e, successivamente, per full text è stato eseguito da due revisori (M.L., S.T.). Ogni disaccordo tra i revisori in ogni fase del processo di selezione degli studi è stato risolto attraverso la discussione o tramite il confronto con un terzo revisore esperto (G.V.).
Risultati
Processo di selezione degli studi
Tramite il flowchart PRISMA (figure 1 e 2), viene illustrato il processo di identificazione, screening, eleggibilità e inclusione degli studi per il presente lavoro di ricerca.
Per il quesito 1, la ricerca ha prodotto un totale di 150 articoli. Dopo aver rimosso i duplicati con l’ausilio del software Zotero, è stato effettuato lo screening per titolo e abstract di ogni record e, successivamente, valutato il full text. Sono stati inclusi un totale di 8 articoli trovati tramite la stringa di ricerca principale e 3 ulteriori studi reperiti attraverso citation searching, per un totale di 11 articoli definitivamente inclusi ai fini della presente revisione.
Per il quesito 2, la ricerca ha prodotto un totale di 209 articoli. Dopo aver rimosso i duplicati con l’ausilio del software Zotero, è stato effettuato lo screening per titolo e abstract di ogni record e, successivamente, valutato il full text. Sono stati inclusi un totale di 9 articoli trovati tramite la stringa di ricerca principale e 1 ulteriore studio reperito attraverso citation searching, per un totale di 10 articoli inclusi ai fini della presente revisione.
Caratteristiche degli studi
L’estrazione dei dati è stata effettuata attraverso la realizzazione di tabelle sinottiche, le quali raccolgono, per ogni studio incluso, i seguenti dati: autori, anno di pubblicazione e contesto o setting dello studio, obiettivo dello studio, disegno dello studio, materiali e metodi, criteri di inclusione ed esclusione, numero totale degli articoli inclusi, risultati, conclusioni.
Per ciò che concerne l’anno di pubblicazione degli studi, tra le strategie metodologiche non era stato imposto alcun limite temporale, per rendere la ricerca il più possibile inclusiva; gli articoli rispondenti ai criteri di eleggibilità sono stati pubblicati nell’ultimo trentennio, tra il 1996 e il 2023.
Per quanto riguarda il setting, lo studio ha tentato di includere studi multinazionali; la letteratura scientifica esistente si è focalizzata in particolare su tre continenti: America,13,17-27 Asia28 ed Europa23,29-32.
In merito al disegno di studio, sono state ritenute eleggibili per il presente studio tutte le tipologie di revisione della letteratura secondo le differenti definizioni fornite da Sutton e colleghi.33 Sono risultate pertinenti ai quesiti di ricerca tredici revisioni narrative,17,18,21,22,24,26-32 quattro revisioni sistematiche13,19,20,23 e una revisione di prove epidemiologiche25.
Nelle tabelle S3 e S4 (vedi materiali supplementari online), si riporta l’estrazione dati che riassumono, rispettivamente, caratteristiche e risultati degli studi inclusi nei due quesiti.
Prevalenza
La prevalenza globale per la UUI è di due o tre volte maggiore nelle donne rispetto agli uomini (a causa dei diversi meccanismi fisiopatologici e fattori di rischio tra i sessi):34-36 sopra i 40 anni, si attesta tra l’1,7% e il 13,3% per gli uomini e tra il 7,0% e il 30,3% per le donne, sulla base della localizzazione geografica.18,21-24 Pertanto, la prevalenza dell’incontinenza urinaria varia a seconda del sesso, della fascia di età esaminata e del contesto territoriale, ma dipende anche dalla metodologia utilizzata per ricavare i dati, rendendo difficile una stima precisa.18,20,23 Gli studi presi in considerazione in questa revisione sulla UUI femminile sono caratterizzati da eterogeneità e differiscono, in parte, rispetto alla definizione di urgenza, ai criteri diagnostici in termini di entità, frequenza e durata dei sintomi, ai criteri di eleggibilità, al disegno di studio adottato e al contesto geografico, che può riflettere differenze etniche e fattori etico-culturali disparati.34
Prevalenza per età
La prevalenza dei diversi sottotipi di UI è stata analizzata da numerosi studi epidemiologici multinazionali, che hanno stratificato i dati percentuali a seconda dell’età della popolazione considerata. Diversi studi hanno affermato che la UUI nelle donne cresce all’aumentare dell’età,18,21,24,25,28 in particolare dopo i 40 anni18,21,26.
Si riscontra che la UUI sia cresciuta dal 5% al 10% nelle donne tra 45 e 64 anni e fino al 12% nelle donne >65 anni nell’arco di una ventina d’anni.19,34 Con l’inizio della menopausa, infatti, si riscontra un calo degli estrogeni che potrebbe causare la perdita del controllo centrale sulla vescica secondaria alla ridotta stimolazione del centro cerebrale della minzione.10,25 L’incremento specifico della UUI nelle donne tra i 45 e i 64 anni, nel dettaglio, potrebbe essere associato a cause multifattoriali, tra cui l’aumento dell’età media al parto37 o l’incremento dei tassi di obesità.38 L’aumentata notifica dei casi potrebbe essere un ulteriore fattore associato all’aumentata prevalenza di UUI: una recente metanalisi afferma che la menopausa e l’età superiore ai 50 anni sono fattori associati positivamente ai comportamenti di richiesta d’aiuto.39
In tabella 1, viene mostrata la prevalenza della UUI studiata a livello multinazionale. Per ricavare questi dati, sono stati considerati esclusivamente gli studi che definissero la UUI come «perdita involontaria di urina accompagnata o immediatamente preceduta da un improvviso e forte desiderio di urinare che non può essere rimandato o difficile da posticipare».1,6,7,20 Ciononostante, i dati riportati variano notevolmente tra gli studi. Un possibile fattore che contribuisce a queste differenze può essere l’arco temporale di conduzione delle indagini: gli studi più recenti mostrano una prevalenza tendenzialmente più alta23 rispetto a quelli sviluppati in periodi precedenti24. Anche i diversi strumenti di rilevazione del dato potrebbero aver influito sui tassi di prevalenza: i questionari autocompilati o le interviste26, infatti, possono riportare percentuali più elevate rispetto alle diagnosi cliniche20. Infine, la composizione e le caratteristiche della popolazione presa in considerazione sono eterogenee. Serels e colleghi,26 per esempio, fanno riferimento a dati esclusivamente europei, mentre lo studio di Milsom et al.23 riporta stime globali.
Prevalenza per area geografica
I tassi di prevalenza variano a seconda del Paese di origine e della metodologia utilizzata per la ricerca.21,23,28
In Cina, un recente studio su donne adulte con UUI ha dimostrato che la prevalenza era più diffusa nelle donne che vivono nelle zone rurali (44,0%) rispetto alle donne che vivono nelle zone urbane (29,9%). Questo dato potrebbe essere attribuito alla maggiore esposizione ai fattori di rischio del primo gruppo: attività pesanti, maggiore lavoro fisico e pluriparità (il 95,6% delle donne che vivono in zone rurale hanno avuto almeno due gravidanze rispetto al 5,2% delle donne che vivono nelle zone urbane).28 Un’altra causa del fenomeno potrebbe essere rappresentata dalle condizioni di vita più scadenti e da una minore qualità della salute a causa della ridotta assistenza medica.
Un ulteriore dato emerso è la maggiore prevalenza del disturbo negli Stati americani, derivata probabilmente dalla crescente e significativa preponderanza dell’obesità,40 che è uno dei fattori predittivi principali per l’insorgenza della UUI.11-13,24,25
Nella mappa geografica di figura 3 vengono illustrati i dati ricavati dagli studi inclusi nella presente revisione, indicando, per ogni Paese studiato, la prevalenza della UUI considerando esclusivamente la fascia di popolazione femminile dai 40 ai 65 anni di età.19,22-24 Le differenze significative nei tassi di prevalenza evidenziate in figura, che oscillano dal 2,4% in Norvegia al 34,1% in Belgio,23 potrebbero essere attribuite a fattori locali, sociali e culturali che influenzano sia la rilevazione sia l’autosegnalazione dell’incontinenza. In alcuni Paesi, potrebbe esistere un maggiore stigma o una minore consapevolezza riguardo a questa condizione, elementi che potrebbero variare anche in base al periodo in cui sono stati condotti gli studi: i tassi di prevalenza più bassi sono stati rilevati per la maggior parte tra il 1997 e il 2001,24 mentre le stime più elevate risalgono alla prima decade del 200023. Inoltre, i risultati potrebbero essere stati influenzati dalle diverse metodologie e strumenti di raccolta dati adoperati per condurre le indagini di prevalenza.
Prevalenza per altri fattori predittivi
Diversi studi riportano la prevalenza della UUI stratificandola a seconda dei disturbi che provoca o in base ai fattori predittivi.21 Per esempio, la UUI si verifica in modo prevalente nelle donne pluripare: aver partorito più di quattro figli, soprattutto con parto vaginale28, determina un grado e una prevalenza maggiore di incontinenza urinaria da urgenza rispetto alle donne che non hanno mai partorito22. Il rischio che possa insorgere la UUI si alza durante il terzo trimestre di gravidanza; in uno studio è emerso che la prevalenza era del 10,8% prima della gravidanza, del 16% all’inizio della gravidanza e del 55,9% nel terzo trimestre.28
Milsom e colleghi24 hanno fatto emergere un’altra associazione possibile tra prevalenza della UUI ed etnia: in uno studio su più di 4.000 donne di età pari o superiore a 70 anni, la prevalenza della UUI era significativamente più alta nelle donne caucasiche (23%) rispetto alle donne di colore (16%). Questo studio non è stato esteso, però, alle donne più giovani, dunque non è chiaro se anche in una popolazione tra i 40 e i 65 anni di età sia presente una differente prevalenza di UUI a seconda dell’etnia.
Qualità di vita
La UUI è un disturbo che ha effetti negativi sulla qualità di vita delle donne, soprattutto nei loro domini sociali, familiari e intimi.31 La letteratura suggerisce che abbia un impatto negativo maggiore rispetto agli altri sottogruppi di UI sul benessere generale.22,32 La qualità della vita nei pazienti che soffrono di UUI è significativamente inferiore, poiché molti tendono a sopportare i sintomi in silenzio, senza chiedere aiuto13,17,22,31 e provando imbarazzo, frustrazione, ansia, fastidio, paura dell’odore17. Questa condizione, inoltre, è spesso cronica e la gravità dei sintomi aumenta nel tempo, peggiorando ulteriormente la qualità di vita delle pazienti.13,18,22 Un problema ulteriore legato alla qualità di vita sono le comorbilità associate alla UUI.13
I problemi associati comprendono:
- rischio di cadute e di conseguenza fratture, presumibilmente a causa dell’urgenza di svuotare la vescica;13
- sindromi uretrali e infezioni del tratto urinario, probabilmente causate dall’iperattività detrusoriale;10,13
- scarso controllo notturno della vescica con conseguenze negative sul sonno;17,29
- disturbi irritativi a livello cutaneo causati dal costante utilizzo di presidi assorbenti, come le dermatiti da contatto.41,42
Le comorbilità, spesso associate a predittori che già alterano la qualità di vita delle donne, come l’obesità o il diabete,13 dimostrano l’importanza di prestare attenzione all’impatto sulla qualità di vita che la condizione provoca.32
Impatto sociale
La UUI influisce negativamente a livello sociale, psicologico e nella vita lavorativa e domestica;26,30 in particolare, ha un effetto dannoso sulla vita sessuale31. Spesso le donne che soffrono di incontinenza da urgenza credono di essere meno attraenti e si chiudono in loro stesse.22,30 Il 43% delle donne con UUI riferisce di percepire una diminuzione della libido, secchezza vaginale, dispareunia e paura dei cattivi odori.30 Complessivamente, l’inattività sessuale aumenta dal 35% al 50% nelle donne che soffrono di UUI.30
L’influenza sociale è diversa per ogni donna e dipende dalla gravità dell’incontinenza e dell’urgenza, ma anche dalle principali aree di interesse personale e dalle attività svolte, come viaggi, attività fisiche e relazioni.17,29,32
Le pazienti che soffrono di ansia, fastidio e paura dell’odore possono mettere in pratica comportamenti di coping negativi17,22 concentrandosi solo a gestire e nascondere il disturbo attraverso minzione programmata, riduzione dell’assunzione di liquidi e ricerca costante del bagno.17,24 Riferiscono, addirittura, di essersi astenute dal loro lavoro, dagli incontri con amici, dall’andare al cinema e dal praticare sport, portando, come conseguenza, il peggioramento dell’autostima.13,17
Al contrario, coloro che mettono in pratica strategie di coping positive riconoscono il problema e lo affrontano usufruendo dell’assistenza e degli strumenti proposti dai professionisti sanitari.17
Costi
La UUI impone un onere sostanziale alle persone colpite13,26 e, poiché si tratta di una condizione prevalente in tutto il mondo, è importante comprenderne l’entità dei costi.18
Coyne e colleghi18 hanno suddiviso i costi che gravano sulle persone colpite da UUI in tre categorie:
1. costi diretti: sono tutte quelle spese che le pazienti devono affrontare per gestire il disturbo, come la diagnosi, le visite, le cure, i trattamenti farmacologici e non farmacologici, le procedure chirurgiche, gli assorbenti, i pannolini e tutte le complicanze che riguardano le comorbilità associate;18,23
2. costi indiretti: sono le difficoltà associate al lavoro:18 le donne che soffrono di incontinenza da urgenza sono costrette a recarsi in bagno frequentemente per uno stimolo urgente o per controllare le perdite di urina improvvise e, per questo motivo, possono svolgere solo le mansioni lavorative che permettono di allontanarsi periodicamente dalla postazione di lavoro; questo disagio può causare assenteismo ripetuto producendo minore attività lavorativa e a volte arrivando alla perdita del lavoro stesso;
3. costi intangibili: sono il prezzo che le pazienti sopportano dovendo affrontare tutte le difficoltà correlate all’incontinenza da urgenza, il tempo passato cercando di gestire il problema; sono i più difficili da valutare, perché sono correlati alle difficoltà, alla sofferenza e all’importante disagio provocato dalla UUI.18,21
La prevalenza crescente della UUI insieme alle comorbilità associate elevano l’onere economico in termini di utilizzo delle risorse e di gestione del disturbo, sia per l’individuo sia per la società.23
In tabella 2 vengono spiegati alcuni aspetti sulla qualità di vita, l’impatto sociale e i costi della UUI sulla base della letteratura scientifica.
Prevenzione e trattamento
Per assicurare una buona qualità di vita, è necessario offrire alle donne un ampio ventaglio di interventi e strategie tra cui poter scegliere a seconda delle esigenze cliniche e personali.32 Tuttavia, proprio a causa dell’imbarazzo e della mancanza di consapevolezza delle opzioni terapeutiche, molte donne evitano di chiedere aiuto ai professionisti,9,13,15,17,31,43 peggiorando progressivamente i sintomi e il decorso del disturbo.24 Per questo dovrebbero essere sviluppati programmi educativi e di intervento per aumentare la consapevolezza, l’accettazione, la prevenzione, la diagnosi e la gestione efficace della UUI e degli altri sintomi ad essa correlati.23
Gli interventi per contrastare questo disturbo possono essere l’utilizzo di un diario vescicale in base al quale impostare terapie comportamentali e allenamento del pavimento pelvico con esercizi di Kegel fino all’eventuale chirurgia. Queste strategie sembrano migliorare la qualità della vita, recuperando, almeno in parte, la continenza e la funzione sessuale.19,27,30,32 Le modifiche del comportamento sono generalmente il primo passo, poiché non invasive, e spesso forniscono risultati soddisfacenti in termini di consapevolezza della propria salute perineale.27
Discussione
Questa revisione narrativa della letteratura ha avuto come obiettivo di determinare e spiegare la prevalenza globale, la qualità di vita, l’impatto sociale e i costi sostenuti dalle donne che soffrono di UUI. Pertanto, un punto di forza di questa revisione è la sua specificità per quanto riguarda gli aspetti sociali, personali e le comorbilità associate alla UUI.13
Gli studi inclusi nel presente elaborato dimostrano come le donne a partire dai 40 anni d’età in poi abbiano una crescente probabilità di sviluppare UUI,20,21,23,24,44 poiché la prevalenza aumenta con l’età7,10,13,18,32,44,45 e i relativi cambiamenti anatomici possono facilitare lo sviluppo dell’urgenza minzionale e dell’incontinenza. La UUI merita attenzione, anche perché molti studi stimano che la sua prevalenza aumenterà nei prossimi anni, vista la forte correlazione con l’età e il continuo invecchiamento della popolazione.9,18,19,21
Nella presente revisione della letteratura, come anche in altre fonti, si osserva un’importante eterogeneità nei tassi di prevalenza tra i Paesi, che può essere spiegata da vari fattori.23 Tra questi, vi sono le modalità di rilevazione dei dati, gli anni e l’area geografica di conduzione degli studi, oltre alla composizione demografica del campione. Infatti, uno studio che include una maggior presenza di individui con fattori di rischio per l’incontinenza urinaria (tra cui parità, IMC elevato, fumo)24 può registrare tassi di prevalenza più elevati della condizione analizzata. In aggiunta, a causa della mancata conoscenza di questo disturbo, dello stigma e dell’imbarazzo causato dallo stesso, i tassi di prevalenza potrebbero essere sottostimati14,45 rispetto alla reale diffusione della UUI, poiché spesso le donne evitano di esporre il problema a causa della vergogna, specialmente in contesti culturali con una minore sensibilizzazione al tema.
Al fine di incentivare la segnalazione del problema, la richiesta d’aiuto delle donne e l’aderenza alla terapia, è essenziale il supporto dei professionisti sanitari. Una recente revisione sistematica della letteratura ha riportato che, per garantire un’assistenza costante, continua e completa alle donne con UUI, è opportuno un lavoro di squadra e multiprofessionale.46 Gli esperti principali in questo ambito sono i fisioterapisti, gli infermieri, le ostetriche e i ginecologi, la cui assistenza preventiva, curativa e riabilitativa è di carattere tecnico, relazionale ed educativo.47 La letteratura riporta diverse strategie conservative per affrontare il problema dell’incontinenza urinaria,46 alcune puramente fisiche (per esempio, fisioterapia o training vescicale)48, altre fisiche e psico-educative (per esempio, training comportamentale e modificazioni dello stile di vita)49 e altre esclusivamente psicologiche, come l’ipnoterapia50. Anche gli ipnoterapeuti e i terapisti occupazionali,51,52 dunque, sono in grado di lavorare su alcuni dei fattori che contribuiscono alla UUI. Pertanto, è necessaria la collaborazione di tutti, sia a livello ospedaliero sia territoriale, anche tramite i consultori familiari e la figura del medico di medicina generale.
Il dialogo tra paziente e professionista sanitario risulta importante per aiutare le donne a intraprendere un percorso di consapevolezza e di cura per un disturbo che troppo spesso viene erroneamente ritenuto un evento normale con l’avanzare dell’età.53 Una gestione tempestiva, informata, condivisa e olistica del problema consentirebbe di aumentare la soddisfazione delle donne, migliorare la loro qualità di vita e ridurre i costi delle cure.46
Nonostante l’eterogeneità degli studi inclusi nella presente revisione, tutti quelli che affrontano il tema economico stimano che i costi associati al disturbo aumenteranno notevolmente e in modo costante nei prossimi anni,9,23 parallelamente alla crescente prevalenza, la quale, insieme alle comorbilità associate, eleva l’onere economico sia per la società sia per i pazienti stessi.18,23 In questo studio, vengono divisi i costi in tre categorie che accrescono e contribuiscono alle spese della UUI: costi diretti, indiretti e intangibili.18 La categoria che grava maggiormente sull’onere economico delle donne che soffrono di questo disturbo è quella dei costi diretti, poiché si tratta di spese quotidiane, associate anche alle comorbilità. Quindi, è necessario attuare strategie per ridurre i costi, tra cui quella di aumentare la consapevolezza della popolazione circa l’importanza di preservare la propria salute uroginecologica, prevenendo i disagi derivanti dalla UUI con nuovi programmi di salute pubblica e integrando le ricerche scientifiche sulla relazione tra gravità della UUI e parametri economici.23
Limiti dello studio
La presente revisione narrativa della letteratura ha il vantaggio di offrire una panoramica aggiornata e multicomprensiva su diversi elementi in merito alla UUI, mettendo in evidenza la rilevanza del problema. Tuttavia, il disegno di studio di questa revisione non è sistematico: non è stato effettuato uno screening rigoroso e riproducibile della letteratura, seppur sia stata riportata l’intera strategia di ricerca. Inoltre, il presente elaborato ha incluso esclusivamente revisioni della letteratura e non studi primari. Ciò potrebbe aver causato la perdita di un ampio spettro di articoli che avrebbero potuto essere utili per rispondere ai quesiti di ricerca (per esempio, studi epidemiologici per la prevalenza della UUI o studi economici per i costi). Perdipiù, non tutte le revisioni incluse nello studio usavano la stessa definizione per indicare l’urgenza: l’utilizzo di terminologie differenti per riferirsi alla stessa problematica o il ricorso a diversi cut-off per definire una persona come “incontinente” costituisce un’eterogeneità che potrebbe aver comportato dei bias cognitivi e di selezione degli studi inclusi. Un’ulteriore difficoltà incontrata durante la conduzione della revisione è stata relativa al range di età definito, spesso non perfettamente coincidente con le donne di età tra i 40 e i 65 anni. In tal caso, sono stati comunque inclusi tutti gli articoli in cui si facesse riferimento, almeno in parte, a donne di questa fascia d’età. Inoltre, tra i limiti dello studio si segnala l’eterogeneità degli articoli considerati in termini di dimensione del campione, criteri diagnostici e contesto geografico, che potrebbero aver influenzato i risultati della presente revisione. Infine, il filtro linguistico ha permesso di tener conto soltanto di report scritti in italiano e in inglese, escludendo materiale potenzialmente informativo.
Conclusioni
Il presente studio sull’incontinenza urinaria da urgenza ha riportato una serie di evidenze che dimostrano l’importanza del problema nelle donne, fin dall’età perimenopausale, periodo in cui ci si aspetta una vita socialmente e professionalmente attiva, ma che spesso viene ostacolata da un disturbo che causa vergogna, imbarazzo e che comporta anche considerevoli costi.
Implicazioni per la pratica
Data l’ampia diffusione e le prospettive di crescita della UUI, è importante sensibilizzare la popolazione e gli operatori sanitari, affinché vengano monitorati e, laddove possibile, contrastati i predittori che aumentano il rischio di insorgenza della UUI. Sarebbe opportuno aumentare la consapevolezza delle donne rispetto a questo disturbo e renderle attive nel monitoraggio, nella diagnosi e nel riconoscimento dei campanelli di allarme senza timore di stigma o giudizio. Gli operatori sanitari svolgono un ruolo fondamentale di educazione sanitaria ed è necessario investire sulla loro formazione professionale, perché possano consigliare il percorso migliore, individualizzato, che la donna possa seguire preferibilmente a domicilio nel momento che preferisce, incrementandone l’autodeterminazione e la sensazione di benessere.
Nei prossimi anni, potrebbe risultare utile implementare nuovi programmi multintervento di salute pubblica41 e di gestione clinica precoce della UUI, rivolti alle donne tra i 40 e i 65 anni d’età; per esempio, nuovi interventi educativi da parte di infermieri specializzati. Inoltre, è necessario lavorare sulla riduzione del rischio di dermatiti da contatto attraverso l’uso di prodotti assorbenti più ottimali che generino meno materiale di scarto, riducendo così anche i costi associati alla UUI, e l’utilizzo di detergenti intimi e creme che favoriscano la dermoprotezione e prevengano i disturbi irritativi.41
Implicazioni per la ricerca
Per le ricerche future, sarebbe utile condurre revisioni sistematiche della letteratura che si focalizzino sulle strategie e sugli interventi non invasivi per contrastare la UUI nelle donne di età compresa tra 40 e 65 anni. Inoltre, sarebbe interessante effettuare nuovi studi di prevalenza nel contesto italiano e approfondire ulteriormente il vissuto e i comportamenti di coping. Riunire, a scopo di ricerca, gruppi di donne affette dalla stessa problematica potrebbe rappresentare un’occasione di confronto e di comprensione del fenomeno: l’organizzazione di focus group, per esempio, potrebbe far emergere le rappresentazioni sociali del fenomeno. Sarebbe necessario mappare il concetto di help seeking in merito alla UUI e indagare se l’aumentata prevalenza del fenomeno possa essere in parte attribuita anche a un incremento nella notifica dei casi.
Infine, approfondire tramite la ricerca i predittori e le modalità di prevenzione di questa patologia potrebbe aiutare a comprendere come intervenire in maniera efficace e precoce, offrendo nuove possibilità di scelta. L’auspicio per il futuro è far sì che le donne, su consiglio dei professionisti, possano optare per il trattamento più adatto a loro, per favorire il benessere, ma ragionando anche in termini di sostenibilità, evitando strategie che possano comportare dei rischi per la salute.
Conflitti di interesse dichiarati: nessuno.
Bibliografia
- Anderson KM, Davis K, Flynn BJ. Urinary incontinence and pelvic organ prolapse. Med Clin North Am 2015;99(2):405-16. doi: 10.1016/j.mcna.2014.11.011
- Goren A, Zou KH, Gupta S, Chen C. Direct and indirect cost of urge urinary incontinence with and without pharmacotherapy. Int J Clin Pract 2014;68(3):336-48. doi: 10.1111/ijcp.12301
- European Association of Urology. The health, socio-economic and environmental costs of continence problems in the EU. An Urge to Act. Disponibile all’indirizzo: https://uroweb.org/an-urge-to-act
- Abrams P, Cardozo L, Fall M et al. The standardisation of terminology in lower urinary tract function: report from the standardisation sub-committee of the International Continence Society. Urology 2003;61(1):37-49. doi: 10.1016/s0090-4295(02)02243-4
- Federazione Italiana Incontinenti. Libro Bianco sull’Incontinenza Urinaria. FINCO 2012. Disponibile all’indirizzo: https://fincopp.org/wp-content/uploads/2016/05/Libro-Bianco-sullincontinenza-urinaria-FINCO-copia_1.pdf
- Bartoli S, Aguzzi G, Tarricone R. Impact on quality of life of urinary incontinence and overactive bladder: A systematic literature review. Urology 2010;75(3):491-500. doi: 10.1016/j.urology.2009.07.1325
- O’Shea M, Amundsen CL. Neuromodulation in the older woman: An advanced treatment option for urgency urinary incontinence. Curr Geriatr Rep 2023;12(2):7-12. doi: 10.1007/s13670-023-00379-3
- Thangarajah F, Hartmann-Wobbe J, Ratiu D et al. The onset of urinary incontinence in different subgroups and its relation to menopausal status: A hospital-based study. In Vivo 2020;34(2):923-28. doi: 10.21873/invivo.11859
- Aoki Y, Brown HW, Brubaker L, Cornu JN, Daly JO, Cartwright R. Urinary incontinence in women. Nat Rev Dis Primers 2017;3(1):17043. doi: 10.1038/nrdp.2017.43
- Brubaker LT, Sand PK. Urinary frequency and urgency. Obstet Gynecol Clin North Am 1989;16(4):883-96. doi: 10.1016/s0889-8545(21)00433-2
- Harding CK, Lapitan MC, Arlandis S et al. EAU Guidelines on Management of Non-Neurogenic Female Lower Urinary Tract Symptoms. European Association of Urology 2023. Disponibile all’indirizzo: https://d56bochluxqnz.cloudfront.net/documents/full-guideline/EAU-Guidelines-on-Non-neurogenic-Female-LUTS-2023.pdf
- Nygaard I. Idiopathic urgency urinary incontinence. N Engl J Med 2010;363(12):1156-62. doi: 10.1056/nejmcp1003849
- Coyne KS, Wein A, Nicholson S, Kvasz M, Chen C-I, Milsom I. Comorbidities and personal burden of urgency urinary incontinence: a systematic review. Int J Clin Pract 2013;67(10):1015-33. doi: 10.1111/ijcp.12164
- Allahdin S, Oo N. An overview of treatment of overactive bladder syndrome in women. J Obstet Gynaecol 2012;32(3):217-21. doi: 10.3109/01443615.2011.649317
- William A, Easton MD. Overactive bladder symptoms in women: current concepts in patient management. Can J Urol 2010;17 Suppl 1:12-17.
- Lazzari G, Salvini L, Patella S, Ausili DL, Mauro S. La strutturazione del quesito clinico per reperire le prove di efficacia: una revisione della letteratura. L’Infermiere 2015;6. Disponibile all’indirizzo: https://hdl.handle.net/10281/104322
- Abrams P, Kelleher CJ, Kerr LA, Rogers RG. Overactive bladder significantly affects quality of life. Am J Manag Care 2000;6(11) Suppl:S580-90.
- Coyne KS, Wein A, Nicholson S, Kvasz M, Chen CI, Milsom I. Economic burden of urgency urinary incontinence in the United States: A systematic review. J Manag Care Pharm 2014;20(2):130-40. doi: 10.18553/jmcp.2014.20.2.130
- Hartmann KE, McPheeters ML, Biller DH et al. Treatment of overactive bladder in women. Evid Rep Technol Assess (Full Rep) 2009;(187):1-120, v.
- Holroyd-Leduc JM, Tannenbaum C, Thorpe KE, Straus SE. What type of urinary incontinence does this woman have? JAMA 2008;299(12):1446-56. doi: 10.1001/jama.299.12.1446
- Latini JM, Giannantoni A. Pharmacotherapy of overactive bladder: epidemiology and pathophysiology of overactive bladder. Expert Opin Pharmacother 2011;12(7):1017-27. doi: 10.1517/14656566.2011.554396
- Lenderking WR, Nackley JF, Anderson RB, Testa MA. A review of the quality-of-life aspects of urinary urge incontinence. Pharmacoeconomics 1996;9(1):11-23. doi: 10.2165/00019053-199609010-00003
- Milsom I, Coyne KS, Nicholson S, Kvasz M, Chen CI, Wein AJ. Global prevalence and economic burden of urgency urinary incontinence: A systematic review. Eur Urol 2014;65(1):79-95. doi: 10.1016/j.eururo.2013.08.031
- Milsom I, Stewart W, Thüroff J. The prevalence of overactive bladder. Am J Manag Care 2000;6(11) Suppl:S565-73.
- Minassian VA, Stewart WF, Hirsch AG. Why do stress and urge incontinence co-occur much more often than expected? Int Urogynecol J 2008;19(10):1429-40. doi: 10.1007/s00192-008-0647-2
- Serels S. The wet patient: understanding patients with overactive bladder and incontinence. Curr Med Res Opin 2004;20(6):791-801. doi: 10.1185/030079904125003593
- Wein AJ, Rackley RR. Overactive bladder: A better understanding of pathophysiology, diagnosis and management. J Urol 2006;175(3S). doi: 10.1016/s0022-5347(05)00313-7
- Li Q, Cheng Y, Shi H, Xue K, Zhou F. Advances in the natural history of urinary incontinence in adult females. J Obstet Gynaecol 2023;43(1):2171774. doi: 10.1080/01443615.2023.2171774
- Badía X, Ibarz R. Health-related quality of life issues in urinary urge incontinence. Expert Rev Pharmacoecon Outcomes Res 2002;2(4):357-65. doi: 10.1586/14737167.2.4.357
- Frigerio M, Barba M, Cola A et al. Quality of life, psychological wellbeing, and sexuality in women with urinary incontinence – where are we now: A narrative review. Medicina (Kaunas) 2022;58(4):525. doi: 10.3390/medicina58040525
- Mota RL. Female urinary incontinence and sexuality. Int Braz J Urol 2017;43(1):20-28. doi: 10.1590/s1677-5538.ibju.2016.0102
- Riss P, Kargl J. Quality of life and urinary incontinence in women. Maturitas 2011;68(2):137-42. doi: 10.1016/j.maturitas.2010.11.006
- Sutton A, Clowes M, Preston L, Booth A. Meeting the review family: exploring review types and associated information retrieval requirements. Health Info Libr J 2019;36(3):202-22. doi: 10.1111/hir.12276
- Shamliyan T, Wyman J, Bliss DZ, Kane RL, Wilt TJ. Prevention of urinary and fecal incontinence in adults. Evid Rep Technol Assess (Full Rep) 2007;(161):1-379.
- Gacci M, Sakalis VI, Karavitakis M et al. European association of urology guidelines on male urinary incontinence. Eur Urol 2022;82(4):387-98. doi: 10.1016/j.eururo.2022.05.012
- Menezes M, Pereira M, Hextall A. Predictors of female urinary incontinence at midlife and beyond. Maturitas 2010;65(2):167-71. doi: 10.1016/j.maturitas.2009.10.004
- Ren Y, Hu Q, Zou H et al. Age at first birth and risk of urinary incontinence after delivery: a dose-response meta-analysis. Sci Rep 2022;12(1):16588. doi: 10.1038/s41598-022-19809-x
- Chooi YC, Ding C, Magkos F. The epidemiology of obesity. Metabolism 2019;92:6-10. doi: 10.1016/j.metabol.2018.09.005
- Liang S, Li J, Chen Z, Li Y, Hao F, Cai W. Prevalence and influencing factors of help-seeking behavior among women with urinary incontinence: A systematic review and meta-analysis. J Womens Health (Larchmt) 2023;32(12):1363-79. doi: 10.1089/jwh.2022.0482
- Rosenthal RJ, Morton J, Brethauer S et al. Obesity in America. Surg Obes Relat Dis 2017;13(10):1643-50. doi: 10.1016/j.soard.2017.08.002
- Palese A, Carniel G. The effects of a multi-intervention incontinence care program on clinical, economic, and environmental outcomes. J Wound Ostomy Continence Nurs 2011;38(2):177-83. doi: 10.1097/won.0b013e31820af380
- Roberts K, Mahajan S. Management of urgency and mixed urinary incontinence. Clin Obstet Gynecol 2021;64(2):306-13. doi: 10.1097/grf.0000000000000619
- Felsted KF, Supiano KP. Mindfulness-based stress reduction versus a health enhancement program in the treatment of urge urinary incontinence in older adult women: A randomized controlled feasibility study. Res Gerontol Nurs 2019;12(6):285-97. doi: 10.3928/19404921-20190702-02
- Gamble TL, Du H, Sand PK, Botros SM, Rurak M, Goldberg RP. Urge incontinence: estimating environmental and obstetrical risk factors using an identical twin study. Int Urogynecol J 2010;21(8):939-46. doi: 10.1007/s00192-010-1140-2
- Zhu L, Lang J, Liu C et al. Epidemiological study of urge urinary incontinence and risk factors in China. Int Urogynecol J 2010;21(5):589-93. doi: 10.1007/s00192-009-1041-4 doi: 10.1016/s0301-2115(02)00407-4
- Trapani S, Villa G, Poliani A, Gnecchi S, Rosa D, Manara DF. Non-pharmacological management of urge urinary incontinence in women between 40 and 65 years old: A systematic review. Nurs Rep 2024;14(1):174-96. doi: 10.3390/nursrep14010015
- Bergh AL, Friberg F, Persson E, Dahlborg-Lyckhage E. Registered nurses’ patient education in everyday primary care practice: Managers’ discourses. Glob Qual Nurs Res 2015;2:2333393615599168. doi: 10.1177/2333393615599168
- Yoon HS, Song HH, Ro YJ. A comparison of effectiveness of bladder training and pelvic muscle exercise on female urinary incontinence. Int J Nurs Stud 2003;40(1):45-50. doi: 10.1016/s0020-7489(02)00031-7
- Burgio KL, Kraus SR, Menefee S et al. Behavioral Therapy to EnableWomen with Urge Incontinence to Discontinue Drug Treatment: A Randomized Trial. Ann Intern Med 2008;149(3):161-59. doi: 10.7326/0003-4819-149-3-200808050-00005
- Ketai LH, Komesu YM, Schrader RM et al. Mind-Body (Hypnotherapy) Treatment of Women with Urgency Urinary Incontinence: Changes in Brain Attentional Networks. Am J Obstet Gynecol 2021;224(5):498.e1-10. doi: 10.1016/j.ajog.2020.10.041
- Komesu YM, Schrader RM, Rogers RG, Sapien RE, Mayer AR, Ketai LH. Hypnotherapy or medications: a randomized noninferiority trial in urgency urinary incontinent women. Am J Obstet Gynecol 2020;222(2):159.e1-16. doi: 10.1016/j.ajog.2019.08.025
- Wu C, Newman D, Schwartz TA, Zou B, Miller J, Palmer MH. Effects of unsupervised behavioral and pelvic floor muscle training programs on nocturia, urinary urgency, and urinary frequency in postmenopausal women: Secondary analysis of a randomized, two-arm, parallel design, superiority trial (TULIP study). Maturitas 2021;146:42-48. doi: 10.1016/j.maturitas.2021.01.008
- Carpenter L, Campain NJ. Overactive bladder: not just a normal part of getting older. Br J Nurs 2022;31(18):S16-22. doi: 10.12968/bjon 2022.31.18.s16