Human biomonitoring as a tool for exposure assessment in industrially contaminated sites (ICSs). Lessons learned within the ICS and Health European Network
INTRODUZIONE: la natura complessa dei siti industriali contaminati (ICS) comporta un’eterogeneità nell’esposizione e nei rischi per la salute di coloro che risiedono nei pressi di queste aree. Gli aspetti sanitari, ambientali e sociali sono strettamente interconnessi negli ICS e le comunità locali sono spesso preoccupate per il potenziale impatto sulla salute e per la necessità di bonifica delle zone in cui vivono. In Europa, il biomonitoraggio umano è sempre più utilizzato come strumento per valutare l’impatto dell’esposizione ambientale. La COST Action IS1408 relativa ai siti industriali contaminati (ICSHNet) propone una riflessione sulle potenzialità e sui limiti del biomonitoraggio umano per valutare l’esposizione e gli effetti sanitari precoci associati al vivere vicino a un ICS.
OBIETTIVI: discutere le difficoltà e le lezioni apprese dall’affrontare l’impatto dell’ambiente sulla salute di chi vive nei pressi di un ICS utilizzando il biomonitoriaggio umano per identificare bisogni e priorità al fine di stendere linee guida riferite agli ICS in Europa.
METODI: basandosi sull’esperienza dei ricercatori del network ICSHNet, sono stati selezionati sei casi studio svolti in diverse regioni europee che hanno applicato il biomonitoriaggio umano a uno o più ICS. I casi studio sono stati confrontati sistematicamente distinguendo 4 fasi: fase preparatoria; disegno di studio; risultati dello studio; impatto dei risultati a livello scientifico, sociale e politico.
RISULTATI: tutti e sei i casi hanno identificato opportunità e problematiche nell’applicare il biomonitoraggio umano a studi sugli ICS. Una scelta oculata di (una combinazione di) matrici di campioni per l’analisi dei biomarcatori ha prodotto informazioni importanti sulle finestre temporali di esposizione, che coincidevano perfettamente con il periodo delle attività industriali negli ICS. Combinando i biomarcatori di esposizione con quelli degli effetti biologici (precoci) e i dati dei questionari o dati ambientali ha permesso di perfezionare i risultati e giungere ad azioni di risanamento più mirate volte a ridurre l’esposizione. La comunicazione aperta e trasparente dei risultati dello studio e la contestuale informazione e il coinvolgimento degli stakeholder locali hanno permesso di rafforzare la fiducia nei risultati dello studio, ottenendo anche sostegno verso le azioni di risanamento e facilitando la condivisione delle responsabilità. Utilizzare il biomonitoraggio umano in questo tipo di studi ha aiutato a stabilire priorità per le azioni di politica e per ricerche future. I limiti sono stati la scarsa numerosità della popolazione in studio, le difficoltà nel reclutare le popolazioni più vulnerabili, la disponibilità di biomarcatori validati e l’affrontare l’esposizione a miscele di composti chimici.
CONCLUSIONI: sulla base delle esperienze positive e sulle difficoltà incontrate, il presente studio si chiude con la formulazione di alcune raccomandazioni per la stesura di un protocollo europeo e un documento di orientamento per gli studi di biomonitoraggio umano da utilizzare nei siti industriali contaminati. Ciò permetterà di promuovere l’uso di questo strumento all’interno delle politiche locali relative ad ambiente e salute e nella valutazione dei livelli di esposizione; in più, sarà utile per la promozione del coordinamento e della collaborazione fra i ricercatori e coloro che gestiscono le situazioni di rischio ambientale.