Articoli scientifici
18/09/2017

Gli immigrati irregolari: cosa sappiamo della loro salute?

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Gli immigrati in Italia rappresentano un insieme “sfocato”, difficilmente classificabile all’interno di categorie oppositive (regolari/irregolari, economici/forzati eccetera) che perdono significato se applicate rigidamente alla comprensione dei fenomeni sanitari. Piuttosto, il profilo epidemiologico di questa eterogenea popolazione dipende dal diverso peso che i determinanti di salute assumono nel life-course della migrazione. Lo studio affronta il tema della salute degli stranieri irregolari adottando un approccio globale al fenomeno della migrazione, volto a cogliere gli elementi di continuità e la portata delle dinamiche epidemiologiche operanti trasversalmente alle diverse categorie. Ne emerge un quadro fortemente condizionato da fattori che operano in stretta sinergia: spinte selettive che agiscono soprattutto nelle fasi iniziali (“effetto migrante sano”) e finali (“effetto salmone”) del progetto migratorio, e che tendono a mantenere la popolazione in buona salute, si intrecciano con altre dinamiche riconducibili essenzialmente ai processi di integrazione sociale (“effetto migrante esausto”) e alla relazione con i servizi sanitari. Tali dinamiche sono state ben studiate sui migranti “economici”. Tuttavia, vi sono oggi importanti evidenze che, per esempio, l’effetto “migrante sano” si applichi anche ai profughi che arrivano sulle coste italiane, come dimostrato dalla bassa prevalenza di patologie infettive di importazione (ivi compresa la tubercolosi). Un discorso a parte merita, invece, il tema della salute mentale, che rimane ancora oggi ampiamente sottaciuto, nonostante l’alta incidenza di problemi psichici causati dalle violenze subite in patria o durante il viaggio. Nel contesto delle migrazioni, dunque, la salute degli irregolari si presenta maggiormente vulnerabile per il sommarsi degli effetti delle condizioni di partenza e di viaggio e per la marginalità in cui molti di loro si trovano a vivere nel Paese ospite. Per tali ragioni, occorre recuperare equilibrio nel gestire un fenomeno così ricco di implicazioni e opportunità, attraverso lo sviluppo di politiche pubbliche altamente inclusive e saldamente ancorate alle evidenze.

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