Evaluating a SARS-CoV-2 screening strategy based on serological tests
INTRODUZIONE: per affrontare l’epidemia di SARS-CoV-2 sono necessarie strategie di screening sulla popolazione per identificare e isolare precocemente i soggetti infetti. Sebbene il test basato su RT-PCR sia la tecnica al momento più affidabile per rilevare le infezioni in corso, i test sierologici sono spesso proposti in strategie di screening eterogenee.
OBIETTIVI: valutare le prestazioni e i costi in termini di numero di test effettuati per una strategia di screening implementata dalla Regione Toscana, che utilizza dapprima test rapidi qualitativi per il rilevamento di anticorpi, quindi test RT-PCR su soggetti positivi.
METODI: attraverso uno studio di simulazione, sono stati stimati il numero di test RT-PCR richiesti dalla strategia di screening e il numero delle infezioni in corso non rilevate in una pseudo-popolazione di 500.000 soggetti, sotto diversi scenari di prevalenza e sensibilità del test sierologico. È stato, infine, usato un modello compartimentale per prevedere il numero di nuove infezioni generate dai falsi negativi due mesi dopo lo screening, ipotizzando valori differenti del numero di riproduzione dell’infezione (R0).
RISULTATI: assumendo una sensibilità pari a 0,80 e una prevalenza dello 0,3%, la procedura di screening richiederebbe in media 11.167 test RT-PCR e produrrebbe 300 falsi negativi, responsabili dopo due mesi di un numero di contagi compreso tra 526 e 1.132, sotto lo scenario ottimistico di un valore R0 tra 0,5 e 1. La quantità di risorse richieste e il numero di falsi negativi aumentano all’aumentare della prevalenza.
CONCLUSIONI: la procedura di screening analizzata dovrebbe essere evitata, a meno che la prevalenza e il tasso di contagio non siano molto bassi. Il suggerimento generale è che il costo e l’efficacia delle strategie di screening siano sempre valutati tenendo conto del contesto reale dell’epidemia e dei suoi possibili cambiamenti nel corso del tempo.