Articoli scientifici
21/02/2024

Esposizione di lungo periodo all’inquinamento atmosferico e mortalità naturale: variazioni legate all’utilizzo di diversi indicatori di esposizione nelle coorti del progetto BIGEPI

, , , , , , , , , , , , , ,

Obiettivi: la corretta valutazione dell’esposizione a inquinamento atmosferico è determinante nella stima degli effetti avversi sulla salute umana, sia a breve sia a lungo termine. Nell’ambito del progetto BIGEPI, sono stati testati diversi indicatori di esposizione di lungo periodo a inquinamento atmosferico, in associazione con la mortalità per causa, negli studi longitudinali metropolitani (SLM) italiani. Questo ha permesso una valutazione delle differenze nelle stime di effetto utilizzando i diversi indicatori di esposizione.
Disegno: coorte chiusa.
Setting e partecipanti: soggetti con età ≥30 anni, censiti e residenti al 2011 in 5 città (Torino, Bologna, Roma, Brindisi, Taranto).
Principali misure di outcome: i livelli di esposizione residenziale al particolato ≤10 μm (PM10), PM ≤2,5 μm (PM2,5), biossido di azoto (NO2) e ozono (O3) per il periodo aprilesettembre (O3 stagione calda) sono stati ricavati da modelli di stima degli inquinanti a diversa risoluzione spaziale, da 1x1km a 200x200m (ricavati dal progetto BEEP) fino a 100x100m (progetto ELAPSE); inoltre, in ogni realtà sono stati utilizzati modelli sviluppati a livello locale (modello fotochimico FARM a 1x1 km per le città di Roma, Taranto e Brindisi, modello Land-Use Regression (LUR) per la città di Torino, modello PESCO per Bologna). Sono stati applicati modelli a rischi proporzionali di Cox per valutare l’associazione tra esposizione a inquinamento atmosferico (valutata con i diversi indicatori di esposizione) e mortalità naturale, aggiustando le stime per covariate sia individuali sia di area.
Risultati: i livelli di esposizione ottenuti dai diversi modelli variano, fra gli inquinanti considerati, con differenze tra le medie comprese tra 3 e 20% per il PM10, tra 1 e 23% per il PM2,5, tra 3 e 28% per l’NO2; per l’O3 i risultati sono più eterogenei. Sono stati osservati 267.350 decessi per cause naturali. Le stime di effetto calcolate a partire da diversi modelli ambientali presentano una bassa eterogeneità per inquinante e città, a fronte di una variabilità maggiore nei valori medi di esposizione. Le differenze sono più marcate laddove i fattori di rischio locali sono rilevanti, per esempio nelle città industriali, suggerendo quindi la necessità di considerare l’esposizione industriale a parte rispetto alle concentrazioni complessive.
Conclusioni: le numerose eterogeneità nei dati utilizzati rendono difficili le conclusioni sui confronti indagati. Questo studio suggerisce di valutare approcci differenti per la valutazione dell’esposizione ambientale, a seconda che si voglia indagare il livello nazionale o soffermarsi su un livello locale, anche in funzione delle peculiarità delle aree indagate.

Vai all'articolo su epiprev.it Versione Google AMP