Articoli scientifici
18/09/2017

Discriminazione percepita sul luogo di lavoro in quanto straniero: uno studio sulla salute mentale percepita dagli immigrati in Italia

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INTRODUZIONE: la discriminazione basata sull’origine culturale è un importante determinante di salute e di diseguaglianze. Pochi sono gli studi, in particolare in Italia, sugli effetti della discriminazione subita dagli immigrati nei luoghi di lavoro.
OBIETTIVI: analizzare l’associazione tra discriminazione autoriferita nell’ambiente di lavoro e salute mentale percepita tra gli immigrati regolarmente residenti in Italia.
SETTING E PARTECIPANTI
: lo studio analizza un campione composto da 12.408 immigrati regolarmente residenti in Italia.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME
: lo stato di salute mentale autopercepito dai migranti è stato misurato mediante il test Mental Health. La fonte dei dati è stata l’indagine Istat “Condizione e integrazione sociale dei cittadini stranieri”, condotta per la prima volta nel 2011-2012. Lo stato di salute mentale è stato misurato attraverso il punteggio del mental component summary (MCS) del questionario SF-12, un indice di qualità della vita costruito su vitalità, funzione sociale, ruolo emozionale, salute mentale. Abbiamo assunto come indice di peggiore salute mentale un punteggio MCS inferiore o uguale al 1° quartile. Per valutare la probabilità di peggiore salute mentale abbiamo utilizzato un modello multivariato logbinomiale, assumendo come determinante la discriminazione percepita sul luogo di lavoro in quanto straniero e come confondenti le seguenti variabili: età, genere, livello di istruzione, status occupazionale, area di provenienza, area di residenza in Italia, durata di permanenza in Italia, senso di solitudine e soddisfazione per propria vita.
RISULTATI
: tra gli immigrati in Italia il 15,8% ha riferito di aver subito discriminazione sul luogo di lavoro in quanto straniero. Una probabilità più elevata di peggiore salute mentale è stata osservata tra chi dichiarava di aver subito discriminazione sul lavoro perché straniero (prevalence rate ratio – PRR: 1,16), tra chi era arrivato in Italia da almeno 5 anni (PRR: 1,14), tra i non occupati (PRR: 1,31). Rispetto a chi proveniva dall’Europa orientale, i latino-americani (PRR: 1,14) avevano con maggiore probabilità una peggiore salute mentale, mentre stavano meglio coloro i quali provenivano dall’Asia centro-occidentale (PRR: 0,83) e dall’Asia orientale/Oceania (PRR: 0,79). Inoltre, rispetto ai residenti nel Nord-Est, abbiamo registrato una probabilità maggiore di peggiore salute mentale tra chi viveva nel Nord-Ovest (PRR: 1,30), nel Centro (PRR: 1,26) e nel Sud (PRR: 1,15) Italia.
CONCLUSIONI
: lo studio evidenzia che la discriminazione percepita nei luoghi di lavoro è un fattore di rischio per la salute mentale degli immigrati residenti in Italia, suggerendo che risposte di politiche sanitarie, e non solo, sono fondamentali per la tutela da atti discriminatori in tale ambito. Il miglioramento delle condizioni di lavoro e la promozione di strategie organizzative per supportare i meccanismi di coping potrebbero migliorare anche lo stato di salute mentale degli immigrati.

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