Articoli scientifici
11/12/2018

Differenze nella mortalità per livello di istruzione in Italia (2012-2014)

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OBIETTIVI: analizzare e valutare le differenze di mortalità per livello di istruzione nella popolazione residente in Italia.
DISEGNO:
studio longitudinale basato sul record linkage tra i decessi registrati negli archivi nazionali dell’indagine su decessi e cause di morte dal 2012 al 2014 e l’archivio del Censimento 2011.
SETTING E PARTECIPANTI:
popolazione residente in Italia alla data del censimento 2011, classificata in 3 categorie (alto, medio, basso)secondo il livello di istruzione.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME:
speranza di vita alla nascita per livello di istruzione, tassi di mortalità standardizzati per età, rapporti tra tassi standardizzati di mortalità (MRR) per tutte le cause e 12 raggruppamenti di cause di morte. Tutte le analisi sono state stratificate per genere e ripartizione geografica.
RISULTATI:
la speranza di vita alla nascita è pari a 80,3 anni per gli uomini e 84,9 per le donne. Gli uomini con istruzione elevata possono sperare di vivere circa 3 anni in più rispetto ai meno istruiti, le donne circa 1,5 anni. Rispetto al valore nazionale, la mortalità è più alta al Sud, indipendentemente dal livello di istruzione. Gli uomini con basso livello d’istruzione hanno una maggiore mortalità totale rispetto ai più istruiti (MRR: 1,34; IC95% 1,33-1,35) e con differenziali più marcati per i tumori del polmone, delle vie aerodigestive superiori e del fegato, per le malattie del sistema respiratorio, l’AIDS e gli incidenti. Le disuguaglianze sono più marcate nel Nord-Ovest per i tumori del polmone e del fegato. Le disuguaglianze per istruzione nella mortalità totale sono di minore entità nelle donne, ma più marcate per le malattie del sistema circolatorio (MRR: 1,40; IC95% 1,38-1,42), in particolare nel Sud (MRR: 1,46; IC95% 1,42-1,50).
CONCLUSIONI:
lo studio ha documentato disuguaglianze socioeconomiche nella mortalità in Italia per molte cause di morte, in alcuni casi eterogenee per area geografica e in buona parte contrastabili con azioni sui fattori di rischio comportamentali.

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