Obiettivi: descrivere gli studi che hanno valutato i test di screening implementati nella scuola durante la pandemia di COVID-19.
Disegno: è stata condotta una revisione sistematica della letteratura secondo le linee guida PRISMA 2020. Sono stati inclusi gli studi pubblicati fino al dicembre 2021. La qualità metodologica è stata valutata con scale validate. La selezione degli studi, l’estrazione dei dati e la valutazione della qualità è stata effettuata da due autori in modo indipendente.
Setting e partecipanti: personale scolastico e studenti appartenenti alle scuole di qualsiasi ordine e grado, ivi incluse le università.
Principali misure di outcome: a. effectiveness del programma di screening; b. accettabilità e/o fattibilità di attivazione di strategie di screening; c. altri esiti di descrizione del programma. Sono stati anche considerati i costi del programma.
Risultati: dopo rimozione dei duplicati, sono stati reperiti 2.822 record, di cui sono stati inclusi 36 studi, 15 condotti sul campo e 21 basati su simulazione. Per quanto riguarda i primi, la qualità metodologica è stata giudicata alta in 2 casi, media in 6 e bassa in 2; nei rimanenti non è stata valutata, perché solo descrittivi. Si tratta di screening piuttosto vari in termini di popolazione scolastica interessata, di tipologia di test utilizzati e di loro modalità di somministrazione e analisi, così come di livello di incidenza nella comunità al momento dell’implementazione. Anche gli indicatori di esito sono stati molteplici, eterogeneità che da una parte non ha permesso di effettuare metanalisi dei risultati, dall’altra ha permesso di testare le performance degli screening in contesti molto differenti. Tutti gli studi sul campo sostengono che gli screening abbiano ridotto l’esposizione e l’infezione da SARS-CoV-2 tra bambini, adolescenti e studenti universitari, frenando la trasmissione intrascolastica e contribuendo a ridurre il numero di giorni di chiusura delle scuole. Gli studi che hanno valutato i costi ne hanno sottolineato la costo-efficacia, mentre quelli concentrati sull’accettabilità hanno messo in evidenza la preferenza verso test poco invasivi, autosomministrati, con alta sensibilità e minore frequenza di ripetizione. Gli studi basati su simulazione sono per la maggior parte basati su modelli compartimentali e modelli agent-based. La loro qualità è piuttosto elevata dal punto di vista metodologico, anche se manca in molti casi una quantificazione dell’incertezza e una validazione esterna volta a verificare la capacità del modello di riprodurre dati osservati. I contesti a cui si riferiscono le simulazioni sono scolastici, anche se 7 studi considerano situazioni residenziali, poco adatte al contesto italiano. Tutti i modelli basati su simulazione indicano l’importanza di pianificare test ripetuti sugli asintomatici per limitare il contagio. Tuttavia, i costi di queste procedure possono essere elevati, a meno di distanziare le valutazioni o usare procedure di pool testing. Estremamente importante per massimizzare i risultati è ottenere un’adesione elevata degli studenti al programma di screening.
Conclusioni: gli screening in ambito scolastico, specie quando abbinati ad altre misure di prevenzione, sono stati importanti strumenti di sanità pubblica per contenere i contagi durante le ondate di COVID-19 e per garantire il diritto all’istruzione di bambini e adolescenti e per prevenire le ricadute nella salute fisica e mentale (con forti conseguenze in termini di equità) associate alla chiusura delle scuole