Vorremmo tutti sapere quando finalmente la pandemia finirà, ma non abbiamo la sfera di cristallo e neppure crediamo del tutto alla validità di molti dei sofisticati modelli di previsione che poi vengono solitamente considerati affidfabili solo a posteriori se hanno avuto la fortuna di indovinarci.

E' probabile che il virus Covid-19 continuerà per ancora molto tempo a rimanere tra di noi e a costringerci a considerarlo sempre come un pericolo effettivo. Speriamo non faccia dei brutti scherzi come quello di mutare in qualcosa di diverso capace di ignorare le difese immunitarie che a fatica stiamo creandoci con i vaccini.

Chissà, qualche virologo sta ipotizzando che dovremo ogni anno fare un richiamo vaccinale, e in ogni caso una delle preoccupazioni è che, anche se da noi il virus sparisse, non è detto che possa poi non rientrare venendo dai paesi che non hanno poturo sconfiggerlo per mancanza di vaccini.

Quindi nessuna previsione! ma vorremmo qui fare solo  un eszercizio per simulare che gli andamenti delle frequenze giornaliere regionali dei contagi, che appaiono sino ad oggi credibilmente lineari, continuassero così sino ad arrivare ad annullarsi. Diciamo subito che è molto difficile che la linearità continui sino alla soglia zero ed è anzi molto facile che quando le frequenze saranno molto esigue si osserverà ad un "su e giù" che potrebbe anche continuare per molte settimane se non addirittura per mesi.

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Ma per misurare l'intensità della decrescita pensiamo può essere molto intuitivo se si prova a proiettare i trend lioneari sino alla frequenza zero confrontando così le date cui arriverebbero gli andamenti delle varie Regioni.

Nel grafico si sono presentate, nell'area bianca, le medie mobili settimanali delle frequenze dei contagi di cinque Regioni calcolate dal 1° al 15 si maggio.  Con linee tratteggiate sono poi presentate nell'area "grigio chiaro" le linee dei trend ottenuti con delle regressioni lineari delle frequenze precedenti che giungerebbero alla frequenza zero in differenti date.

Si assume quindi come indice della "intensità di decresita" questa data che è funzione sia dell'intercetta della linea di regressione, che corrisponde al livello dell'incidenza al 1° maggio, sia del parametro angolare che è funzione della velocità con cui le frequenza stanno diminuendo. Non si creda, lo si ripete, che realmente in quella data le frequenze delle varie Regioni saranno effettivamente nulle!

Si è ripetuto questo esercizio analizzando due periodi: quello tra il 1° aprile ed il 15 maggio ed il secondo, uguale a quello del grafico precedente, dal 1° al 15 maggio. Il grafico seguente presenta le date corrispondenti alle frequenze nulle otternute dai due modelli di regressione lineare.

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La variabilità tra le Regioni è molto maggiore se calcolata tra gli indici costruiti sul periodo 1°/4-15/5 rispetto a quelli del periodo 1°/5-15/5.  Le Regioni che sembrano periodo più "lente" sono la P.A. di Bolzano e di Trento, le Marche e l'Umbria. Per le rimanenti Regioni la frequenza zero dei modelli lineari viene raggiunta tra l'ultima decina di giorni di maggio e la prima di giugno.

Se una conclusione la si vuol cercare è allora quella che le cifre dei contagi giornalieri, se non accade nulla di nuovo di imprevisto, saranno più o meno molto esigue da metà giugno. E' però importantissimo prepararci molto bene in queste prossime settimane a riattivare in modo molto efficiente l'attività di contact tracing essenziale perché i pochi casi vengano isolati e non inneschino nuovi focolai.

Per altro è auspicabile che tutta la popolazione si renda conto che, nonostante la diminuzione del numero di contagio, il virus circolerà ancora e quindi sarà essenziale mantenere ancora tutti i comportamenti idonei ad evitare che il virus, nonostante le immunità ottenute con i vaccini, riprenda a diffondersi.

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