Do per noti i segni della crisi del Servizio sanitario nazionale (SSN), i più gravi dei quali sono rappresentati, a mio parere, dalla necessità di un sempre più frequente ricorso al privato con costi a carico del cittadino e dalla fuga dei professionisti dalle strutture pubbliche del SSN. Del resto analoghi segnali di crisi vengono anche da altri Paesi europei e secondo l’OMS-Europa il fattore chiave è dato dalla carenza e dalla difficoltà di reclutamento del personale. La pandemia ha influito pesantemente su questi problemi esponendo gli operatori a carichi di lavoro difficili da sopportare e a episodi di violenza crescenti. In questo intervento provo ad offrire un contributo dall’interno di quella che per comodità chiamo la “scatola nera” del SSN, espressione che mutuo dagli psicologi comportamentali che la definiscono – riferendosi alla mente – come un dispositivo le cui operazioni interne non possono essere indagate e di cui sono rilevabili solo gli input (stimoli in entrata) e gli output (risposte in uscita). Il SSN in realtà è indagabile nelle sue operazioni interne, ma ciò avviene raramente per la complessità delle regole e delle procedure in gioco. 

E qui parte la prima riflessione da cui origineranno le successive: è necessario entrare nella scatola nera del SSN per evitare interpretazioni della crisi semplicistiche e a volte fuorvianti... Accedi per continuare la lettura

       Visite