Dopo una disamina delle politiche ambientali italiane in relazione al rapporto con salute umana, questo intervento prende in considerazione alcuni aspetti che impediscono, a parere degli autori, un sistematico utilizzo della valutazione di impatto sanitario (VIS) nei processi decisionali. Tra questi, lamancanza di norme nonché di metodologie e procedure standard per valutazioni oggettive e unanimemente accettate dalle parti coinvolte nell’espressione dei pareri sugli impatti ambientali.Dopo aver sottolineato come l’epidemiologia debba essere lo strumento fondamentale e imprescindibile della VIS, assieme alle conoscenze mediche, di igiene ambientale e di comunicazione del rischio da parte dei professionisti coinvolti, l’intervento evidenzia come questo strumento potrebbe assumere maggiore rilevanza e grande utilità nei processi decisionali qualora venisse sia formalmente che sostanzialmente riconosciuto da tutte le parti (decisori, esperti, cittadini) come utile metodo e venga posta particolare attenzione a evitare possibili strumentalizzazioni e conflitti di interesse.