E&P 2011, 35 (3-4) maggio-agosto

Telefoni mobili e tumori alla testa: è tempo che i dati vengano letti e valorizzati correttamente

Angelo Gino Levis, Angelo Gino Levis, Nadia Minicuci, Paolo Ricci, Valerio Gennaro, Valerio Gennaro, Spiridione Garbisa

Le incertezze scientifiche sulla possibile relazione tra uso di telefoni mobili (TM: cellulari analogici e digitali, e cordless) e aumento del rischio di tumori alla testa per essere risolte hanno bisogno di un confronto critico dei risultati dei vari studi sull’argomento, basato sull’identificazione e il rispetto dei parametri metodologici specifici del tema in oggetto. I risultati degli studi diHardell e coll. rispettano tali parametri ed evidenziano, dopo latenze o esposizioni ≥ 10 anni ai TM, aumenti statisticamente significativi (s.s.) e consistenti (≥ 100%) del rischio di tumori maligni (gliomi) e benigni (meningiomi) al cervello e di tumori benigni al nervo acustico (neuromi), ristretti sul lato della testa sul quale abitualmente viene utilizzato il telefono (tumori ipsilaterali), che è il solo significativamente irradiato. Al contrario, i risultati degli autori che fanno capo al Progetto Interphone – e anche altri – non rispettano tali parametri e sono caratterizzati da una sottostima del rischio di tumori dopo uso dei soli cellulari (non cordless). Tuttavia, se si estrapolano dai lavori dell’Interphone i dati relativi ai soli tumori ipsilaterali nei soggetti con tempo di latenza o d’uso dei TM≥ 10 anni, anche i risultati di questo studio evidenziano un aumento s.s. del rischio di tumori alla testa (gliomi, neuromi e tumori alla parotide). Un aumento s.s. di questi tumori è confermato anche dai risultati dellemetanalisi diHardell e di altri autori, basate sui dati – compresi quelli dell’Interphone – relativi solo ai tumori ipsilaterali in soggetti con ≥ 10 anni di esposizione o di latenza ai TM.