E&P 2012, 36 (6) novembre-dicembre

Studio esplorativo di biomonitoraggio tra gli allevatori delle masserie della Provincia di Taranto

Ivano Iavarone, Elena De Felip, Anna Maria Ingelido, Nicola Iacovella, Annalisa Abballe, Silvia Valentini, Valentina Marra, Nicola Violante, Sonia D'Ilio, Oreste Senofonte, Francesco Petrucci, Costanza Majorani, Alessandro Alimonti, Michele Conversano

OBIETTIVO: condurre un’indagine conoscitiva sui livelli ematici di metalli e composti organoclorurati (diossine e PCB) tra i lavoratori di aziende zootecniche (masserie) e individuare, in via preliminare, i fattori in grado di spiegare l’entità e la variabilità dei valori misurati.
DISEGNO: studio trasversale di biomonitoraggio umano.
SETTING E PARTECIPANTI: nello studio è stato incluso un campione di 45 lavoratori di masserie della provincia di Taranto. Le masserie, dislocate tra 6 e 43 km dal polo industriale, sono a conduzione familiare e vi si allevano per lo più pecore e capre nei pascoli dell’azienda; gli allevatori presentano abitudini alimentari che includono anche il consumo di alimenti derivanti dalla loro produzione.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME
: concentrazioni ematiche di metalli, diossine e PCB in relazione alle caratteristiche dei soggetti in studio e a fattori potenzialmente predittivi, compresa la distanza delle masserie dal polo industriale.
RISULTATI: le concentrazioni di manganese e, in misura minore, di arsenico, cadmio e piombo si collocano nella fascia medio-alta della distribuzione dei livelli riscontrati nella popolazione italiana. Non sono stati evidenziati fattori in grado di spiegare significativamente la variabilità nei livelli di metalli. Il carico di diossine e PCB è invece fortemente associato sia all’età dei soggetti sia alla distanza delle masserie dal polo industriale.
CONCLUSIONE: i risultati dello studio sono suggestivi di ipotesi da approfondire e verificare con indagini di adeguato disegno campionario e numerosità, in particolare l’osservazione che il livello ematico di diossine e PCB decresce all’aumentare della distanza delle masserie dal polo industriale. Si raccomanda la conduzione di studi ad hoc per meglio caratterizzare l’esposizione degli allevatori (anche associata alle attività agricole), e degli abitanti di Taranto più in generale, agli inquinanti oggetto di questa indagine, anche in termini di analisi delle matrici ambientali e degli alimenti prodotti e consumati in loco.