E&P 2016, 40 (2) marzo-aprile

Lo screening prenatale e la prevalenza dell’infezione da epatite B nelle donne in gravidanza nelle Marche: differenze tra gruppi etnici

Ermanno Ruffini, Rosaria Gesuita, Luigina Compagnoni, Lucia Tubaldi, Giovanna Infriccioli, Patrizia Vianelli, Roberto Genga, Vitaliana Bonifazi, Alessandra Dieni, Domenico Guerrini, Gabriella Basili, Patrizia Salvatori, Rosa DeColli, Luciano Leone

OBIETTIVI: valutare l’epidemiologia dell’infezione da epatite B nelle gestanti che vivono nelle Marche, in base alla provenienza.
DISEGNO: studio osservazionale trasversale condotto da maggio 2011 ad aprile 2012 che ha coinvolto 13 dei 15 centri nascita delle Marche.
SETTING E PARTECIPANTI: i dati sierologici dell’infezione da epatite B sono stati ottenuti durante l’esecuzione dello screening prenatale obbligatorio. Il numero totale delle gestanti è di 10.232, di cui 7.669 di nazionalità italiana (74,9%) e 2.563 straniere (25,1%).
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME: tasso di adesione allo screening sierologico prenatale e prevalenza dell’infezione da epatite B in gestanti italiane e straniere. I limiti di confidenza al 95% sono stati calcolati utilizzando il metodo esatto per le proporzioni. Il test per le proporzioni è stato applicato per effettuare i confronti fra gruppi, utilizzando un livello di significatività pari a 0,05.
RISULTATI: il tasso di adesione allo screening sierologico prenatale e la prevalenza complessiva dell’infezione da epatite B in gravidanza sono stati 98,6% e 0,8%, rispettivamente. Nelle donne straniere rispetto alle autoctone le differenza dell’adesione allo screening e della prevalenza dell’infezione sono significative (96,7% vs. 99,3% e 2,7% vs. 0,2%). La prevalenza più elevata è stata osservata nelle donne in gravidanza provenienti dalla regione del Pacifico occidentale, dall’Europa dell’Est e dall’Africa (7,0%, 4,0% e 3,3%, rispettivamente). Più della metà dei casi di gestanti positive all’antigene di superficie dell’epatite B sono originarie dell’Albania e della Cina (60,6%). La prevalenza per l’infezione da epatite B è stata significativamente più alta nelle donne provenienti dalla Cina (8,1%), dall’Albania (7,7%), dall’Ucraina (7,2%) e dal Senegal (6,1%).
CONCLUSIONI: lo studio sottolinea la necessità di organizzare interventi mirati per facilitare l’accesso ai programmi di screening prenatale alle donne straniere per un migliore controllo dell’infezione da epatite B nelle Marche.