E&P 2011, 35 (5-6) settembre-dicembre

La mortalità nella popolazione straniera in Toscana

Andrea Martini, Elisabetta Chellini, Antonino Sala

Obiettivo: esaminare le caratteristiche e l’andamento nell’ultimo decennio della mortalità della popolazione immigrata inToscana, confrontandola con la mortalità osservata per gli italiani residenti nella stessa regione.
Disegno: è uno studio descrittivo di mortalità che utilizza i dati del Registro di mortalità regionale della Toscana dal 1997 al 2008.
Setting e partecipanti
: sono considerati immigrati coloro che risultano residenti in Toscana e aventi cittadinanza non italiana. Gli immigrati sono classificati in due gruppi: 1. provenienti da Paesi a forte pressione migratoria (PFPM) e 2. provenienti da Paesi a sviluppo avanzato (PSA).
Principali misure di outcome
: mortalità proporzionale per i tre gruppi di popolazione (PFPM, PSA e italiani residenti) per sesso, classe di età e causa specifica, nel periodo 1997-2008; medie mobili a tre termini dei tassi standardizzati troncati sull’età 20-64 anni (standard: popolazione europea) per i tre sottogruppi di popolazione nel periodo 2002- 2008 per la valutazione del trend.
Risultati: nel periodo 1997-2008 si sono registrati complessivamente 4 755 decessi in stranieri in Toscana: 3 055 residenti (1 782 provenienti da PFPM e 1 273 da PSA) e 1 700 non residenti. Esaminando gli andamenti della mortalità per tutte le cause e per le principali cause di morte si osserva un gap tra la mortalità negli immigrati da PFPM e quella dei residenti italiani a favore dei soggetti da PFPM che sembra aumentare negli ultimi anni. La mortalità infantile è invece più elevata nei residenti immigrati da PFPM rispetto agli italiani, con un divario che pare aumentare negli ultimi anni. Più elevata rispetto agli italiani è anche la mortalità per cause violente (che rappresentano la 1° causa di morte negli uomini immigrati e la 3° nelle donne immigrate) e per malattie infettive.
Conclusioni: lo studio sulla mortalità degli immigrati in Toscana ha messo in evidenza problematiche specifiche di questa popolazione che derivano sia dalle situazioni preesistenti, osservate nel Paese di origine, sia dalle condizioni di vita e lavoro che hanno nel Paese di accoglienza. Occorrerà continuare a monitorare la mortalità di questa popolazione poiché si tratta di un buono strumento per valutare indirettamente la sua integrazione nella nostra società (incluso l’utilizzo almeglio del nostro sistema sanitario), e ciò anche in relazione al fatto che ci attendiamo che ancora cresca la quota di popolazione immigrata specialmente dai Paesi in via di sviluppo.