Obiettivo: valutare l’impatto dell’introduzione in Italia della 10a revisione della Classificazione sulle statistiche di mortalità.
Disegno: questo è uno studio di «Bridge-Coding», per cui sono stati utilizzati certificati di decesso codificati in doppio (ICD9 e ICD-10) da un gruppo di lavoro proveniente da diversi centri del Nord Italia. Al fine di standardizzare le regole di codifica, il gruppo di lavoro ha iniziato nel 2006 un progetto di formazione sul campo per l’apprendimento della 10a revisione.
Setting e partecipanti: lo studio è stato svolto da operatori delle regioni Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Liguria e delle ASL di Biella e Milano. L’analisi ha riguardato 74.525 certificazioni di decesso provenienti dalle suddette Ausl e Regioni.
Risultati: nell’analisi si sono osservate ridotte variazioni generali con scarso impatto per le statistiche nazionali di mortalità delle principali patologie (malattie cardiovascolari e tumori) e una maggiore variabilità per alcune patologie minori, come malattie infettive, respiratorie e demenze. Tali variazioni sono risultate simili, ma non totalmente coincidenti, a quelle segnalate in analoghi studi internazionali e nazionali, a dimostrazione che il «Bridge-Coding» ha valenza territoriale. Inoltre si segnala che le variazioni delle regole per la selezione della causa iniziale provocano, seppure con frequenza ridotta, spostamenti che non è possibile prevedere a priori o correggere applicando una procedura di transcodifica.
Conclusioni: non tutte le variazioni date dal passaggio di classificazione possono essere corrette con procedure di transcodifica, anche applicando i CR (Comparability Ratios) provenienti da studi di «Bridge-Coding»; pertanto per studi che analizzano malattie respiratorie acute, demenza o alcuni tipi di tumore, si consiglia di procedere a una ricodifica della casistica a partire dal certificato di morte originale, in una sola versione della ICD. Infine va segnalato che la qualità e l’accuratezza della certificazione ha un impatto potenzialmente maggiore di quello della codifica, sebbene più casuale e quindi meno controllabile mediante studi di confronto come questo.