Quarant’anni fa Elena (la sanità) fu rapita da Paride (il SSN), figlio di Priamo (il NHS inglese), sottraendola al marito Menelao (le mutue assicurative), fratello di Agamennone (il mercato sanitario), che riunirono un esercito tra cui vi era Achille (RBM) ed il furbo Ulisse (Censis) per mettere Troia (la salute) sotto assedio. Ettore (l’equità), fratello di Paride, fu ucciso da Achille e poi Ulisse riuscì a far introdurre il famoso Cavallo e la sconfitta di Troia fu inevitabile.

Abbandonando l’esempio scherzoso introdotto solo per chiederci se il SSN non sia in effetti oggi sotto assedio e se le resistenze rischino di essere sconfitte introducendo dei Cavalli di Troia, elementi che, ritenuti come benefici regali degli dei, possono diventare la chiave della sua distruzione.

Oggi le mura di Troia sono alte e massicce e consistono in una diffusa convinzione della popolazione che, al di là di tutto, il servizio sanitario universalistico sia il migliore sistema per difendere la salute. Sino ad oggi pochissime sono state le voci politiche che abbiano apertamente ipotizzato l’abrogazione del SSN perché non avrebbero avuto dalla loro il consenso della gente.

Gli attacchi frontali al SSN sono stati sferrati negli anni scorsi soprattutto sul versante della spesa sanitaria che si definiva “fuori controllo” mentre era nella media dei paesi europei ed oggi è ad essa molto inferiore. E poi si è cercato di dimostrare che l’invecchiamento della popolazione avrebbe reso non più sostenibile un sistema universalistico. Oggi questi attacchi non sono più così frequenti ed intensi e l’assedio sembra non sconfiggere il SSN.

Il Cavallo di Troia

E allora si è pensato che se si riuscisse a far penetrare nel sistema la convinzione che solo l’apporto del privato sarebbe capace di dare maggiore protezione forse si riuscirebbe a far implodere il sistema dal di dentro: questo è il vero Cavallo di Troia. Ma siccome ci si è accorti che le assicurazioni private malattia ed i fondi privati integrativi non trovano molta fortuna tra i privati compratori, allora si è pensato di trovare il modo di introdurli senza un diretto esborso da parte dei fruitori. Quale allora il modo migliore? Quello di farne un benefit da introdurre nei contratti di lavoro al posto di tutta o parte dell’adeguamento dei salari.

Una volta introdotto nelle mura della sanità i cosiddetti sistemi integrativi poco ci metterebbero a diventare sostitutivi e poi magari addirittura esclusivi. All’inizio il Cavallo di Troia si occuperebbe principalmente di compensare i due aspetti più fastidiosi del SSN: i ticket e le liste di attesa, offrendo un rimborso per i primi e un’alternativa alle seconde.

Sveglia Troiani! All'attacco!

I troiani (i supporter del SSN) devono smetterla di ritenersi protetti dalle mura ogni giorno più dirotte, devono capire che non basta sfidare Achille come fece Ettore e neppure eliminarlo colpendolo come fece Paride, magari trovando solo delle irregolarità “nel tallone”.  Una volta dentro il cavallo sarà molto difficile difendere l’universalismo e l’equità! I troiani devono quindi darsi una sveglia e passare all’attacco iniziando comunque ad aggiustare ed a rinforzare le mura.

Rendiamoci conto di ciò che non corrisponde al bisogno e alle aspettative della popolazione; chiediamoci sei i ticket servano oppure se al loro modesto introito corrisponda invece una grave perdita di consenso; valutiamo se le liste di attesa infastidiscano gli utenti solo per problemi di ansia o se realmente minino la possibilità di ottenere un livello essenziale di assistenza.

Dobbiamo diventare più furbi di Ulisse

Il SSN non lo si difende arroccandosi bensì ascoltando tutte le reali difficoltà che gli utenti manifestano e trovando delle giuste risposte ai problemi che emergono. Il SSN è una vera eccellenza   italiana ma se non lo si migliora e non lo si rinnova anche i migliori monumenti si ammalorano! Ma soprattutto non cadiamo nelle furberie di Ulisse; diventiamo allora più furbi di lui e salveremo Troia.

 

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