di Benedetto Terracini
Questa volta il contenuto del numero è eterogeneo: si spazia dalla fine vita agli indici di deprivazione, dalla registrazione dei mesoteliomi alle corrispondenze semantiche tra due modalità di raccolta del dato. Forse, la parola che maggiormente ricorre in questo numero è «valutazione», un termine che agli albori di Epidemiologia & Prevenzione appena si affacciava all'attenzione degli operatori e quasi solo per argomenti di epidemiologia clinica. Oggigiorno, il concetto va ben oltre quello originale di quantificazione o di validazione. Ben venga quindi la carta dell'Isola Tiberina, ma E&P sarebbe contenta di vedere l'affermazione del principio e la proposta metodologica integrate da descrizioni di vita vissuta, nel bene e nel male. Anche per la VIS, valutazione di impatto sanitario, argomento di cui si parla molto in molti contesti, mi pare che, nel Paese, i contributi (dentro e soprattutto fuori dalla rivista) vertano di più su un modello ideale (e certamente corretto) che non sulle sue applicazioni nel campo.