E&P 2012, 36 (6) novembre-dicembre

Gli indicatori di salute ai tempi della crisi in Italia

Giuseppe Costa, Michele Marra, Stefania Salmaso, Gruppo AIE su crisi e salute

OBIETTIVO: stimare le conseguenze dell’attuale crisi economica italiana sulla salute e sulle disuguaglianze sociali nella salute, valutandone l’impatto su una serie di determinanti distali (sviluppo e benessere economico, lavoro, ambiente) e prossimali (fattori di rischio materiali, psicosociali, professionali, ambientali e comportamentali), sull’assistenza sanitaria e su alcuni esiti di salute normalmente associati all’andamento della congiuntura economica, quali la salute soggettiva, la depressione, il numero di suicidi e gli incidenti stradali e sul lavoro. L’analisi è dunque funzionale all’identificazione degli entry point più promettenti per l’elaborazione di politiche sanitarie e non sanitarie orientate a contrastare e ridurre gli effetti negativi della crisi sulla salute.
DISEGNO: utilizzando i principali riferimenti internazionali e nazionali sulla misura del benessere e sul ruolo dei determinanti sociali, l’articolo disegna una mappa concettuale dei meccanismi con cui la recessione può influenzare la salute. Per ogni meccanismo identifica i primi indicatori disponibili in Italia attraverso i quali monitorarne l’andamento temporale a cavallo della crisi (controllando, laddove possibile, per il trend osservato negli anni precedenti) e ricavare prime tracce di effetti della crisi nel nostro Paese. Gli indicatori sono stati selezionati sulla base della disponibilità di serie temporali nelle principali fonti informative rappresentative a livello nazionale e, quando non possibile, a livello regionale o locale.
RISULTATI: a breve termine, in corrispondenza della recessione si evidenziano indizi preliminari di un aumento di occorrenza di indicatori sfavorevoli di salute mentale (suicidi, depressione, forme di dipendenza) che potrebbero essere spiegati in particolare dall’aumento dell’insicurezza del posto di lavoro. Primi esercizi di valutazione ex-ante di effetti a più lungo termine della disoccupazione sulla mortalità permettono di stimare un ordine di grandezza di alcune centinaia di morti all’anno attribuibili all’aumento della disoccupazione nel Paese. Per quanto riguarda gli effetti delle misure di austerità sulla spesa pubblica, in particolare di quella sanitaria, si osservano significative riduzioni dell’uso del livello di assistenza specialistica e farmaceutica, associate soprattutto all’aumento della compartecipazione alla spesa, con qualche segno di maggiore vulnerabilità dei gruppi sociali più svantaggiati, senza però che si evidenzino modificazioni degli indicatori di qualità, continuità ed esito, limitatamente ai percorsi assistenziali esaminati, diabete e percorso nascita. Parallelamente la crisi sembrerebbe essere associata alle riduzioni degli infortuni sul lavoro (per quanto compensato da un aumento di quelli gravi) e degli incidenti stradali, dovute probabilmente alla diminuzione di fattori di pressione, quali l’attività produttiva e i consumi.
CONCLUSIONI: l’apparato concettuale sembra idoneo a mettere in opera in Italia un sistema di sorveglianza dell’impatto a breve termine e di valutazione di impatto ex-ante a medio e lungo termine degli effetti sulla salute della crisi, con particolare riguardo ai gruppi sociali più svantaggiati, soprattutto i disoccupati, che sono il bersaglio più sensibile.