La vaccinazione antipertosse ha contribuito molto alla riduzione dell’incidenza della patologia, ma si sta assistendo a un risveglio internazionale della pertosse, anche in gruppi di popolazione altamente vaccinati. Questa ricomparsa sembra attribuibile a: efficacia non ottimale del vaccino; calo piuttosto rapido dei titoli anticorpali protettivi in parte della popolazione e soprattutto loro inadeguatezza nell’impedire infezioni e trasmissione anche da parte di soggetti infetti paucisintomatici; pressione selettiva di una vaccinazione estesa con comparsa di ceppi mutati resistenti; sostanziale impossibilità di ottenere un effetto gregge con i vaccini attuali.
Il presente lavoro analizza lo stato delle conoscenze scientifiche e illustra vari argomenti che possono mettere in discussione una prevenzione basata solo sull’obbligo vaccinale per la fascia pediatrica con vaccino esavalente. Le strategie di sanità pubblica vanno ripensate, considerando anche soluzioni diverse che puntino a contrastare la malattia in modo più mirato e potenzialmente più efficace, evitando danni importanti ai soggetti a maggior rischio. Strategia in sperimentazione è la vaccinazione delle madri in gravidanza, ma si potrebbe considerare anche la sperimentazione di soluzioni che, interferendo molto meno con l’ecologia batterica, mirino solo a evitare danni importanti in soggetti a maggior rischio, senza trascurare iniziative per migliorare i sistemi di sorveglianza, la diagnosi microbiologica e la prevenzione basata sugli stili di vita.