Non vi è dubbio che il termine «disastro» sia pienamente appropriato per definire la vicenda ILVA nel momento in cui la drammatica situazione ambientale, sanitaria e sociale dell’area coinvolta riscuote grande attenzione dai mass media.
Sarebbe inappropriato tuttavia limitare l’applicazione del termine a quello che noi oggi osserviamo, ossia ai danni che possono essere descritti e in qualche misura quantificati con indagini di tipo epidemiologico, ambientale, economico e anche socio-psicologico.
I danni non sono «il disastro »,ma lamanifestazione conclamata che un disastro strisciante si è perpetuato (e perpetrato) per decenni.
Non sono il risultato di un evento puntuale, improvviso, inatteso, imprevisto o addirittura imprevedibile, bensì la tangibile conseguenza di una mancata capacità, e forse più spesso di unamancata volontà, di affrontare le questioni della produzione e del lavoro nel loro contesto e con una visione temporale di lungo periodo.