E&P 2015, 39 (3) maggio-giugno

Trend temporali di occorrenza, trattamento ed esiti dell’infarto miocardico acuto in Toscana, 1997-2010

Alessandro Barchielli, Francesco Profili, Daniela Balzi, Paolo Francesconi, Alfredo Zuppiroli, Francesco Cipriani

OBIETTIVI: descrivere l’andamento dei tassi di attacco, del trattamento e degli esiti dell’infarto miocardico acuto (IMA) in Toscana.
DISEGNO: studio epidemiologico di popolazione che utilizza la casistica identificata dal Registro regionale toscano dell’infarto miocardico acuto.
SETTING E PARTECIPANTI: i casi di IMA nella popolazione Toscana sono identificati mediante record linkage tra i dati correnti di ospedalizzazione e mortalità e suddivisi in IMA ospedalizzato (1997-2012) e morti coronariche extraospedaliere (MCE, 1997-2010). La ripartizione dei casi ospedalizzati in base alla presenza/assenza del tratto ST elevato (STEMI/NSTEMI) è possibile dal 2001 fino al 2012.
PRINCIPALI MISURE DI OUTCOME:
distribuzione temporale, per genere e tipo di evento, di frequenze assolute di IMA, tassi di attacco standardizzati per età (standard: popolazione toscana al 2001) e percentuali standardizzate per età (standard: casistica ospedalizzata totale al 2001) di procedure di cardiologia invasiva e letalità a 28 giorni nei casi ospedalizzati.
RISULTATI: i risultati mostrano una riduzione sia delle MCE sia dei ricoveri per STEMI (rispettivamente -2,3% e -3,9% nei maschi, -3,3% e -4,1%nelle femmine) e un incremento di quelli per NSTEMI (+13,1% nei maschi e +13,3% nelle femmine). L’uso dell’intervento coronarico percutaneo (PCI) e della coronarografia mostra un incremento considerevole in entrambe le forme di IMA, anche se nell’intero periodo rimane sempre più basso dopo i 70 anni e nelle donne. Il miglioramento della prognosi a breve termine degli IMA nel suo complesso si attenua o scompare stratificando la casistica per STEMI/NSTEMI. Questo comportamento è legato principalmente al diverso peso che le due forme di infarto assumono nel tempo (aumento dei tassi di attacco di NSTEMI e riduzione di STEMI, a peggior prognosi).
CONCLUSIONI: i risultati confermano che anche in Toscana si sono verificate importanti modifiche nell’epidemiologia, nella presentazione clinica e nella modalità di trattamento della patologia coronarica acuta evidenziate nella letteratura internazionale. Permangono ancora differenze di età e genere nel ricorso al trattamento riperfusivo, rendendo necessari ulteriori sforzi per assicurare equità nell’accesso alle cure cardiologiche ritenute di maggior efficacia.