E&P 2023, 47 (6) novembre-dicembre Suppl. 3

Progetto BIGEPI: dati ambientali e dati sanitari

Sara Maio, Claudio Gariazzo, Massimo Stafoggia, Carla Ancona, Lucia Bisceglia, Nicola Caranci, Achille Cernigliaro, Giulia Cesaroni, Giuseppe Costa, Alessandro Marcon, Stefania Massari, Federica Nobile, Andrea Ranzi, Matteo Renzi, Salvatore Scondotto, Nicolás Zengarini, Giuseppe Verlato, Giovanni Viegi, Gruppo Collaborativo BIGEPI

Obiettivi: il progetto BIGEPI, cofinanziato dall’Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro (INAIL), utilizzando big data ha indagato i rischi sanitari collegati all’esposizione di breve e lungo periodo all’inquinamento atmosferico, alle temperature estreme e all’esposizione occupazionale. 
Disegno: il progetto è strutturato in 5 obiettivi specifici (OS) atti a valutare: 1. gli effetti acuti dell’esposizione ambientale su tutto il territorio nazionale; 2. gli effetti acuti dell’esposizione ambientale in aree contaminate, quali Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (SIN) e siti industriali; 3. gli effetti cronici dell’esposizione ambientale in 6 studi longitudinali metropolitani italiani; 4. gli effetti acuti e cronici dell’esposizione ambientale in 7 indagini epidemiologiche su campioni di popolazione; 5. gli effetti cronici dell’esposizione occupazionale negli studi longitudinali metropolitani di Roma e Torino.
Setting e partecipanti: BIGEPI ha analizzato dati ambientali e sanitari a diverso livello di dettaglio: l’intera popolazione italiana (OS1); popolazioni residenti in aree contaminate da inquinanti di origine industriale (OS2); intere coorti degli studi longitudinali metropolitani di Bologna, Brindisi, Roma, Siracusa, Taranto e Torino (OS3 e OS5); campioni di popolazione partecipanti alle indagini epidemiologiche di Ancona, Palermo, Pavia, Pisa, Sassari, Torino e Verona (OS4). 
Principali misure di outcome: esposizione ambientale: concentrazione di PM10, PM2,5, NO2 e O3 e temperatura dell’aria a risoluzione 1 km2 a livello nazionale. Esposizione occupazionale: storia lavorativa di coloro che hanno lavorato in almeno uno tra 25 settori aventi profili simili per esposizione occupazionale ad agenti chimici/cancerogeni; esposizione autoriferita a polveri/fumi/gas sul luogo di lavoro. Dati sanitari: mortalità/ricoveri causa-specifici; sintomi/diagnosi di malattia respiratoria/allergica; funzionalità respiratoria e infiammazione bronchiale. 
Risultati: BIGEPI ha permesso di analizzare dati dell’intera popolazione italiana, dati di quasi 2,8 milioni di individui adulti (≥30 anni) inclusi negli studi longitudinali metropolitani e dati di circa 14.500 individui (≥18 anni) inclusi nelle indagini epidemiologiche su campioni di popolazione. La popolazione indagata negli studi longitudinali metropolitani aveva un’età media di circa 55 anni e quella delle indagini epidemiologiche su campioni di popolazione di circa 48 anni; in entrambi i casi, la popolazione era rappresentata dal 53% di femmine. Per quanto riguarda l’esposizione ambientale, nel periodo 2013-2015 a livello nazionale sono stati stimati valori medi per PM10, PM2,5, NO2 e O3 estivo di: 21,1±13,6, 15,1±10,9, 14,7±9,1 e 80,3±17,3 µg/m3, mentre per la temperatura il valore medio era di 13,9±7,2 °C. Sono stati analizzati dati per un totale di 1.769.660 decessi per cause non accidentali, nonché 74.392 casi incidenti di eventi coronarici acuti e 45.513 di ictus. Nelle indagini epidemiologiche è emersa una prevalenza elevata di sintomi/diagnosi di rinite (range: 14,2-40,5%), di BPCO (range: 4,7-19,3%) e di asma (range: 3,2-13,2%). La disponibilità di questi grandi dataset ha permesso di implementare modelli statistici avanzati per la stima degli effetti sanitari delle esposizioni a breve e a lungo termine a inquinanti. I dettagli sono riportati negli articoli BIGEPI già pubblicati in altre riviste internazionali e in quelli pubblicati in questo volume di E&P. 
Conclusioni: BIGEPI ha confermato le grandi potenzialità dell’uso dei big data negli studi sugli effetti sanitari dei fattori ambientali e occupazionali, stimolando indirizzi nuovi di ricerca scientifica e riaffermando la necessità di azioni di prevenzione in materia di qualità dell’aria e cambiamenti climatici per la salute della popolazione e dei lavoratori.